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Il Covid costerà alla NASA 3 Miliardi di dollari

United States Flag Capitol State Building during Covid19 2020 novel coronavirus Pandemic, 3d virus medical model, Washington DC, USA

Lo scorso 31 Marzo un report dell’ OIG (Office of Inspector General) della NASA ha stimato l’impatto della pandemia di Covid 19 sulle casse della NASA. La stima è piuttosto pesante: si ritiene che l’anno di pandemia appena trascorso abbia pesato (e continuerà a pesare) sulle casse dell’Agenzia Spaziale Statunitense per ben 3 miliardi di dollari.

La causa principale di queste perdite, stando al report, è legata alle continue revisioni dei calendari e ai continui rinvii di lanci e missioni che hanno necessitato di volta in volta costi legati al personale e alla manutenzione di mezzi e strumenti.

Perchè il covid ha colpito la NASA

In particolare, il documento riporta che “Nonostante i manager considerino margini di rinvio nei programmi e nei piani di progetto delle missioni per far fronte ad eventuali imprevisti, in svariate occasioni i margini non erano sufficienti a contenere i ritardi legati alla pandemia”. E aggiunge che “il costo complessivo dei danni non sarà quantificabile fino alla fine dell’emergenza Covid.

In effetti, nonostante gli USA siano prossimi ad uscire dell’emergenza grazie alla massiccia campagna vaccinale svolta nelle ultime settimane, i problemi della NASA legati alla pandemia di Covid non sembrano ancora finiti poichè molte delle aziende con cui l’ Agenzia Statunitense collabora, si trovano in paesi ancora alle prese con restrizioni e problemi che rallentano la produzione.

NASA: quali i progetti più colpiti

Andando ad analizzare le cifre, pare che più della metà dei 3 miliardi di perdite stimate, siano legate ai 30 progetti più grandi attualmente in atto alla NASA. In particolare, quello con l’aumento di costo più grande pare essere il Nancy Grace Roman Space Telescope (detto anche WFIRST), con un costo addizionale stimato (riguardante in misura maggiore i prossimi anni) di ben 400 milioni di dollari.

Rendering del nuovo Nancy Grace Roman Space Telescope (hubblesite.com)

Il progetto del Nancy Grace Roman Space Telescope prevede che questo strumento sarà lanciato a metà degli anni ’20 e servirà a studiare in primo luogo gli esopianeti ma anche energia oscura e accelerazione cosmica. È a tutti gli effetti considerato il successore del telescopio Hubble.

Il costo stimato per questo telescopio era di 3,9 miliardi ma sembra che la pandemia sia intervenuta in un momento particolarmente delicato della realizzazione generando perdite ingenti legate specialmente alla scarsa efficienza delle aziende fornitrici di alcune componenti che hanno riscontrato forti ritardi nelle consegne.

Ma il Nancy Grace Roman Space Telescope non è l’unico grande progetto in ritardo. Si stima infatti che entro l’anno fiscare 2023, il progetto dello Space Launch System avrà fatto perdere alla NASA ben 363 milioni di dollari a causa della pandemia. Un esempio è il ritardo di tre mesi accumulato sul lancio della prima missione del programma Artemis, che fa affidamento proprio su questo lanciatore.

Sempre legata al programma Artemis è la navicella Orion. Anche il programma di sviluppo di questo mezzo della NASA ha subito dei ritardi a causa della pandemia di Covid che hanno riguardato in particolare i mezzi per le missioni Artemis 2 e 3 (la capsula per la Artemis 1 era già in fase di completamento. La stima delle perdite attualmente si aggira sui 163 milioni di dollari.

Sui piani di recupero da queste perdite, la NASA non si è ancora pronunciata. Attualmente l’Agenzia ha ricevuto solo 60 milioni di dollari nell’ambito del  Coronavirus Aid, Relief, and Economic Security (CARES) Act, che sono serviti principalmente per attrezzare le strutture e i dipendenti con i dispositivi necessari a prevenire il contagio da Covid.