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Gli astrofili di Palidoro hanno scoperto due nuove stelle

Quante volte, nel bel mezzo di una notte senza nuvole, abbiamo alzato gli occhi al cielo, ammirando quell’infinito numero di puntini luminosi che chiamiamo stelle? E quante volte, magari anche solo rudimentalmente, abbiamo provato a orientarci nella volta celeste, magari sognando di scoprire una stella nuova e “tutta nostra”? Ebbene, con forse meno poesia ma sicuramente grande competenza astronomica, c’è chi ha preso alla lettera questo proposito. In questo modo si è riusciti nell’intento di registrare la scoperta di due nuove stelle.

Nelle scorse settimane, infatti, il team di ricerca “GUNVAG Team”, composto dalle associazioni Gruppo Astrofili Palidoro, Gruppo Astrofili Galileo Galilei, Osservatorio Astronomico Nastro Verde e Telescopio Remoto UAI (Unione Astrofili Italiani), ha individuato un nuovo sistema binario nella costellazione dell’Auriga. Di che cosa si tratta e perché è importante?

I sistemi binari di stelle

Abituati inconsciamente a considerare il Sole come modello di “stella tipo” presente nello spazio, potremmo dunque pensare che, proprio come il Sole, tutte le stelle dell’Universo siano astri isolati ripartiti nella Galassia. La realtà però è ben diversa: infatti, circa i due terzi delle stelle sono riunite a formare sistemi multipli. In questa particolare configurazione, le stelle che formano il sistema ruotano attorno ad un punto comune. Questo è il baricentro del sistema, e le stelle compiono ciascuna un’orbita ellittica, della quale il baricentro è uno dei due fuochi.

La maggior parte di tali sistemi è binario, vale a dire con due sole stelle, come ad esempio Sirio, una delle più famose di questo genere. Tuttavia, esistono anche sistemi tripli, quadrupli e perfino sestupli. Inoltre, non bisogna confondere le stelle doppie fisiche con quelle ottiche, cioè quelle che noi percepiamo essere associate, ma solo per un semplice effetto prospettico (per esempio, Mizar e Alcor, le stelle della “coda” dell’Orsa Maggiore).

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Rappresentazione schematica di un sistema binario di stelle

Tornando quindi alla scoperta del GUNVAG Team, gli astrofili hanno individuato un nuovo sistema binario. I corpi celesti sono stati rilevati a una distanza di circa 9.300 anni luce dalla Terra. Le due stelle effettuano una rivoluzione completa l’una intorno all’altra in 1 giorno 19 ore e 40 minuti.

Le stelle doppie rivestono una particolare importanza, perché a volte permettono di  misurare le masse delle stelle componenti, analizzando i parametri dell’orbita relativa e utilizzando le leggi di Keplero.  Questo è fondamentale per poter assegnare una massa tipica ad una stella di un determinato tipo spettrale e quindi per fornire un riscontro alle teorie dell’evoluzione stellare.

Un’impresa non semplice per gli astrofili di Palidoro

Il nuovo sistema binario, battezzato GUNVAG_V11, come detto si trova nella costellazione dell’Auriga: si tratta di una costellazione visibile nei mesi invernali nell’emisfero boreale. Elencata già da Tolomeo nelle sue 48 costellazioni, è anche una delle 88 costellazioni moderne. La sua stella più brillante è Capella (α Aurigae), che la mitologia associa alla capra Amaltea che allattò Zeus, mentre le tre stelle adiacenti (ε, ζ e η Aurigae) sono invece chiamate “i capretti”. Luminosa e appariscente, l’Auriga è un punto di riferimento imprescindibile per l’identificazione di un buon numero di stelle e costellazioni nei cieli autunnali e invernali.

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Credits: EDU INAF

La parte centrale dell’Auriga è inoltre attraversata da un ricco tratto del piano della Via Lattea e abbonda di stelle deboli di fondo, ben visibili a occhio nudo nelle notti più limpide. Inoltre, si trovano diversi oggetti celesti appartenenti alla nostra Galassia, come brillanti ammassi e nebulosità diffuse. Anche per questo, per gli astrofili non è stato facile individuare la nuova coppia di stelle: infatti lo studio che li ha poi condotti alla scoperta è durato più di un anno e ha richiesto una mole di osservazioni enorme, sommate ovviamente a una precisa e attenta misurazione e interpretazione dei dati.

La scoperta delle due stelle è stata ufficialmente registrata

Molto difficile, infine, è stato ottenere la certificazione della scoperta: attività che ha visto gli astrofili impegnati nel confrontare i dati ottenuti con quelli osservati dall’Osservatorio Palomar in California (ZTF). La scoperta di questo sistema binario è però ormai consultabile nel database internazionale delle stelle variabili (VSX). Lo studio tuttavia non si conclude qui, anzi buona parte del lavoro deve ancora essere svolta. Gli astrofili, infatti, dovranno ora caratterizzare e capire come sono fatte le due stelle in coppia.

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Un estratto dello studio che ha portato alla scoperta e l’immagine delle due nuove stelle

Articolo a cura di Alessandro Aimasso