Nel recente passato, Venere ha iniziato ad attrarre le attenzioni di tutta la comunità scientifica. Dopo diversi anni di esplorazione del nostro “vicino di casa” ancora molte dinamiche del pianeta non sono chiare. Scoprire i fenomeni che caratterizzano Venere rappresenterebbe un passo importante verso la conoscenza del sistema solare e della sua evoluzione. La nuova missione EnVision selezionata in questi giorni dall’Esa sarà protagonista di questo viaggio e si avvicinerà a questo misterioso pianeta cercando di regalare nuove informazioni.
EnVision sarà il prossimo orbiter dell’agenzia europea diretto verso Venere. Il suo obiettivo è quello di fornire una visione olistica del pianeta dai suoi strati più interni fino all’atmosfera. Inoltre, cercherà di capire come mai Venere abbia avuto un’evoluzione così diversa rispetto a quella del nostro pianeta.
Il Science Programme Committee di Esa ha selezionato la missione il 10 giugno. Questo progetto rientra nel piano Cosmic Vision dell’agenzia ed il suo lancio è previsto nei primi anni del prossimo decennio. Dunque l’entusiasmo dell’ Esa si unisce a quello della Nasa. Infatti, soli pochi giorni fa l’ente spaziale statunitense ha anch’esso annunciato due nuove missioni dirette verso Venere. Lo sforzo combinato delle due agenzie potrà portare ad una conoscenza senza precedenti di questo misterioso mondo.
Questa è la domanda più spontanea: da cosa nasce il forte interesse verso questo pianeta? La comunità scientifica ha iniziato ad interessarsi molto a questo pianeta negli ultimi anni. La motivazione è che Venere è un pianeta vicino alla Terra che potrebbe rilasciare interessanti scoperte determinanti nello studio del sistema solare. Inoltre, vista la sua vicinanza alla Terra, potremmo scoprire delle dinamiche evolutive che hanno coinvolto anche il nostro pianeta.
Da diverso tempo gli scienziati si sono chiesti come mai, nonostante le dimensioni e la composizione simile a quella della Terra, Venere abbia subito un drastico cambiamento climatico. Infatti, il pianeta è tutto fuorché ospitale e abitabile come la Terra. La sua atmosfera è tossica e formata da dense nuvole di acido solforico.
EnVision vorrà rispondere alle seguenti domande. Quali dinamiche hanno portato Venere a raggiungere lo stato climatico in cui è oggi? Anche la Terra potrebbe subire un simile declino climatico per via di un catastrofico effetto serra? Venere è attivo dal punto di vista geologico? In passato erano presenti oceani? Possiamo trovare dei trend comuni nell’evoluzione dei pianeti terrestri?
Con il progresso delle tecnologie, EnVision potrà predisporre di numerosi strumenti avanzati sviluppati in Europa. Questa caratteristica permetterà all’orbiter di studiare il pianeta con un livello di dettagli senza precedenti e permetterà di rispondere alle domande riportate sopra.
Per lo studio degli strati sotto la superficie, EnVision utilizzerà un innovativo ecoscandaglio. Invece, lo studio dell’atmosfera e della superficie verrà effettuato grazie agli spettrometri. Questi ultimi analizzeranno le tracce di gas nell’atmosfera e approfondiranno la composizione superficiale. Questi studi offriranno preziose informazioni sull’attività geologica del pianeta.
Un radar fornito dalla Nasa genererà una mappa superficiale del pianeta. Inoltre, un ulteriore studio definirà la struttura interna di Venere e analizzerà il suo campo gravitazionale. Gli strumenti lavoreranno insieme per correlare al meglio i diversi dati ricevuti. L’obiettivo è proprio quello di fornire una visione globale di tutto il pianeta. Attività geologica, struttura interna e superficiale, campo gravitazionale, composizione atmosferica e altre analisi permetteranno di avere una lettura di Venere totalmente nuova e con un grado di dettaglio incredibile.
Ora che la missione EnVision è stata selezionata, può passare alla “Definition Phase”. In questa fase progettuale i design del satellite e degli strumenti vengono finalizzati. Una volta conclusa questa parte, Esa selezionerà un appaltatore europeo per la costruzione e il test di EnVision prima del suo lancio sul nuovissimo vettore Ariane 6.
La prima finestra di lancio per la missione è nel 2031 con altre opzioni per il 2032 e 2033. Dopo l’inserimento orbitale, il veicolo impiegherà circa 15 mesi per raggiungere il pianeta. A questo punto, altri 16 mesi saranno necessari per circolarizzare l’orbita tramite l’azione dell’aerofreno. Ovvero, la resistenza aerodinamica dell’atmosfera venusiana verrà utilizzata per rallentare EnVision.
L’orbiter sarà posizionato su un’orbita quasi-polare con un periodo orbitale di circa 92 minuti e un’altitudine compresa tra i 220 km e i 550 km. Da questa prospettiva, EnVision potrà utilizzare le sue tecnologie per darci una visione del pianeta Venere mai così precisa e dettagliata.