Agenzie spaziali

Ucraina invasa dalla Russia: il futuro delle partnership spaziali con Europa e USA

Il progresso del settore aerospaziale e, in particolare, la creazione della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) ha permesso di abbattere diverse barriere tra i Paesi. Per raggiungere questo obiettivo, infatti, gli Stati partecipati al progetto hanno dovuto collaborare a stretto contatto. Inoltre, all’interno della ISS si sono sempre alternati astronauti di tutti i Paesi. Ad esempio, al momento, due cosmonauti russi, un astronauta europeo e quattro americani vivono insieme in orbita. Un simbolo di intesa e collaborazione tra i diversi Paesi che, però, dopo i recenti avvenimenti perde di valore. Alle 3.50 circa del 24 febbraio (ora italiana) abbiamo assistito all’Ucraina invasa dalla Russia, quale sarà il futuro delle partnership spaziali tra Europa e Russa?

I rapporti tra le agenzie spaziali sono in crisi dopo che l’Ucraina è stata invasa dalla Russia?

L’Agenzia Spaziale Europea (ESA) riunisce in un’importante collaborazione, ben 22 Paesi europei (l’Ucraina non è uno di questi) e negli anni ha avviato svariate importanti collaborazioni anche con altre agenzie. Una di queste, ad esempio, è l’agenzia spaziale russa Roscosmos che ha contribuito a molte missioni spaziali. Quindi, la domanda che sorge spontanea, alla luce dei recenti avvenimenti che vede l’Ucraina invasa dalla Russia, è quale sia il futuro delle partnership spaziali. Al momento, l’Agenzia Spaziale Europea ha rifiutato di commentare eventuali ripercussioni che la situazione Russia-Ucraina potrebbe comportare per i progetti spaziali congiunti. Tra questi, il progetto più importante al momento è il rover Rosalind Franklin della missione ExoMars, il primo rover europeo progettato per atterrare su Marte. In ogni caso, la scelta forte di scogliere i legami di partnership tra le agenzie avrebbe importanti implicazioni.

Rover Rosalind Franklin. Credit: ESA

Il progetto Rosalind Franklin di ExoMars e il suo futuro incerto

Dopo l’ordine di Putin che ha visto l’Ucraina invasa dalla Russia, il futuro delle partnership spaziali tra Europa e Russia è a rischio. In questo panorama, la missione che più sarebbe interessata da un eventuale rottura dei rapporti è la ExoMars e, in particolare, il progetto del rover Rosalind Franklin.

La missione, che dovrebbe partire a settembre di quest’anno, avrà come obiettivo quello di ricercare tracce di vita sotto la superficie di Marte. Il Rosalind Franklin diventerebbe il primo europeo ad atterrare su Marte e, una volta arrivato, comincerebbe la sua attività di perforazione grazie ad un trapano di 2 metri. La missione, dunque, rappresenterebbe un momento molto importante per l’esplorazione spaziale e, inoltre, è una tra le missioni più attese in quanto è stata rimandata più volte.

L’odissea di ExoMars comincia nel 2012 quando, a seguito di diversi tagli al budget della NASA, la missione rischiò di essere cancellata. Fortunatamente, nell’accordo tra ESA e NASA, intervenne la Roscosmos permettendo di portare avanti il progetto. Così, i lavori continuarono e nel 2018 fu programmato il lancio che, però, fu rinviato per problemi ai paracadute di atterraggio. Finalmente, a settembre avremmo dovuto assistere alla partenza della missione, ma allo stato attuale non possiamo più esserne così sicuri.

Credit: account twitter SSU (Secret Service of Ukraine)

Ucraina invasa dalla Russia: i progetti spaziali che ne potrebbero risentire

Oltre alla missione ExoMars, la Roscosmos ha un ruolo importante anche in altri progetti che potrebbero risentire dell’attuale situazione in Ucraina.

La scienza trascende la politica e siamo sicuri che tutto vada bene per il lancio

–          Andrew Coates, professore di fisica e scienziato planetario presso l’University College di Londra

Per la ExoMars, infatti, la Roscosmos non fornirà solo il suo lanciatore Proton, ma ha anche costruito la piattaforma di atterraggio Kazachok. Inoltre, nel 2016, ha lanciato il Trace Gas Orbiter (TGO), che costituisce la prima parte della missione. Ma la Russia è impegnata anche in altre collaborazioni. Infatti, la Roscosmos fornisce i razzi Soyuz per i voli Arianespace e con questo la Russia può entrare più agevolmente nel mercato dei lanci commerciali. Guardando all’Ucraina invasa dalla Russia, il pensiero ricade anche su cooperazioni già programmate per il futuro. L’ESA ha pianificato di sviluppare nuovi lanciatori e una serie di nuovi satelliti in sinergia con la Roscosmos. Il progetto dei satelliti, inoltre, potrebbe diventare una missione di grande spessore e importanza, in quanto ha l’obiettivo di studiare gli effetti dello spazio sugli organismi viventi.

Uno della serie di tweet del capo dell’agenzia spaziale russa Roscosmos, Dmitry Olegovich Rogozin, come replica al Presidente USA Biden. Credit: account twiter ufficiale di Dmitry Olegovich Rogozin.

Le sanzioni di Biden contro la Russia: una risposta all’Ucraina invasa dalla Russia

Mentre l’ESA non ha ancora attuato alcun blocco contro il settore aerospaziale russo, l’America ha già cominciato a sanzionare la Russia pure su quel fronte. Già nella prima giornata di attacchi, Biden ha annunciato severe contromisure, come risposta all’Ucraina invasa dalla Russia. Comincerà, dunque, col bloccare oltre la metà delle importazioni high-tech dalla Russia, una soluzione che avrà, senz’altro ripercussioni importanti, sui futuri progetti aerospaziali che coinvolgono la Roscosmos. La risposta del capo dell’agenzia spaziale russa non tarda ad arrivare. Attraverso diversi suoi tweet molto duri, condanna pesantemente le scelte del presidente Biden e afferma che le sanzioni contro la Russia mettono a repentaglio l’esistenza della Stazione Spaziale Internazionale. A proteggere la ISS, infatti, dai tanti detriti spaziali prodotti dai “talentuosi uomini d’affari che inquinano l’orbita”, sono i motori delle navette cargo russe ‘Progress’. La stazione Spaziale Internazionale, infatti, nasce e si fonda su una stretta collaborazione tra diversi Paesi, tra cui anche la Russia. In questa collaborazione, i moduli russi forniscono la spinta necessaria al mantenimento in quota. Quindi, che il futuro della ISS sia in pericolo?