Marte, InSight rileva tre terremoti nell’arco di un mese
La missione di InSight
La missione InSight della NASA, abbreviazione di Interior Exploration using Seismic Investigations, Geodesy and Heat Transport, ha inizio nel maggio del 2018. Sin da allora il lander InSight ha il compito di analizzare il Pianeta Rosso per la prima volta dalla sua formazione, 4,5 miliardi di anni fa. Si tratta del primo esploratore robotico inviato nello spazio profondo, per poter studiare crosta, mantello e nucleo di Marte, alla ricerca di eventuali terremoti e segni di vita.
Questo studio approfondito della struttura interiore di Marte potrebbe aiutare a rispondere a diverse domande importanti. Tra queste abbiamo dei quesiti aperti circa la prima formazione di pianeti ed esopianeti rocciosi, tra cui anche Mercurio, Venere e Terra. Il lander indaga sul pianeta studiando i segnali vitali di Marte, quindi principalmente la sua sismologia (monitoraggio di impulsi) e i flussi di calore a cui risale tramite rilevamento di temperature. Queste analisi seguono di fatto gli obiettivi chiave di InSight, ovvero studio della formazione e evoluzione del Pianeta Rosso, e analisi del livello di attività tettonica.
Scosse di terremoto su Marte
Lo scorso 18 settembre il lander InSight ha festeggiato il suo millesimo giorno marziano, anche detto Sol. In questa occasione speciale, il robot esploratore è stato in grado di rilevare uno dei più grossi e duraturi terremoti che siano mai stati osservati su Marte. Si stima che tale Marsquake abbia avuto una intensità di magnitudo 4.2 per una durata complessiva di circa 1 ora e mezza.
In realtà non si tratta dell’unico fenomeno sismico rilevato da InSight nel periodo più recente. Infatti, il lander ha osservato ben 3 terremoti nell’arco temporale di un mese. Lo scorso 25 agosto il sismometro ha registrato 2 scosse di magnitudo pari a 4.2 e 4.1. Terremoti caratterizzati da energia circa cinque volte superiore rispetto all’ultimo fenomeno sismico registrato su Marte nel 2019.
InSight, ingegno per osservare i terremoti
InSight è riuscito nella rilevazione dei terremoti nonostante i livelli di potenza del lander non fossero propriamente rassicuranti. Infatti, l’orbita fortemente ellittica di Marte ha portato il robot ad essere più lontano dal Sole durante i mesi recenti. Questo ha determinato la presenza di temperature più basse, ragione per cui InSight ha dovuto alimentare i suoi riscaldatori e cercare di risparmiare energia spegnendo temporaneamente altri strumenti.
Inoltre, la generazione di energia si è fatta più complicata per il robot nel momento in cui i suoi pannelli solari si sono trovati ricoperti da polvere rossa. Per risolvere questo problema, il team della NASA ha usato un approccio piuttosto pragmatico. Sfruttando il braccio robotico di InSight, è stata spostata una sufficiente quantità di polvere in vicinanza al pannello solare interessato. A quel punto, le raffiche di vento di Marte hanno completato l’opera muovendo questi cumuli di sabbia sul pannello, di fatto pulendo la sua superficie.
Insomma, una tecnica super-efficiente e tempestiva. Infatti, se il team non avesse agito in maniera veloce, il lander InSight avrebbe sicuramente perso l’occasione di poter registrare tutti questi dati sismici di notevole interesse. Peraltro, con la ripresa dei pannelli solari e il nuovo avvicinamento di Marte al Sole, gli indici di potenza dello spacecraft tornano ad assumere valori rassicuranti.
Le analisi sui terremoti registrati da InSight
I primi due terremoti di Marte registrati da InSight, durante lo scorso agosto, sono stati analizzati trovando risultati interessanti. In particolare, quello più intenso (magnitudo 4.2) è il fenomeno sismico più distante ad essere mai osservato, circa 8500 kilometri dal sismografo marziano. Gli scienziati sono ora al lavoro per risalire alla zona di origine di questo terremoto e alla direzione seguita dalle onde sismiche.
Una tipica zona già nota per l’origine di forti scosse, ovvero Cerberus Fossae, è stata già scartata perché troppo vicina al lander. Mentre, altra zona candidata è quella di Valles Marineris, regione caratterizzata dal canyon più lungo del Sistema Solare (4000 km di lunghezza con 7 km di profondità) che solca l’equatore di Marte. Il centro di questa regione si trova a circa 9700 kilometri da InSight, qualcosa di ragionevole.
La sorpresa per gli scienziati sta nel fatto che i primi due terremoti, di agosto, sono di tipo diverso. Il primo e più intenso era costituito da vibrazioni a bassa frequenza, al contrario il secondo (più vicino, registrato a 925 kilometri) era dominato da alta frequenza. Questa sorpresa è allo stesso tempo una eccellente notizia per gli scienziati. Infatti, il sismografo di InSight è stato capace di caratterizzare diversi tipi di terremoti rilevandone i segnali durante il giorno marziano, cosa più difficile a causa delle raffiche di vento che generano rumore. Ciò significa che lo strumento è in grado di raccogliere una varietà di dati importante, anche in condizioni avverse, dai quali si possono ricostruire profondità e spessori di crosta e mantello del Pianeta Rosso.
Verso le prossime rilevazioni di InSight
Adesso, per il team NASA Mars InSight, si prospetta una ulteriore attività di pulizia dei pannelli solari. Infatti, questa funzione potrebbe rendersi necessaria a causa della prossima congiunzione di Marte con il Sole. In quel periodo temporale, infatti, InSight dovrà continuare a rimanere in ascolto delle vibrazioni marziane, senza poter contare sulle comunicazioni radio da Terra.