L’incidente del volo Aeroflot 6502. 70 morti per una scommessa
Nella storia dell’aviazione mondiale, sfortunatamente, non mancano gli incidenti aerei. Infatti, il rischio che un volo possa precipitare c’è sempre stato. Durante i primi anni, le tecnologie non erano ancora molto sviluppate, le conoscenze sul mondo del volo erano ben poche e questo portò a diversi incidenti. Ogni singolo malfunzionamento, ogni singolo incidente (per quanto tragico) portò, però, a migliorare sempre più il settore dell’aviazione, al fine di ridurre al minimo il rischio d’incidenti. Oggi, dopo tutti questi anni d’esperienza, si è arrivati alla conclusione che ciò che causa un’incidente aereo è, per la maggior parte delle volte, un errore umano. A volte può essere dato da una semplice distrazione, a volte da una sbagliata comunicazione e altre da troppa sconsideratezza. Questo fu il caso dell’incidente del volo Aeroflot 6502 che portò alla morte di 70 persone per una scommessa tra piloti.
La scommessa che portò all’incidente del volo Aeroflot 6502
Leggendo quanto segue potreste trovarvi a pensare che sia tutto frutto di una storia inventata, ma quella dell’incidente del volo Aeroflot 6502 è, purtroppo, una storia vera.
Il 20 ottobre 1986, un volo nazionale sovietico partì da Sverdlovsk con destinazione Groznyj, dopo uno scalo all’aeroporto di Kujbysev-Kurumoc. L’aereo era un Tupolev Tu-134A e l’equipaggio era formato dal comandante Aleksandr Kljuev, dal copilota Gennadij Žirnov, dal navigatore ufficiale Ivan Mochonko, dal tecnico di volo Kjuri Chamzatov e dai tre assistenti di volo. Oltre i 7 membri dell’equipaggio, sul volo sono presenti 87 passeggeri. Il decollo avviene con successo e per la prima parte del volo, non si presenta alcun problema. Arrivati vicino al primo scalo, il comandante, forse annoiato, decide di proporre una scommessa al primo ufficiale. Infatti, il comandante Kljuev, sicuro delle sue abilità, era convinto di riuscire a far atterrare il velivolo senza alcun contatto visivo con la pista e senza l’aiuto della torre di controllo. Il copilota non si tirò indietro.
L’incidente del volo Aeroflot 6502. Cosa successe?
Quando il comandante propose la sfida, probabilmente, il primo ufficiale rimase incredulo ma, essendo Kljuev un suo superiore, a lui non rimase che accettare. Così, alle 15.48, a un’altitudine di 1300 piedi (circa 400 metri), il comandante ordinò all’ingegnere di volo di tirare le tende sul parabrezza della cabina di pilotaggio e avviò la manovra di discesa. Non abbiamo registrazioni di ciò che accadde nella cabina, ma sappiamo per certo che il pilota ignorò più volte gli allarmi di prossimità. Ai primi segnali, il controllore del traffico aereo suggerì a Kliuyev un approccio Ndb (Non-Directional Beacon), un radiofaro non direzionale, per riprendere quota. Il comandante non seguì il consiglio e continuò ad ignorare i segnali del Ground Proximity Warning System. Ad un’altitudine di 200 piedi (circa 65 metri), il controllore suggerì di abortire l’atterraggio ed eseguire una manovra di riattaccata ma, ancora una volta, Kljuev lo ignorò. L’aereo toccò il suolo a 280 chilometri orari, si ribaltò ed esplose in fiamme. 63 persone morirono nello schianto e altre 7 in ospedale.
Il processo e la risonanza mediatica
Tra i 70 morti dell’incidente, contiamo anche il copilota Žirnov che provò ad aiutare i passeggeri superstiti, prima di morire lui stesso per un infarto. Il pilota Kljuev, invece, sopravvisse, venne arrestato, processato e condannato a 15 anni di carcere. La sentenza fu emessa dalla Corte Suprema della Federazione Russa che affermando che l’incidente era completamente evitabile. Di questi 15 anni, però, ne scontò solo 6.
L’intero processo avvenne nel silenzio e nella segretezza più assoluta. Infatti, le autorità dell’Unione Sovietica fecero di tutto per nascondere l’incidente del volo Aeroflot 6502, anche considerando il clima di forti tensioni politiche di quel periodo: la Guerra Fredda. Subito dopo il disastro, i soccorritori scattarono diverse foto dell’aereo in fiamme, ma queste immagini furono recuperate dal Kgb e tenute segrete per anni. Inoltre, secondo le cronache del tempo, Kljuev durante il processo, appariva calmo e tranquillo. Forse era consapevole del danno che aveva causato e che la colpa fosse solo sua, o forse si era semplicemente rassegnato al suo destino.
Cos’è il Ground Proximity Warning System?
Tralasciando per un secondo la sconsideratezza del pilota, l’incidente del volo Aeroflot 6502 era comunque evitabile. Infatti, durante gli ultimi istanti, mentre il velivolo si avvicinava al suolo, i segnali di pericolo dell’aereo sono entrati in funzione per avvertire i piloti. Uno di questi è il Ground Proximity Warning System (GPWS): un sistema elettronico di segnalazione che avverte l’equipaggio di eventuali situazioni di pericolo. Il GPWS sfrutta un radar altimetro per controllare in tempo reale l’altitudine dell’aereo, mentre un computer riceve dati sull’assetto del velivolo e valuta eventuali pericoli. Inoltre, nelle ultime versioni, il GPWS sfrutta anche tecnologia satellitare per confrontare l’inviluppo di volo con il profilo del terreno davanti all’aereo. In questo modo, riesce a valutare meglio i pericoli e avvisa i piloti con un sufficiente margine di tempo. In particolare, assume un ruolo importante nelle fasi di avvicinamento e atterraggio.
Il GPWS entra in gioco in diverse situazioni:
- se il rateo di discesa è troppo elevato, il sistema avvisa i piloti con il messaggio “Sink rate, pull up”. Più è alto il rateo di discesa prima il sistema notificherà l’allarme.
- con il messaggio “Terrain, pull up“, dopo aver analizzato la traiettoria, segnala un rischio sul terreno e calcola una nuova traiettoria.
- se dopo il decollo il velivolo perde quota, il GPWS allerta i piloti con un “Don’t sink“
- quando l’inviluppo di volo non è compatibile con la configurazione di volo, il Ground Proximity Warning System lancia il messaggio “Too low, terrain/Too low, gear/Too low, flaps“
- il GPWS sfrutta anche i dati del glideslope per controllare il volo e se l’aereo ha una traiettoria inferiore a quella ottimale, ai piloti compare il messaggio “Glideslope“
Cos’è l’Ndb che avrebbe potuto evitare l’incidente del volo Aeroflot 6502?
Oltre al Ground Proximity Warning System, l’affidamento ad un altro sistema avrebbe potuto evitare l’incidente del volo Aeroflot 6502: l’Ndb o Non-Directional Beacon.
Questo è un radiofaro non direzionale che viene usato pe la navigazione strumentale, soprattutto nelle procedure di avvicinamento. L’Ndb trasmette segnali omnidirezionali ad un’antenna a bordo dell’aereo, mentre un ADF sfrutta questo segnale per determinare la direzione del velivolo e la posizione rispetto all’Ndb. In questo modo, il pilota può seguire il segnale per avviare una rotta verso il trasmettitore.
Questo è proprio ciò che Kljuev avrebbe dovuto e potuto fare per evitare lo schianto e salvare la vita di 70 persone.