Gli aerei, volando in cielo, si devono per forza di cose confrontare con la fauna circostante: è così che nasce il fenomeno del bird strike, cioè lo scontro tra aerei e volativi. Questo scontro particolare è uno dei pericoli più grandi per un aereo in fase di decollo e il bird strike ha provocato non pochi incidenti nel corso della storia. ma come si verifica e come si può eventualmente evitare?
In campo aeronautico, il termine bird strike (impatto con volatili), derivato dalla combinazione delle parole “bird” (volatile) e “strike” (impatto), si riferisce a una collisione tra un aeromobile e un uccello. L’evento del bird strike è molto presente nella storia dell’aviazione, con incidenti mortali sia in campo militare che civile. Dal lontano 1910, un totale di 600 decessi è stato registrato a causa di collisioni tra aerei e volatili.
Ciò che rende questi incidenti ancora più inquietanti è il fatto che il 90% di essi si sia verificato durante il decollo o l’atterraggio, nonché durante voli a bassa quota. Tuttavia, non possiamo sottovalutare i casi meno frequenti ma altrettanto pericolosi in cui gli aerei sono entrati in collisione con gli uccelli a altitudini più elevate, come 6000 o 9000 metri sopra il livello del mare.
La parte anteriore della fusoliera si è dimostrata spesso essere il punto d’impatto principale, poiché è la parte più esposta quando gli uccelli si schiantano contro l’aereo in avvicinamento. Inoltre, gli impatti contro l’ala e il carrello non sono affatto rari, anche se solitamente meno pericolosi.
L’entità dell’impatto su un aeromobile è determinata da vari fattori, tra cui il peso dell’animale coinvolto, la velocità dell’aereo e la direzione dell’impatto. In situazioni in cui un piccolo uccello colpisce l’aereo a una bassa velocità, i danni possono essere minimi o addirittura assenti. Tuttavia, in caso di collisioni ad alta velocità, i danni possono essere significativi, mettendo a rischio la sicurezza dei passeggeri a bordo.
Un caso molto pericoloso per gli aerei a reazione è quando un volatile viene inghiottito dalla presa d’aria. Questo tipo di ingestione può infliggere danni alle pale del compressore, creando il serio pericolo di un’arresto del motore o addirittura di un incendio, mettendo il pilota nella difficile situazione di dover, nella migliore delle ipotesi, riportare l’aereo a terra in sicurezza.
Secondo le statistiche della FAA (Federal Aviation Administration) degli Stati Uniti, solo il 15% degli incidenti di bird strike (l’ICAO, Organizzazione Internazionale dell’Aviazione Civile, riporta un tasso dell’11%) risulta effettivamente danneggiare l’aeromobile coinvolto. Per avere un riferimento, è possibile immaginare che l’impatto tra un uccello di 5 kg e un aeromobile che viaggia a 240 km/h (la velocità tipica durante l’atterraggio) sia equivalente a far cadere un peso di mezza tonnellata da un’altezza di 3 metri. Questi dati mettono in luce la varietà di fattori che determinano l’esito di un bird strike.
Innanzitutto, le aziende specializzate nella produzione di motori aeronautici hanno da tempo impegnato risorse considerevoli nello sviluppo di test di resistenza contro questo tipo di impatto. Questi test permettono di anticipare e comprendere i danni potenziali causati da incidenti simili, consentendo alle aziende di sviluppare soluzioni tecniche innovative per minimizzare il rischio di guasti gravi e il conseguente pericolo di incidenti catastrofici.
Tuttavia, per evitare collisioni, tutti gli aeroporti contano su degli ufficiali responsabili della gestione dei bird strike e della fauna selvatica, specializzati nel rendere meno attrattivo il terreno dell’aeroporto per gli uccelli: piante che forniscono nutrimento o servono come nascondigli o luoghi di nidificazione, così come ruscelli e stagni, sono da evitare. Le erbe a stelo lungo sono la migliore scelta come vegetazione, poiché gli uccelli di piccole dimensioni non possono posarsi lì e gli uccelli rapaci non possono cacciare.
Un’altra tecnica utilizzata insieme alla “dissuasione passiva” mediante la manipolazione dell’ecosistema è la sorveglianza: radar e telecamere ad infrarossi vengono utilizzati per rilevare uccelli di grandi dimensioni o stormi. Le informazioni vengono raccolte dagli ufficiali responsabili del bird strike e della fauna selvatica, che poi, se necessario, inviano avvisi al controllo del traffico aereo e ai piloti.
I “bird controller” utilizzano metodi attivi per allontanare gli uccelli dallo spazio aereo sopra l’aeroporto. Queste misure vanno dalla presenza di spaventapasseri, fuochi d’artificio, laser ed esplosioni di ossidrogeno a visite regolari da parte di falconieri professionisti che cacciano nell’area con i loro falchi, poiane e gufi. I droni simili agli uccelli, chiamati Robirds, che già sono in uso negli aeroporti del Regno Unito, dei Paesi Bassi e degli Stati Uniti.
Un dato sull’efficacia di queste azioni ci arriva dalla rivista tedesca del settore Aeroreport. Viene affermato che le varie misure preventive adottate in Germania hanno contribuito a ridurre i bird strike, noti anche come wildlife strikes, del 60-80% negli ultimi 40 anni, anche se il rischio di danni gravi a alcune specie di uccelli è aumentato, a causa dell’incremento del numero di uccelli di grandi dimensioni come oche, gru, aironi e cormorani in alcuni casi. Questo è dovuto alle misure di conservazione della natura e al controllo della caccia in Europa.
Il volo Ryanair 4102, in partenza dall’aeroporto di Francoforte-Hahn e diretto all’Aeroporto di Roma-Ciampino, il 10 novembre 2008, ha vissuto un incidente in cui è entrato in collisione con un gruppo di circa 90 uccelli. Questo impatto ha causato danni ai motori, all’ala sinistra e al carrello di atterraggio. Nonostante i danni, il velivolo è riuscito a completare l’atterraggio senza problemi gravi, anche se durante la fase di frenata l’aereo è uscito leggermente dalla pista, ma è rientrato immediatamente.
In contrasto, il volo US Airways 1549, partito dall’Aeroporto La Guardia di New York e diretto all’Aeroporto Internazionale di Charlotte-Douglas, il 15 gennaio 2009, è stato coinvolto in una collisione con uno stormo di oche canadesi. Questo incidente ha portato all’arresto di entrambi i motori dell’aereo. In una situazione critica, il pilota ha dovuto affrontare la mancanza di piste di atterraggio a portata di mano e ha compiuto un ammaraggio di emergenza sul fiume Hudson, con l’incredibile risultato che nessuno dei passeggeri a bordo ha perso la vita. Questo episodio ha ispirato il film Sully del 2016 diretto da Clint Eastwood.
Il caso più recente è l’incidente avvenuto il 16 settembre 2023 all’aeroporto di Torino Caselle e che ha visto coinvolto un velivolo delle Frecce Tricolori. Si pensa che il velivolo abbia subito un bird strike pochi secondi dopo il decollo, anche se le cause sono ancora da accertare. Il pilota ha effettuato tutte le manovre previste dalle norme di sicurezza dopodiché si è visto costretto ad azionare il seggiolino eiettabile e a far precipitare l’aereo per evitare una collisione catastrofica con le abitazioni circostanti. Purtroppo, nell’incidente è deceduta una bambina di 5 anni, travolta dalle fiamme, che viaggiava in auto insieme alla sua famiglia (poi ricoverati per ustioni), sulla strada perimetrale dell’aeroporto.