SpaceMix

La NASA svilupperà un robot per esplorare le caverne marziane

Ideato da un team dell’Autonomous Systems Laboratory (ASL) dell’Università di Stanford, in California, ReachBot è il nuovo robot della NASA che avrà il compito di esplorare le caverne marziane. Proprio per questo motivo, è stato studiato in modo che abbia un’elevata mobilità e dei bracci estensibili arrotolabili. A seconda delle funzioni che dovrà svolgere e delle situazioni in cui si troverà, i suoi bracci gli permetteranno di strisciare o arrampicarsi e muoversi in diverse direzioni.

Le caratteristiche di ReachBot

La NASA, all’interno del programma NASA Innovative Advanced Concepts (NIAC), ha portato avanti uno studio che coinvolge le missioni robotiche. Il protagonista di questo progetto è un robot innovativo, chiamato ReachBot, che esplorerà le caverne marziane. Questo robot avrà un’elevata mobilità e caratteristiche specifiche per riuscire a muoversi sul territorio di Marte.

Rappresentazione di ReachBot su parete. Credits: ASL

Una volta arrivato sul territorio marziano, per poter raccogliere i dati necessari, ReachBot utilizzerà alcune videocamere, una camera multispettro ad alta risoluzione, che deriva dalla Mastcam Z del rover Perseverance, e un apposito sistema di illuminazione. Inoltre, sarà presente un microscopio dotato di CCD e tre spettrometri. Uno di questi servirà a rilevare la presenza di eventuali molecole organiche, un altro si occuperà delle analisi mineralogiche e l’ultimo sarà invece uno spettrometro all’infrarosso. In previsione di un futuro ritorno sulla Terra alla fine della sua missione, il robot avrà anche la possibilità di trasportare campioni di roccia e di materiale. Sarà infatti dotato di un trapano di superficie e di un sistema apposito per la raccolta e lo stivaggio dei campioni.

I bracci del robot che esplorerà le caverne marziane

Un aspetto particolarmente importante di ReachBot è rappresentato dai suoi bracci. Infatti, saranno proprio questi a permettergli di arrampicarsi o strisciare e muoversi in diverse direzioni. Per permettere al robot di svolgere le più svariate funzioni, i progettisti hanno deciso di creare dei bracci estensibili e arrotolabili. La scelta è stata quella di creare una sorta di nastro metallico o in materiale composito che srotolandosi forma un cilindro cavo. Grazie alle proprietà del materiale scelto, i bracci saranno molto leggeri, ma allo stesso tempo dotati di sufficiente stabilità strutturale. L’estremità presenta un sistema prensile, una telecamera o altri strumenti scientifici. Oltre a muoversi su diverse superfici e in più direzioni, i bracci di ReachBot permetteranno anche di applicare forze o momenti nei punti di ancoraggio.

Esempi di mobilità di ReachBot. Credits: ASL

I primi test dinamici sono stati effettuati senza aspettare la realizzazione completa del robot, utilizzando un nastro con spessore di 3 mm. Il tubo che si è formato ha un diametro di 7 cm e un’estensione di 1 o 2 metri. Il nastro si è poi accoppiato con un sistema motorizzato di dispiegamento e riavvolgimento. Attualmente il team di progettisti si sta concentrando sull’analisi e lo studio dei singoli pezzi e non sull’intero prototipo. In particolare, l’attenzione è rivolta al sistema di bracci e al software di controllo dei movimenti. Quest’ultimo, in base agli obiettivi che dovrà raggiungere il robot, sarà in grado di scegliere il percorso migliore. La realizzazione di questo progetto richiede ancora del tempo, ma una volta terminato cambierà la storia delle missioni spaziali.