Virgin Orbit è la compagnia sorella della più famosa Virgin Galactic, entrambe sotto la guida di Richard Branson. La Orbit ha effettuato un secondo test fondamentale ed è riuscita a mettere in orbita terrestre nove satelliti.
Il secondo test, Launch Demo 2, ha portato a termine con successo la missione e ha reso operativi i nove Cube-Sat. Le missioni relative a tali satelliti sono state commissionate dalla NASA, la messa in orbita bassa terrestre (LEO) del carico pagante è avvenuta nella serata del 17 gennaio 2021, segnando un passaggio importante e storico per il gruppo Virgin.
Il successo arriva dopo il fallimento verificatosi durante il primo test del lanciatore di Orbit. Infatti, il primo test che risale a maggio 2020 ha visto il rocket non raggiungere l’orbita desiderata, rendendo la missione fallimentare. In quel caso vennero riscontrati dei problemi nelle linee di alimentazione dell’ossigeno liquido. Tuttavia, stando alle dichiarazioni ufficiali della Orbit, tali linee sarebbero state completamente rimpiazzate. Inoltre, a dare buona fiducia al secondo test (a quanto pare una fiducia motivata) c’era una quantità notevole di test di varia natura effettuati dalla compagnia di Branson. La finestra temporale per l’inizio della missione Launch Demo 2 si è aperta nel pomeriggio di domenica 17 gennaio 2021. Mentre, il successo della missione è stato confermato nella tarda serata, come dichiarato dai canali ufficiali della compagnia americana.
Virgin Orbit propone la messa in orbita del payload in una maniera del tutto differente rispetto alle altre compagnie. Infatti, essa propone di non lanciare convenzionalmente il vettore partendo da una normale piattaforma di lancio. Bensì, l’azienda preferisce agganciare il razzo sotto la semiala sinistra di un velivolo madre convenzionale. Dunque, la modalità di lancio prevede che il velivolo madre raggiunga una quota di circa 10600 metri. Dopo circa 58 minuti dal decollo, il velivolo effettua una manovra di richiamata e rilascia il rocket.
Si tratta dunque di una modalità di lancio innovativa, che potrebbe godere di diversi vantaggi strategici. Il primo di questi, citato dalla stessa Virgin Orbit, è dato dalla possibilità di avere accesso allo spazio in tempo brevissimo. Infatti, in tal caso è possibile ottenere una finestra di lancio molto più facilmente rispetto al caso cui bisogna attendere la disponibilità di uno spazioporto. Il secondo vantaggio riguarda l’orbita finale del satellite. Con questa strategia si può facilmente ottenere qualsiasi inclinazione orbitale, avendo a disposizione il velivolo madre che può direzionare propriamente il rilascio e quindi la prima fase di operazione del rocket. Il risultato finale dato da queste caratteristiche è un incredibile risparmio di carburante, tempo e denaro.
Il velivolo madre, chiamata Cosmic Girl, consiste in un Boeing 747 acquistato nel 2015 dalla Virgin Galactic e appositamente modificato per fungere da velivolo madre. Inizialmente, il piano per la Cosmic Girl prevedeva di utilizzarla come velivolo madre anche per il lancio dello spazioplano Space Ship Two. Tuttavia, gli sviluppi successivi e le dimensioni finali di velivolo e rocket hanno determinato la scelta definitiva, ovvero utilizzare la Cosmic Girl con Launcher One, e la White Knight Two con la Space Ship Two.
Il nome del vettore prodotto e utilizzato dalla Virgin Orbit è dunque Launcher One. Si tratta di un rocket di altezza pari a 16 metri e diametro 1,6 metri. Parliamo di un endoreattore a propellente liquido che utilizza cherosene e ossigeno liquido. È caratterizzato da due stadi, il Newton Three (N3) da 330 KN di spinta ed il secondo stadio Newton Four (N4) da 22 KN di forza propulsiva. Il lanciatore è progettato per poter inserire in orbita un payload con peso che può essere compreso tra 300 e 500 kg a seconda del tipo di missione.