Astronomia

Assegnata la medaglia di Dirac: la prima volta a un’italiana

Alessandra Buonanno, ricercatrice che lavora attualmente in Germania, è stata premiata con la medaglia di Dirac per le sue ricerche sulle onde gravitazionali. In particolare, all’italiana è stato riconosciuto il merito di aver contribuito a costruire una buona “base teorica” riguardo la loro rilevazione.

Medaglia di Dirac: cos’è e perché viene assegnato

Il premio Dirac, onorificenza che prende il nome dal fisico britannico Paul Dirac, è un riconoscimento che viene assegnato a coloro che si contraddistinguono per la portata delle loro ricerche nell’ambito della fisica teorica, della matematica e della chimica.

La medaglia di Dirac è assegnata ogni anno proprio dall’International Centre for Theoretical Physics (ICTP) di Trieste nel giorno della nascita del fisico Paul Dirac, ovvero l’ 8 agosto, e il vincitore si aggiudica “di diritto” una somma in denaro pari a 5000 dollari. Buonanno è la prima italiana a ricevere questo onore e la seconda donna nella storia ad aggiudicarsi questo prestigioso premio. 

La medaglia di Dirac alla prima italiana nella storia

Alessandra Buonanno. Credits: Velvetmag

Ma chi è Alessandra Buonanno? La ricercatrice, nata in provincia di Frosinone, è il capo della divisione di Astrofisica e Relatività Cosmologica dell’istituto Max Planck, facility che ha sede in Germania.
Tuttavia la sua formazione ha una storia tutta italiana. Buonanno, infatti, ha conseguito laurea, master e dottorato presso l’Università di Pisa, mentre a conseguito il post dottorato in suolo francese presso l’Institut des Hautes Etudes Scientifiques (IHES).

La ricercatrice ha anche collaborato con l’Institut d’Astrophysique de Paris (IAP) dal 2001 al 2004,  ha cooperato con  il Laboratoire Astroparticule et Cosmologie (APC ) di Parigi nel 2005 e persino con il Centre National de la Recherche Scientifique (CNRS).

Buonanno vanta anche una carriera nell’insegnamento come professore associato dal 2005 al 2010, come professore di Fisica dal 2010 al 2014. La sua carriera prosegue brillantemente come insegnante presso l’Università del Maryland dal 2014 e dal 2017 come professore onorario all‘Università Humboldt di Berlino e all’Università di Potsdam.

Un premio legato alla scoperta delle onde gravitazionale

Quest’anno il premio è stato assegnato alla ricercatrice italiana per le sue ricerche sulle onde gravitazionali, ovvero quelle perturbazioni dello spaziotempo che costituiscono delle vere e proprie “radiazioni” che possono essere generate in seguito alla variazione repentina di una massa cosmica.
Buonanno, assieme agli altri tre scienziati premiati nello stesso giorno, ha contribuito a determinare le proprietà delle onde gravitazionali che vengono prodotte durante la fusione di due buchi neri o di due stelle.

Queste ricerche sono risultate fondamentali al fine di poter determinare ed interpretare i dati raccolti da Ligo (Laser Interferometer Gravitational-Wave Observatory), ovvero l’osservatorio statunitense per il rilevamento delle onde gravitazionali nato grazie alla collaborazione fra gli scienziati del Caltech e dell’ MIT.

Un riconoscimento “bellissimo e inaspettato”

L’assegnazione del premio ha destato gioia e stupore soprattutto nella diretta interessata che infatti ha dichiarato all’Ansa:

È stata una bellissima sorpresa, non me l’aspettavo. Un bellissimo riconoscimento, non solo alla mia ricerca nel campo delle onde gravitazionali, ma per tutta la ricerca fatta negli ultimi 15 anni dal mio gruppo di lavoro nell’Università del Maryland e poi in Germania, nell’Istituto Max Planck per la Fisica gravitazionale di Potsdam.


La scienziata ringrazia altresì anche la preparazione acquisita in Italia durante i tempi universitari sostenendo: “sono molto grata all’Italia, per gli studi che ho fatto all’università di Pisa, prima per la laurea e poi per il dottorato, e penso che la preparazione che si può avere in Italia sia ancora di altissimo livello“. Buonanno ha affermato anche: “sono molto contenta di essere italiana e che l’Italia mi abbia permesso di ottenere risultati come quelli che mi hanno portato a questo riconoscimento”.

Una medaglia come punto di partenza e non di arrivo

Tuttavia il lavoro che vi è da fare ancora al fine di comprendere l’universo è complesso. Buonanno, infatti, ha asserito:

Ssiamo solo all’inizio. Potremmo fare un paragone con quanto è accaduto quando Galileo ha puntato il suo telescopio verso il cielo, dando inizio all’astronomia delle onde elettromagnetiche, da allora, dopo 400 anni continuiamo a scoprire nuovi oggetti astrofisici. Anche nel caso dell’astronomia gravitazionale, ci attendono secoli di scoperte importantissime


Il percorso dunque è appena cominciato, e per progredire sembra che sia necessario, tra le altre cose,  aumentare la sensibilità degli osservatori  Ligo e Virgo. Oltre a questi strumenti, infatti, nel prossimo futuro dovrebbero aggiungersi anche LIS (Laser Interferometer Space Antenna), l’europeo Einstein Telescope e l’americano Cosmic Explorer.

A cura di Luisa Bizzotto