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I “voli fantasma” di Lufthansa: Ryanair risolve il problema

La pandemia ha colpito, senz’altro, svariati settori ed uno di questi è quello aeronautico. A causa delle diverse restrizioni, infatti, il numero di viaggiatori è calato drasticamente. Questo non comporta solo un mancato incasso per la mancata vendita di biglietti, ma è anche causa di un altro fenomeno che sta affliggendo alcune compagnie: i voli fantasma. Alcune compagnie europee, come Lufthansa, infatti, sono costrette a far decollare aerei totalmente vuoti per evitare di perdere gli slot orari più vantaggiosi. Questo a causa di un regolamento che mira a favorire la concorrenza ma che ha avuto dei risvolti negativi per le compagnie e per l’ambiente. In questo panorama, entra in gioco un’altra compagnia per risolvere il problema dei “voli fantasma” di Lufthansa: Ryanair che ha trovato una soluzione semplice.

Un clamoroso paradosso quello dei “voli fantasma” di Lufthansa ma Ryanair propone una soluzione semplice per risolvere il problema.

Il regolamento e la causa dei “voli fantasma” di Lufthansa e Ryanair

L’UE ha adottato una serie di regolamentazioni per permettere alle giovani compagnie di crescere. Una di queste riguarda gli slot orari, infatti, tutte le compagnie aeree devono usare almeno l’80% dei loro slot orari per evitare di perderli. Le compagnie che occupano le fasce orarie migliori, pur di non perderle a causa del calo dei biglietti venduti, dunque, fanno volare aerei completamente vuoti. All’inizio della pandemia, la Commissione aveva eliminato questi requisiti per gli slot e più avanti li aveva adattati spostando il limite dall’80% al 50%. Questa soglia, però, salirà fino al 64% nei mesi estivi (da marzo a ottobre) di quest’anno. Infatti, dalle previsioni del traffico di Eurocontrol, il traffico aereo è stimato tra il 73% e il 78%, rispetto ai livelli pre-pandemia, e all’88% per tutto il 2022. Inoltre, una clausola per cause di forza maggiore, permette di non utilizzare lo slot se la compagnia non è in grado di operare una rotta. Questo ha portato ai “voli fantasma” di Lufthansa con Ryanair che ha suggerito una semplice soluzione.

Un clamoroso paradosso quello dei “voli fantasma” di Lufthansa ma Ryanair propone una soluzione semplice per risolvere il problema.

I “voli fantasma” di Lufthansa: Ryanair come risolve il problema?

I cieli dell’Europa sono pieni di “voli fantasma” di Lufthansa e Ryanair ha proposto una soluzione per risolvere questo problema economico e ambientale. Infatti, Lufthansa aveva avvertito che sarebbe stata costretta a effettuare 18mila voli inutili durante l’inverno, per mantenere i propri orari di decollo e atterraggio. Dopo questa dichiarazione, la risposta di Ryanair non ha tardato ad arrivare. La compagnia irlandese, infatti, accusa la concorrente tedesca di piangere “lacrime di coccodrillo” e pressare Bruxelles solo per proteggere i propri slot. Secondo Ryanair, queste regole sono necessarie per permettere una giusta concorrenza tra le compagnie e Lufthansa non è l’unica a vivere il problema dei “voli fantasma”. La soluzione per ovviare al problema esiste ed è semplice: ridurre il costo dei biglietti e premiare i consumatori europei.

Un clamoroso paradosso quello dei “voli fantasma” di Lufthansa ma Ryanair propone una soluzione semplice per risolvere il problema.

Un paradosso europeo: l’inquinamento dei voli vuoti e gli obiettivi per il 2030

Come è ovvio pensare, il problema dei “voli fantasma” di Lufthansa e Ryanair, non è solo un problema economico per le compagnie ma anche, e soprattutto, un problema ambientale. L’aereo è, infatti, il mezzo di trasporto più inquinante: produce 285 grammi di CO2 per ogni passeggero per ogni chilometro percorso. Un numero che assume maggior significato se paragonato al consumo delle auto di circa 42 grammi e se, soprattutto, si pensa che deve essere moltiplicato per le migliaia di aerei che volano ogni giorno. Eliminare i “voli fantasmi”, dunque, rappresenterebbe un ottimo guadagno climatico. Inoltre, gli aerei costretti dalle normative europee a volare vuoti, contribuendo all’inquinamento, sono un controsenso se si pensa all’obiettivo della stessa Europa per il 2030. L’Europa, infatti, ha varato un piano per ridurre del 55%, rispetto ai livelli del 1990, le emissioni di gas climalteranti entro il 2030.