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Il test dei motori dello stadio centrale del SLS è stato un fallimento?

Intorno alle 17:27 EST, sono stati accesi i 4 potenti motori RS-25 di SLS Core Stage, ovvero lo stadio centrale dello Space Launch System (SLS), il lanciatore spaziale che porterà in orbita le missioni Artemis, per completare l’ottavo test del Green Run Test. Non tutto però è andato secondo i piani: i motori sono stati spenti automaticamente dopo circa 1 minuto e 15 secondi invece degli 8 minuti previsti dal test.

Il momento dell’accensione dei motori RS-25

Come si è potuto apprezzare grazie alla diretta social della NASA, tutto è sembrato procedere senza intoppi. I 65m del SLS Core Stage erano stagliati nell’azzurro del cielo del Mississippi, circondati dall’impalcatura che ne assicurava il saldo ancoraggio a terra. Sono stati attivati con largo anticipo i getti d’acqua, fondamentali per la dissipazione di parte dell’energia e del calore generati dai potentissimi motori. Dal centro di controllo sono arrivati gli ultimi GO all’avvio del test e poco dopo si è assistito all’accensione vera e propria dei motori. Un’immensa nuvola bianca di vapore e gas di scarico si è alzata a lato della struttura, mentre i 4 motori RS-25, ormai a pieno regime, mostravano tutta la loro potenza.

I quattro RS-25 a pieno regime durante il test. Credits: NASA

Purtroppo questo spettacolare test è durato solamente poco più di un minuto, perché il computer di bordo, che a quel punto ha già il pieno controllo delle operazioni, ha spento i motori. Durante la diretta, la NASA non ha spiegato il motivo di un così repentino spegnimento, ma iniziano a farsi strada le prime indiscrezioni. Wayne Hale, ex manager del progetto Space Shuttle, su Twitter ha parlato di Major Component Failure ovvero di un problema critico non meglio identificato. Come scrive la NASA sul suo sito, gli ingegneri analizzeranno i dati e ispezioneranno i componenti del Core Stage e dei motori RS-25 nei prossimi giorni, in modo da determinare i prossimi passi del progetto.

I Green Run Test per l’SLS Core Stage

Quello svoltosi al NASA Stennis Space Center è stato l’ottavo test della Green Run e sarebbe dovuto essere il test finale. L’agenzia spaziale americana, infatti, ha programmato una serie di test, 8 per la precisione, fondamentali per validare sul campo il progetto e minimizzare il rischio di failure durante le missioni che vedranno coinvolto l’SLS.

Con il Green Run, verifichiamo che ogni singolo componente funzioni bene all’interno del sistema principale. È più di un test. È la prima volta che il Core Stage prenderà vita e sarà pienamente operativo, dall’avionica nella parte superiore fino ai motori nella parte inferiore

Lisa Bates, SLS Deputy stages Manager

Tutti i 7 test precedenti sono stati completati con successo e si attendeva con ansia l’ultimo e definitivo test per poter assicurare che le tempistiche fossero rispettate. A questo punto non si è certi di poter rispettare la tabella di marcia che prevede la prima missione operativa Artemis I per novembre 2021.

Com’è fatto l’SLS Core Stage

Il corpo centrale del SLS avrà il compito di fornire a tutto il lanciatore la spinta necessaria per lasciare l’atmosfera terrestre. Nei primi due minuti dal decollo, SLS potrà contare sulla spinta ausiliaria dei bruciatori laterali, due Solid Rocket Booster a 5 segmenti, derivanti da quelli usati sullo Space Shuttle. Il Core Storage è comune a tutte le configurazioni del velivolo SLS ed è costituito principalmente da 5 parti. La maggior parte del volume è occupato dai due enormi serbatoi contenenti idrogeno liquido e ossigeno liquido, che devono garantire le temperature di -253°C e i -183°C rispettivamente. Tra questi due enormi serbatoi si trova un serbatoio intermedio, che contiene componenti per l’avionica e l’elettronica. In cima allo stadio centrale c’è il “cervello” di tutto il sistema: qui infatti sono alloggiati i computer di volo, avionica e telecamere.

test SLS core stage
Infografica del SLS Core Stage. Credit: NASA

I veri protagonisti del test: i motori RS-25

All’estremità bassa del SLS Core Stage si trovano i veri protagonisti del test odierno, i 4 motori RS-25D/E. Sono alloggiati nel vano motore (ES), ognuno è grande come un’utilitaria e pesa circa 360Kg. Sono capaci di produrre circa 900t di spinta, bruciando i 2600m3 di propellente liquido. Le temperature di esercizio sono comprese tra i -253°C del propellente liquido in entrata e i 3315°C dei gas di scarico in uscita. Proprio questi gas escono ad una velocità 13 volte quella del suono e potrebbero coprire la distanza Los Angeles-New York in 15 minuti.

Per le prime quattro missioni saranno usati i motori RS-25D, cioè gli stessi utilizzati per le ultime missioni Shuttle. La NASA prevede che dalla quinta missione verranno utilizzati i motori RS-25E, migliori dal punto di vista della spinta e delle centraline di controllo.

A questo punto, nessuno sa se il programma di test Green Run può dichiararsi concluso e se vedremo il lancio della missione Artemis I a novembre 2021, come previsto. Una volta che i dati delle analisi dei tecnici NASA saranno definitivi, sapremo aggiornarvi sui prossimi sviluppi.