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Rocket Lab e la missione “Amore a prima vista” per BlackSky

Il lancio della Rocket Lab è avvenuto ieri mattina, precisamente alle 2:38 (ora italiana) dalla base di lancio dal Launch Complex 1 della penisola di Mahia in Nuova Zelanda. Il vettore Electron ha permesso di portare in orbita ben due satelliti BlackSky per l’osservazione multispettrale della Terra.

Di cosa si occupa la Rocket Lab?

La Rocket Lab è un’industria statunitense privata nata con lo scopo di sviluppare lanci e razzi spaziali per piccoli satelliti. La società venne fondata nel 2006 da Peter Beck in Nuova Zelanda, stabilendo un sito centrale negli USA nel 2013. Soltanto nel novembre del 2009 la Rocket Lab conquista una posizione nell’ambito delle missioni spaziali. La data coincide con il lancio di Atea-1, il primo razzo suborbitale prodotto da una compagnia privata dell’emisfero australe.

Nel 2010 la Rocket Lab ha ottenuto un contratto dalla NASA per sviluppare lanciatori che portassero in orbita CubeSat. Il CubeSat è un satellite in miniatura, con massa non superiore a 1.33 kg che utilizza componenti COTS (Commercial Off-the-Shelf component). Questi componenti includono tutti gli hardware e software che si trovano sul mercato, quindi che non hanno particolari specifiche tecniche e non sono adatti all’ambiente spaziale. Semplicemente il loro lavoro è quello di adattarsi all’ambiente stesso. L’industria fino ad oggi complessivamente ha portato in orbita circa 107 satelliti con soli 22 lanci del razzo Electron.

Vettore di lancio della Rocket Lab

La Rocket Lab si serve di due lanciatori: Atea ed Electron. La missione nominata “Amore a prima vista” ha utilizzato il secondo dei due. Si tratta di un lanciatore a propellente liquido composto da due stadi. Rutherford i motori sviluppati dalla Rocket Lab, forniscono la spinta necessaria per portare in orbita eliosincrona un payload massimo di 150 kg. La particolarità di questo motore è la sua realizzazione! Infatti esso è quasi interamente prodotto con stampa 3D in cui un fascio di elettroni fonde una polvere metallica. Il primo test sul motore venne effettuato nel maggio del 2017, ma si rivelò un fallimento. Oltre la quota di 224 km, pur avendo un comportamento nominale, non riusciva a trasmettere i dati di telemetria, per cui si eseguì un’autodistruzione.

Love At First Insight (Amore a prima vista)

“Amore a prima vista” è il nome insolito della missione effettivamente iniziata la scorsa mattinata. Lo scopo della missione è quello di portare in orbita, ad una quota di 430 km l’ottavo ed il nono satellite della costellazione BlackSky. Il secondo, non per importanza, obiettivo della missione è quello di permettere un recupero del motore del primo stadio dell’Electron. Il recupero non avverrà tramite un ammaraggio (in mare), ma il motore effettuerà uno splashdown controllato, cadendo su un elicottero. In questo modo si proteggerà il motore dalla corrosione causata dalle acque salate, ottenendo un risparmio economico enorme durante la fase di manutenzione necessaria al recupero dello stesso. Con questa missione la Rocket Lab è andata molto vicina al suo obiettivo! Il CEO, infatti, in un post Twitter ha confermato non solo che l’ammaraggio è avvenuto con successo, ma anche che l’elicottero in volo era molto vicino al punto di contatto motore-acqua. L’elicottero ha lo scopo di controllare la comunicazione e seguire la traiettoria in fase di rientro, per la preparazione di future catture in aria.

Ammaraggio del primo stadio di Electron
Crediti Rocket Lab

La prossima missione (A Data With Destiny) non avverrà prima del Dicembre 2021. Il suo obiettivo sarà quello di portare in orbita altri due satelliti della costellazione BlackSky. In questo caso rimane ancora sconosciuta la fase di rientro del motore anche se ulteriori dettagli dovrebbero arrivare nelle prossime settimane. Per la realizzazione di tentativi mirati al recupero in volo bisognerà aspettare almeno il 2022.

Costellazione BlackSky

Costellazione BlackSky per l’osservazione terrestre
Crediti BlackSky Globas

La costellazione BlackSky è frutto dell’omonima startup fondata nel 2013 a Seattle, WA. Essa si pone l’obiettivo di immettere in orbita 60 satelliti con tempi di rivisitazione di poche ore. BlackSky Global (BSG) oltre ad essere un fornitore di immagini satellitari ad alte prestazioni (con una risoluzione di 1 m), è anche una società indipendente specializzata nel lancio di piccoli satelliti.