Cosa è la Panspermia? È una teoria valida?
L’ipotesi della panspermia suggerisce che la vita sia iniziata sulla Terra quando i “semi” della vita, già presenti nell’universo, sono arrivati qui dallo spazio. Come sono arrivati qui questi semi, o microbi? I metodi di trasporto proposti includono meteoriti, comete e veicoli spaziali.
Uno sguardo al passato della panspermia
Le speculazioni sulle origini della vita sulla Terra esistono sin dagli albori della civiltà. Il filosofo greco Anassagora (500-428 a.C.) affermò che i semi della vita sono presenti ovunque nell’universo. Lui ha coniato il termine panspermia per descrivere il concetto della vita che viaggia tra i pianeti attraverso i semi. Gli altri filosofi greci, Anassimandro (588-524 a.C.) e Talete (624-548 a.C.), menzionarono il punto filosofico della teoria della panspermia. Anche molti famosi scienziati del diciannovesimo secolo hanno scritto di questa teoria. Tra gli altri, Svante Arrhenius nel 1903, ha ipotizzato che le spore microscopiche siano trasferite attraverso lo spazio interplanetario per mezzo della pressione di radiazione solare.
La formulazione moderna
Nella formulazione moderna, ci sono tre fasi previste:
- Fuga, da un pianeta;
- Transito, il percorso nello spazio interplanetario;
- Atterraggio, su un pianeta destinatario.
Da allora, ogni fase è stata studiata dando credito all’ipotesi. Ad esempio:
- La possibilità che le spore microbiche riescano a fuggire da un pianeta è stata supportata dalla cattura di microbi radioresistenti nelle alte quote terrestri;
- Dagli esperimenti spaziali condotti in orbite terrestri e sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS), è stato scoperto che i microbi sopravvivono alle orbite terrestri basse (LEO) sotto una certa protezione dall’intensa radiazione solare UV.
Il riscaldamento dell’atmosfera dovuto all’attrito è il problema principale durante il rientro sul pianeta con l’atmosfera. Tuttavia, poiché il tempo trascorso sotto un forte attrito è generalmente dell’ordine di poche decine di secondi, la quantità di calore generata potrebbe non essere sufficiente per uccidere tutte le spore, specialmente se si fa l’autostop all’interno dei meteoriti.
L’ipotesi della panspermia è stata modificata e ripresa rispetto alla sua proposta originaria e, ha dato una nuova prospettiva alle esplorazioni di Marte o delle lune ghiacciate di Giove e Saturno.
La panspermia e gli scienziati
Quando gli scienziati affrontano la questione di come sia iniziata la vita sulla Terra o altrove, i loro sforzi generalmente si concentrano sul capire come le molecole non biologiche si sono legate. Inoltre, di come sono diventate sempre più complesse e, alla fine come hanno raggiunto il punto in cui potrebbero replicarsi o potrebbero utilizzare fonti di energia.
I ricercatori stanno lavorando da tempo per comprendere questo processo molto lungo e tortuoso. Alcuni hanno cercato di ricavare una vita sintetica unendo specifici componenti ed energia. Alcuni progressi sorprendenti sono stati compiuti in entrambi questi sforzi, ma molti misteri inspiegabili rimangono al centro dei processi. Sicuramente nessuno si aspetta che l’origine della vita sulla Terra, o altrove, venga pienamente compresa presto.
I dubbi della scienza
A complicare ulteriormente il quadro della situazione, è la storia. La Terra primordiale è caratterizzata dal calore estremo causato dal bombardamento di meteoriti. Ma soprattutto dall’enorme impatto di circa 4,5 miliardi di anni di un corpo dalle dimensioni di Marte che è diventato, in successione, la nostra luna. Di conseguenza, moltissimi ricercatori pensano che il pianeta fosse inabitabile fino a circa 4 miliardi di anni fa.
Eppure, alcuni sostengono che i segni della vita sulla Terra 3,8 miliardi di anni fa siano stati rilevati nella documentazione rupestre. Inoltre, che le forme di vita fossero certamente presenti 3,5 miliardi di anni fa. Considerando il ritmo dolorosamente lento dell’evoluzione iniziale, il pianeta dopotutto, ha sostenuto solo la vita unicellulare per diversi miliardi di anni prima che emergesse la vita multicellulare. Alcuni ricercatori sono scettici sulla probabilità che la vita basata sul DNA si sia evoluta nella finestra relativamente breve tra quando la Terra è diventata abbastanza fredda da sostenere la vita e le prime prove della vita effettiva.
SETG, Ricerca di genomi extraterrestri
Quindi, cos’altro da una prospettiva scientifica e non religiosa, potrebbe aver messo in moto il processo che ha fatto della non-vita, la vita? Una risposta a lungo considerata ma generalmente rapidamente respinta è la panspermia. Questa teoria invoca la condivisione della vita tramite meteoriti da un pianeta all’altro o, la consegna dei semi da parte di una cometa.
In questo contesto, la domanda generalmente sollevata è se la Terra potrebbe essere stata seminata dalla vita marziana (se fosse esistita). L’ipotesi che Marte potesse essere molto più abitabile nel suo primo periodo della Terra sta diventando sempre più accettata. Ma, nulla toglie che la panspermia possa essere avvenuta in senso contrario: dalla Terra ad altri pianeti del sistema solare.
Un team di eminenti scienziati del MIT e di Harvard è sufficientemente convinto della plausibilità della panspermia. Infatti hanno speso un decennio e, una discreta quantità di impegno della NASA e altri finanziamenti, per progettare e produrre uno strumento che possa essere inviato su Marte e potenzialmente rilevare il DNA o l’RNA più primitivo. In altre parole, la vita non solo potrebbe essere simile a quella sulla Terra, ma in realtà è stata consegnata molto tempo fa dalla Terra stessa. Il progetto si chiama The Search for Extraterrestrial Genomes, o SETG (Ricerca di genomi extraterrestri).