La sonda Parker della Nasa ha scattato una fotografia entusiasmante di Venere. L’analisi di questo scatto regala interessanti dettagli che vale la pena raccontare. La missione Parker è una missione storica della Nasa che sta rivoluzionando la conoscenza del Sole. Infatti, vista la totale dipendenza della Terra dal Sole, una conoscenza dettagliata della nostra stella rimane una degli aspetti più importanti della ricerca spaziale. Le condizioni variabili presenti all’interno del sistema solare sono correlate all’attività del Sole e influenzano molti fenomeni che riguardano anche tutti gli altri pianeti. La sonda Parker può viaggiare nell’atmosfera solare e arrivare più vicino alla superficie rispetto a qualunque altra sonda. Questo implica combattere contro il calore e le radiazioni violente assicurando però all’umanità l’occasione di studiare una stella con un livello di dettaglio mai avuto prima.
In questo articolo vogliamo però parlare di un altro aspetto della missione. Infatti, oggi non racconteremo le scoperte relative al Sole ma analizzeremo un’incredibile fotografia di Venere che Parker ha scattato. Durante la sua missione, la sonda effettuerà un totale di sette passaggi ravvicinati di Venere per modificare la traiettoria utilizzando la gravità del pianeta grazie alla manovra di flyby. Questi passaggi permettono alla missione di avvicinarsi sempre di più al Sole così da studiare il vento solare più vicino alla sorgente. Nel flyby di Luglio 2020, Parker non è rimasto inattivo e ha utilizzato i suoi strumenti per scattare la sensazionale foto riportata qui sotto, da una distanza di circa dodicimila kilometri dal pianeta.
WISPR ha scattato l’incredibile fotografia. Gli ingegneri hanno progettato questo strumento per scattare immagini della corona solare e dell’eliosfera nel visibile. Tuttavia, si è rivelato interessante anche per la ripresa di Venere. L’immagine rappresenta la parte in ombra del pianeta, ovvero quella parte che non è illuminata dalla luce solare e si trova nel periodo notturno. Analizzando lo scatto si possono notare interessanti particolari. Come primo dettaglio, la fotocamera ha ripreso uno strato luminoso presente intorno al bordo del pianeta. Questo bagliore notturno può essere generato dalla luce emessa dagli atomi di Ossigeno che si ricombinano in molecole nella parte alta dell’atmosfera.
Il secondo particolare si può notare direttamente sulla superficie di Venere. La macchia scura visibile nel centro rappresenta Aphrodite Terra, ovvero l’altopiano più esteso della superficie venusiana. Questa regione è grande circa quanto l’Africa ed ha un’altitudine di 4000 metri nel punto più alto rispetto al livello di riferimento. Nella fotografia, quest’area risulta più scura per via della temperatura, inferiore di 30°C rispetto all’intorno.
Analizziamo ora un altro dettaglio e forse il più evidente. Cosa rappresentano quelle linee luminose in primo piano? Sono una composizione di raggi cosmici, polveri che riflettono la luce solare e particelle che si generano dall’impatto tra le polveri e la sonda stessa. Ricordiamo che i raggi cosmici sono particelle cariche generate dal sole, dalle stelle e da altre sorgenti nell’universo come galassie e supernove. Queste particelle viaggiano indisturbate nel cosmo e colpiscono i corpi che incontrano (anche Terra, Luna e gli altri pianeti). Il numero di linee luminose che si genera dipende dalla posizione della sonda nell’orbita. Per concludere, la piccola macchia nella parte inferiore del pianeta regala l’ultimo particolare. Questa rappresenta un piccolo pezzo distaccatosi proprio dalla sonda Parker.
Nel vedere questa foto, una piacevole notizia ha raggiunto il controllo missione. Infatti, gli ingegneri hanno progettato WISPR per catturare la luce nel visibile. Come conseguenza, i coordinatori della missione si aspettavano di visualizzare solo le nubi nell’atmosfera ovvero le sorgenti responsabili dell’emissione nel visibile. La comparsa della macchia (Aphrodite Terra) potrebbe evidenziare una cattura da parte di WISPR delle emissioni termiche della superficie di Venere. In particolare, lo strumento sarebbe stato capace di rilevare onde nell’infrarosso. Questa imprevista capacità della fotocamera di cogliere anche onde con una lunghezza d’onda superiore al visibile potrebbe permettere agli scienziati di studiare le polveri intorno al Sole e nella parte interna del sistema solare.
Nel caso in cui questa ipotesi non fosse confermata, saremmo in presenza comunque di una scoperta rilevante. Infatti, ciò significherebbe che nella parte superiore ad Aphrodite Terra è presente un’apertura nell’atmosfera venusiana. In entrambi i casi, la notizia sarebbe sorprendente.
La fotografia ha portato agli occhi degli scienziati dettagli particolari. Dopo quest’analisi è evidente che la missione Parker potrà fornire uno studio inaspettato dei dettagli del pianeta. Grazie alle tecnologie della Nasa, questa missione potrà regalare non solo tante emozioni relative al Sole ma anche a Venere.