La NASA ha finalmente sciolto le riserve ed ha annunciato che sarà l’astronave Starship della SpaceX a riportare l’uomo sulla Luna. Questa è indubbiamente un’ottima notizia per l’azienda spaziale di Elon Musk che sta continuando lo sviluppo della sua Starship, intensificando i test per farsi trovare pronto all’appuntamento con la storia.
Il nuovo contratto stipulato tra NASA e SpaceX ha un valore di 2,89 miliardi di $ e si inserisce nel programma Artemis della NASA che punta a portare il prossimo uomo e la prima donna sulla superficie lunare.
Il programma lunare Artemis prevede che la NASA fornisca la capsula Orion e lo Space Launch System per raggiungere l’orbita lunare. Una volta in orbita gli astronauti raggiungeranno Lunar Gateway, una stazione orbitante, costruita da NASA, ESA, JAXA e CSA.
Per scendere dall’orbita alla superficie lunare gli astronauti utilizzeranno l’HLS, Human Landing System. La NASA ha deciso che la realizzazione dell’HLS sarà affidata ad un’azienda privata, da scegliere tra le candidate che hanno partecipato alla gara.
L’annuncio di queste ore ha posto fine alla gara d’appalto, per usare un gergo che ci è familiare, tra tre agguerrite aziende aerospaziali: National Team, Dynetics e SpaceX. Queste aziende hanno avuto meno di un anno e 1 miliardo di $ per sviluppare dei gioielli di ingegneria che rispettassero tutti i requisiti imposti dalla NASA per il volo con umani.
Adottando un approccio collaborativo nel lavorare con l’industria, sfruttando al contempo le comprovate competenze e capacità tecniche della NASA, faremo tornare ancora una volta gli astronauti americani sulla superficie della Luna, questa volta per esplorare nuove aree per periodi di tempo più lunghi.
Lisa Watson-Morgan, program manager per Human Landing System.
SpaceX ha proposto la sua Starship come landing system per far tornare l’uomo sulla Luna. Questa navetta è in fase di test da tempo e ha ottenuto buoni risultati – se seguite le dirette dei test di decollo ed atterraggio dei prototipi SN, saprete per certo che c’è ancora da affinare la fase di discesa ed atterraggio -.
L’azienda di Elon Musk è risultata la scelta vincente probabilmente perché nella sua configurazione “lunare” risulta la più potente, utilizzando i motori Raptor, e la più capiente in termini di carico utile da e per la superficie lunare. Inoltre è interamente riutilizzabile, è capace di rifornimento in orbita ed è anche la più economica. Oltre a questo, come già accennato, la Starship esiste già ed è in fase di test e affinamento da quasi un anno.
Con buona pace della concorrenza, sembra veramente che la proposta di SpaceX avesse già tutte le carte in regola per primeggiare, nonostante National Team e Dynetics abbiano presentato progetti validi ed innovativi.
Blue Origin, l’azienda spaziale di Jeff Bezos, si è unita a Draper, Lockheed Martin, Northrop Grumman per formare il National Team. Questo consorzio ha partecipato al bando NASA presentando una navetta capace di allunare con una precisione di 100m sfruttando le nuove tecnologie di NDL (Navigation Doppler Lidar) ed il TRN (Terrain Relative Navigation) per una precisione nel percorso di volo fino ad ora mai raggiunta.
Dynetics ha invece proposto il più piccolo dei lander, ma con una struttura modulare, capace di adattarsi ai vari tipi di missione. Il design compatto permette di integrarla con l’SLS della NASA ma anche con il razzo Vulcan della United Launch Alliance.
Adesso che sembra tutto pronto non ci resta che aspettare con ansia il 2024, anno in cui la NASA vuole riportare un uomo e portare la prima donna sulla superficie lunare.