La scoperta di BEBOP-1c: un nuovo pianeta circondato da due stelle
Gli astronomi hanno confermato la scoperta di un nuovo pianeta circondato da due stelle, che è stato chiamato BEBOP-1c. Questa scoperta è di grande importanza perché amplia la nostra comprensione dei sistemi planetari e sfida le precedenti ipotesi sulla formazione dei pianeti nei sistemi binari, cioè sistemi stellari composti da due stelle che orbitano attorno a un centro di massa comune.
La formazione dei pianeti in sistemi binari
Le stelle binarie, ovvero due stelle che orbitano l’una attorno all’altra, sono molto comuni nell’universo. Circa la metà delle stelle simili al sole nella Via Lattea fa parte di sistemi binari. Finora, gli scienziati avevano identificato solo 14 pianeti circumbinari, ovvero pianeti che orbitano attorno a entrambe le stelle di un sistema binario contemporaneamente. Inizialmente, si riteneva che la presenza di stelle binarie potesse rendere difficile la formazione di pianeti, a causa delle interazioni gravitazionali e delle perturbazioni nei dischi protoplanetari. Tuttavia, la scoperta del pianeta Kepler-16b nel 2011 ha dimostrato che la formazione di pianeti in sistemi binari è possibile. Questo ha spinto gli astronomi a cercare ulteriori prove per indagare a fondo sulla natura dei pianeti in sistemi binari.
Nuovi studi sui sistemi binari
Gli astronomi hanno studiato di recente il sistema binario TOI-1338, situato a circa 1.320 anni luce dalla Terra nella costellazione di Pictor. Nel 2020, utilizzando il telescopio spaziale TESS della NASA, gli astronomi hanno individuato il primo pianeta circondato da due stelle in questo sistema, noto come TOI-1338b. La scoperta di TOI-1338b è stata una conferma importante che ha suggerito che i pianeti circumbinari possono formarsi e persistere nei sistemi binari.
In seguito, utilizzando il Very Large Telescope dell’European Southern Observatory, gli scienziati hanno cercato di determinare la massa di TOI-1338b. Ma durante le loro osservazioni hanno fatto una scoperta sorprendente: un secondo pianeta. Il nuovo pianeta, a cui è stato dato il nome BEBOP-1c, è un gigante gassoso. Possiede una massa circa 65 volte superiore a quella della Terra e circa cinque volte inferiore a quella di Giove. Orbita attorno alle sue stelle a una distanza di circa il 79% di un’unità astronomica e impiega circa 215 giorni per completare un’orbita intorno alle due stelle.
Come è avvenuta la scoperta di BEBOP-1c
La scoperta di BEBOP-1c è stata possibile grazie alla tecnica della velocità radiale, che misura le variazioni nella velocità delle stelle causate dalla presenza di un pianeta. Durante le osservazioni, gli astronomi hanno notato delle fluttuazioni periodiche nella velocità delle due stelle del sistema binario. Queste indicavano la presenza di un corpo massivo in orbita attorno ad esse. In questo modo è stato identificato il pianeta BEBOP-1c, che è appunto circondato dalle due stelle.
Questa eccezionale scoperta dimostra che la presenza di stelle binarie non è incompatibile con la formazione dei pianeti. Gli astronomi stanno iniziando a esplorare i sistemi binari per identificare ulteriori pianeti circumbinari e comprendere meglio le dinamiche di questi complessi sistemi. La tecnica della velocità radiale si è dimostrata utile per la scoperta di BEBOP-1c e potrebbe essere impiegata anche in ricerche future per identificare nuovi mondi in sistemi binari.
Le caratteristiche di BEBOP-1c
BEBOP-1c è un pianeta molto interessante da studiare poiché si trova nella “zona abitabile” del suo sistema binario, ovvero la regione in cui potrebbe esserci acqua liquida sulla sua superficie. Tuttavia, le condizioni su BEBOP-1c sono molto diverse da quelle che troviamo sul pianeta Terra. Infatti, a causa delle sue due stelle, il pianeta sperimenta fluttuazioni di luce e temperatura più intense rispetto ai pianeti con una singola stella. Ciò potrebbe influenzare le condizioni dell’atmosfera e quindi anche l’eventuale presenza di vita. Studiare le caratteristiche di BEBOP-1c sarà quindi fondamentale. Ci aiuterà a comprendere meglio non solo l’evoluzione dei pianeti in sistemi binari, ma anche le loro possibilità di ospitare la vita.