Il sistema solare è racchiuso in una bolla chiamata eliosfera e, grazie al Sole, si ha l’emissione costante di particelle cariche sottoforma di vento solare. Questo si propaga a circa quattro volte la distanza di Nettuno, portando con sé il campo magnetico del Sole. Dati recenti provenienti dai veicoli spaziali in orbita attorno alla Terra hanno rivelato delle vere e proprie increspature nell’eliopausa. Si tratterebbero di regioni mutevoli dello spazio che segnano uno dei confini tra lo spazio all’interno del Sistema Solare e lo spazio interstellare.
L’eliosfera è il risultato di una specifica radiazione del Sole che emette costantemente delle particelle cariche e costituisce il vento solare. La propagazione del vento solare, sottoforma di flusso supersonico costante di plasma ionizzato, soffia oltre i pianeti e la fascia di Kuiper. Si esaurisce nel grande vuoto tra le stelle e, per milioni di anni luce, trasporta il campo magnetico del Sole. Di fondamentale importanza, la radiazione prodotta dall’eliosfera è in grado di proteggerci dalle radiazioni spaziali, quelle cioè oltre i confini.
Al di là della sua forma ancora discussa, gli scienziati sono concordi sul fatto che l’eliosfera sia formata da strati. Tutti i principali pianeti del nostro Sistema Solare si trovano nello strato più interno dell’eliosfera. Qui, il vento solare esce dal Sole a piena velocità a circa 1600000km/h e non è influenzato dalla pressione della galassia. Successivamente si distinguono i seguenti strati:
Oltre alle sonde Voyager, è presente nell’orbita terrestre l’Interstellar Boundary Explorer ( IBEX ) della NASA. IBEX misura atomi neutri energizzati, che vengono creati quando il vento solare del Sole si scontra con il vento interstellare al confine del Sistema Solare. Alcuni di questi atomi vengono catapultati più lontano nello spazio, mentre altri vengono scagliati sulla Terra.
Una volta presa in considerazione la forza del vento solare che li ha prodotti, le particelle neutre energizzate che ritornano sulla nostra strada possono essere utilizzate per mappare la forma del confine. Lo strumento ha aiutato gli scienziati a mappare l’eliopausa da quando ha iniziato le operazioni nel 2009.
Il team di scienziati guidato dall’astrofisico Eric Zirnstein dell’Università di Princeton è riuscito a mappare la struttura dell’eliosfera su scala molto più breve, rispetto a quanto fatto negli anni precedenti. Si è ottenuta così un’ istantanea più dettagliata della forma dello shock di terminazione e dell’eliopausa. La misurazione si è basata sull’evoluzione della pressione del vento solare e delle emissioni energetiche di atomi neutri. Questi hanno portato a un livellamento del confine sia nello spazio che nel tempo. La novità? Sono state trovate enormi increspature sulla scala di decine di unità astronomiche.
Si ritiene che il fronte di pressione abbia raggiunto lo shock di terminazione nel 2015. Sarebbe stata quindi inviata un’onda di pressione, nota come elioguaina interna, attraverso la regione tra lo shock di terminazione e l’eliopausa. In seguito si sarebbe formata un’onda riflessa che, tornando indietro, si sarebbe scontrata con il flusso ancora in arrivo di plasma carico dietro il fronte di pressione. Studiando la conseguenza di tali effetti, nascerebbe una tempesta di atomi neutri energetici pronti a riempire l’elioguaina interna al ritorno dell’onda riflessa dallo shock di terminazione. Le misurazioni del team mostrano anche uno spostamento piuttosto significativo nella distanza dall’eliopausa.
La ricerca ha eseguito modelli e simulazioni per stabilire in che modo il vento solare ad alta pressione abbia interagito con il confine del Sistema Solare. Le misurazioni suggeriscono che la forma dell’eliopausa cambia e in modo considerevole. Nel 2025 una nuova sonda sarà inviata nello spazio per misurare l’emissione di atomi neutri energetici con maggiore precisione e in un intervallo di energia più ampio. Questo dovrebbe aiutare a rispondere ad alcune delle domande sulla bolla increspata che protegge il nostro Sistema Solare. Gli esperti suggeriscono che le increspature sono associate a cambiamenti nella forma dell’eliopausa.