Dopo il fallimento dell’ultimo lancio, il razzo dell’ESA VEGA è pronto per una nuova missione
Sembra tutto pronto per il nuovo lancio del razzo VEGA, progetto sviluppato da ASI e ESA e costruito da Avio SpA come prime contractor. La prima finestra di lancio è fissata per il 29 aprile, con decollo dallo spazioporto europeo a Kourou, in Guyana Francese. C’è molta attesa intorno alla missione VV18 in quanto la striscia di successi raccolti dal lanciatore europeo si è interrotta per ben due volte negli ultimi 3 lanci, gettando delle ombre sull’affidabilità del vettore europeo.
Il nuovo lancio avrà il compito di diradare i dubbi, completando con successo il dispiegamento in orbita del satellite Pleiades Neo 3 della Airbus Defence and Space. Verrà posizionato a circa 628km di altitudine in un’orbita SSO (Eliosincrona, ovvero il satellite sorvola un dato punto della Terra sempre alla stessa ora solare). Il tutto dovrebbe avvenire a circa 54 minuti dal decollo. Successivamente il sistema sgancerà anche i 5 satelliti facenti parte del payload ausiliario. Infine l’AVUM, l’ultimo stadio, completerà il suo compito rientrando in modo distruttivo in atmosfera.
Finalmente il razzo VEGA è pronto per un nuovo lancio
Il decollo di VEGA è previsto per le ore 03:50 del mattino italiano del 29 aprile 2021. Il carico utile è costituito dal satellite Pleiades Neo 3 della Airbus Defence and Space che, con i suoi 923 Kg di massa, è il protagonista del lancio del razzo dell’ESA VEGA.
Pleiades Neo 3 sarà il primo di una flotta di 4 satelliti, che ha come ambizioso obiettivo quello di garantire un’osservazione della Terra con una risoluzione di soli 30 centimetri. La Airbus Defence and Space intende portare in orbita e rendere attiva nei prossimi anni la costellazione Pleiades Neo per fornire un servizio di acquisizione di immagini e dati con una precisione best in class.
Un ulteriore punto di forza, dichiara l’azienda, sarà quello della reattività alle richieste. Basteranno infatti solamente da 30 a 40 minuti dal momento della richiesta per ottenere i dati e le immagini desiderate, cioè un quinto del tempo rispetto alle costellazioni precedenti.
Inoltre il razzo Vega dell’ESA ha la possibilità di inserire ulteriore carico utile, costituito da micro e nano satelliti, per ottimizzare il lancio. Il loro dispiegamento in orbita è garantito dal sistema SSMS (Small Spacecraft Mission Service) capace di rilasciare micro e nano satelliti in differenti orbite in un’unica missione. Grazie a queste caratteristiche vincenti, Vega sarà in grado di portare ulteriore carico utile ausiliario (piggyback in gergo, letteralmente “a spalle”). A sfruttare il passaggio saranno NoSat-3, satellite dell’agenzia spaziale norvegese, BRAVO di Aurora Insight, LEMUR-2 di Spire e Tyvak-182A di Eutelsat.
Scoperte le cause del fallimento dell’ultima missione di VEGA
Dopo 14 lanci perfettamente riusciti, nel luglio 2019 si è verificato un guasto strutturale nel secondo stadio a propellente solido di VEGA. Questo ha ovviamente causato il fallimento della missione e la perdita del carico utile. Più di un anno dopo però, l’ESA ha potuto festeggiare il successo della missione numero 16, che ha disposto in orbita ben 53 satelliti, dimostrando la piena capacità del sistema SSMS.
Purtroppo l’ultima missione, la VV17, è fallita dopo soli 8 minuti dal lancio, nel momento in cui dovrebbe entrare in funzione il motore dell’AVUM, l’ultimo stadio. Dal centro di controllo si è notato che il vettore ha iniziato a divergere dalla traiettoria pianificata, fino a perdere completamente il controllo e distruggersi.
Le indagini di una commissione indipendente, istituita da ESA e Arianespace, hanno evidenziato che non c’è stato un difetto di progettazione. L’errore risiede altresì nella connessione del sistema di attivazione degli ugelli del motore del quarto stadio. L’inversione dei collegamenti elettrici, non rilevata durante i test prevolo, ha portato all’impossibilità di controllare la traiettoria di volo, una volta che il quarto stadio è stato acceso. La mancanza di coordinazione tra telemetria e corretto posizionamento degli ugelli, ha causato l’inevitabile fallimento della missione.
La Commissione ha elaborato una serie di raccomandazioni. Una volta attuate, dovrebbero consentire un ritorno robusto, affidabile e persino rapido al volo di VEGA, contribuendo a garantire l’autonomia di accesso allo spazio dell’Europa.
Daniel Neuenschwander, direttore del Trasporto spaziale dell’Esa
Ora non ci resta che sperare che siano stati fatti i dovuti controlli e che la missione possa essere un successo, cosicché ASI e ESA possano tornare protagonisti affidabili dei lanci con vettori leggeri, in attesa del debutto di VEGA C.