Quante volte abbiamo visto un film in cui l’umanità era minacciata dall’arrivo di un asteroide? E se ciò accadesse realmente? In effetti, la possibilità di venire colpiti da un asteroide pericoloso è concreta, anche se non imminente, e per questo le diverse agenzie spaziali monitorano continuamente i cieli. Ma non si sono fermati a questo. La NASA, infatti, ha avviato il primo programma di difesa planetaria: il DART (Double Asteroid Redirection Test). In questo panorama, l’Italia non rimane indietro ad osservare e con LiciaCube di Argotec, farà parte di questo sistema di difesa planetaria DART.
Il progetto DART è diretto dalla John Hopkins APL (Applied Physics Laboratory) con il supporto di altri centri della NASA. L’obiettivo principale di questo sistema è prevenire l’impatto di possibili asteroidi pericolosi. Come riuscirà a farlo? Il sistema devierà il percorso degli asteroidi potenzialmente pericolosi usando la tecnologia degli impattatori cinetici che colpendo un asteroide ne modificano velocità e percorso. Il lancio, però, servirà solo a testare le effettive capacità delle tecnologie a bordo, come LiciaCube di Argotec, che faranno parte del sistema di difesa planetaria DART. Un lancio dimostrativo, perciò, che avrà come obiettivo il sistema di asteroidi Didymos. Questo sarà, dunque, solo un punto di partenza per tecnologie e missioni future di difesa planetaria. Infatti, anche se al momento non c’è un pericolo imminente, dobbiamo essere pronti ad ogni evenienza. Inoltre, la riuscita di questa missione potrebbe giovare anche ad altri settori.
In questa prima importante missione di difesa planetaria non poteva mancare il marchio Made in Italy. Ancora una volta, infatti, Torino è in prima linea nel settore aerospaziale, questa volta con l’azienda Argotec. LiciaCube di Argotec, infatti, farà parte del sistema di difesa planetaria DART e si occuperà di raccogliere immagini e dati durante la missione. Dopo 11 mesi di viaggio, LiciaCube entrerà in funzione circa 5 giorni prima dell’impatto e fotograferà l’asteroide e i detriti e la polvere che genererà. Per questo compito, la piccola piattaforma di appena 30x20x10cm, sfrutterà potenti ottiche e software basati sull’intelligenza artificiale. I suoi strumenti le permetteranno di riconoscere i target, eseguire autonomamente manovre orbitali e rilevare immagini e dati scientifici. Le immagini acquisite saranno fondamentali per verificare la riuscita, o meno, della missione, per capire quali aspetti migliorare e per studiare la composizione dell’asteroide.
L’obiettivo del primo sistema di difesa planetaria sarà il sistema binario di asteroidi Didymos. Questi asteroidi non sono in rotta verso la Terra e non rappresentano un pericolo, ma, come detto prima, questa missione sarà sol dimostrativa. Didymos è formato da due asteroidi: quello più grande Didymos con un diametro di 780 metri e quello più piccolo lunare, Dimorphos, con 160 metri di diametro. I telescopi terrestri misurano la traiettoria di Dimorphos che orbita attorno a Didymos e rileveranno la variazione nell’orbita che si avrà dopo l’impatto con DART. Impatto che avverrà con Dimorphos a circa 21.000 km/h a 11 milioni di chilometri di distanza dalla Terra. A questo punto, LiciaCube di Argotec, in quanto parte del sistema di difesa planetaria DART, entrerà in funzione per raccogliere i dati. L’impulso generato da DART non sarà così forte da far intersecare l’orbita di Dimorphos con quella terrestre. Al contempo, sarà abbastanza forte da rendere la deviazione misurabile per i telescopi terrestri e da avvicinare le orbite dei due asteroidi.
Non solo LiciaCube di Argotec farà parte del sistema di difesa planetaria DART, ma anche diversi altri. La navicella DART è un cubo di circa 1,2 × 1,3 × 1,3 metri che contiene tutta la strumentazione: