Airbus mette il piede sull’acceleratore: Flightlab è il programma dell’azienda europea che mira a testare nuove tecnologie per il prossimo futuro dell’aeronautica. Non è però la prima volta che si sceglie un approccio sul campo. Cerchiamo di capire quale sarà il futuro di queste particolari piattaforme di test e come potrebbero favorire lo sviluppo di innovazioni.
L’idea di testare direttamente in volo non è nuova: già nel 2017 un dimostratore Airbus 340-300 decollava per testare la fattibilità di introdurre nell’aviazione civile ali a flusso laminare. Il progetto può rappresentare un punto chiave nella transizione energetica alla quale è chiamata l’aviazione nei prossimi anni.
Si tratta del progetto BLADE (Breakthrough Laminar Aircraft Demonstrator in Europe) racchiuso nel contesto del programma Claen Sky, una partnership europea che si pone l’obiettivo di abbattere l’impatto ambientale dei giganti del cielo. I miglioramenti impatteranno direttamente sui consumi, ridotti del 5% a fronte di una diminuzione di resistenza aerodinamica fino al 10%.
Ciò che distingue più macroscopicamente questo aereo da quelli a cui siamo abituati, è la cabina passeggeri convertita in un moderno centro di raccolta e analisi dei dati. Questi ultimi provengono, ad esempio, da rilevatori acustici e da sensori infrarossi utili per individuare il punto di transizione del flusso.
Altro illustre predecessore è il Boeing 747-SP SOFIA; (Stratospheric Observatory for Infrared Astronomy) frutto di una collaborazione tra NASA e DLR, permette l’osservazione del cosmo grazie al telescopio contenuto nella fusoliera . Per saperne di più su questo particolare Jumbo fai un salto nell’articolo dedicato.
Airbus promette di espandere il network dei velivoli modificati per diventare Flightlab. Negli hangar di Tolosa si sta allestendo uno degli ultimi modelli della casa europea: l’A-350 Flightlab. Si tratta di un velivolo modificato pesantemente per effettuare tutta una serie di misurazioni e test:
“Non si possono testare le tecnologie degli aerei di domani sugli aerei in servizio di oggi. Nemmeno la modellazione avanzata è sufficiente a fornire la prova del fenomeno. Abbiamo bisogno di test di volo in un ambiente reale”.
Thierry Fol, Cross-Divisional Airbus Flightlab Leader
Per ora sappiamo che il nuovo velivolo sarà provvisto di un LIDAR (Light Detection and Ranging), uno strumento che sfrutta impulsi laser per rilevazioni 3D, fino a fornire un’analisi chimica dell’aria. Completano la sensoristica principale, sensori ottici dedicati alla rilevazione del ghiaccio e misuratori delle emissioni dei propulsori.
L’A350 sarà solamente l’ultimo della famiglia che comprende già il citato A-340, previsti anche un A-320 e un A-380. Gli obiettivi principali del programma Airbus Flightlab possono essere così riassunti:
La sperimentazione coinvolge attivamente anche il campo degli elicotteri; infatti troviamo un modello H-130 riconvertito in piattaforma di test. Per l’ala rotante ci si focalizza sul miglioramento dellla sicurezza, come ad esempio tecnologie per evitare ostacoli; si valutano, inoltre, sistemi ibridi di propulsione, con la parte elettrica per il back-up. Infine, il tema ambientale, è stavolta rivolto all’inquinamento acustico prodotto soprattutto in ambiente urbano.
Completano il quadro aerospaziale il settore Difesa & Spazio, le cui tecnologie possono essere validate con i velivoli Airbus Flightlab; il programma di recente introduzione mira, nelle prime fasi, sia a sviluppare innovazioni per la connetività di futuri “ospedali volanti”, sia a progettare operazionie di ripristino della vegetazione via aria. Per tali scopi, oltre a velivoli UAV, sono previsti un C295 e un A310 MRTT.
Questo progetto potrebbe rappresentare una velocizzazione per certificare nuove tecnologie nell’universo aerospaziale. Nel corso degli anni, grazie a potenti calcolatori, sono stati sviluppati modelli sempre più avanzati e con capacità di calcolo inimmaginabile; l’efficacia di questi strumenti dipende però da come essi simulano la realtà.
Per superare le discrepanze che possono insorgere l’unico modo è quello di testare sul “campo” le tecnologie. Un precedente famoso è rappresentato dalle gallerie del vento che hanno permesso le derivazioni di innumerevoli dati aerodinamici sui quali oggi si fa affidamento, insieme alla simulazioni CFD. Per ora possiamo dire che Airbus ha imboccato la strada giusta per favorire il progresso del mondo aeronautico.