Volare a zero emissioni: la nuova configurazione pod di Airbus
Il 21 settembre, Airbus ha ufficialmente presentato i nuovi progetti ZEROe che prevedono l’utilizzo di energie rinnovabili per i velivoli di nuova generazione. L’ardua sfida prevede l’inizio del servizio di questi moderni aerei nel 2035. Da questa simbolica data, viaggiare in aereo sarà completamente diverso rispetto a quanto siamo abituati ora. Infatti, questi velivoli di Airbus saranno in grado di farci volare il più lontano possibile a zero emissioni! Come punto di partenza gli ingegneri stanno lavorando su un nuovo progetto: la configurazione pod. Tradotta letteralmente, la configurazione a serbatoio è la prima idea per sviluppare i progetti definiti dall’azienda francese nella conferenza di settembre. I tre concept presentati sono tutti basati sull’utilizzo dell’idrogeno come fonte di energia.
La difficoltà del progetto risiede nel rivoluzionare completamente le tecnologie dei velivoli per far spazio alle innovazioni che saranno protagoniste del futuro. Guardando al futuro, non si può puntare solo sulla performance. I temi relativi all’ambiente e alla rinnovabilità delle risorse sono fondamentali al giorno d’oggi. Puntare su una nuova tecnologia basata su fonti rinnovabili e a zero emissioni è la vera grande sfida che gli ingegneri stando fronteggiando. Inoltre, Airbus ha fissato tempi che nell’ambito dell’industria aeronautica possono essere definiti corti. Dunque, Il raggiungimento degli obiettivi fissati entro il 2035 rappresenterebbe un’impresa a 360 gradi sia per le innovazioni introdotte sia per le tempistiche con le quali sono state realizzate. Per iniziare questa futuristica rivoluzione, i tecnici stanno lavorando sulla nuova idea di configurazione pod. Andiamo scoprirla.
Configurazione pod di Airbus: volare a zero emissioni
Questa tecnologia nasce per essere applicata ai velivoli turboelica. Il concept pod rappresenta il primo passo di Airbus verso i voli a zero emissioni che saranno in prima linea a partire dal 2035. La configurazione prevede l’utilizzo di sei unità propulsive indipendenti che si sviluppano lungo le ali. Ogni unità è formata da un’elica in materiale composito, un motore elettrico, una pila a combustibile, un convertitore, un serbatoio di idrogeno liquido e un sistema di raffreddamento. Sei di questi motori garantiscono la spinta necessaria per soddisfare le esigenze di prestazione riducendo l’impatto sull’ambiente. Utilizzare pile a combustibile e idrogeno liquido implica scelte progettuali dedicate la cui efficienza verrà migliorata durante gli sviluppi. Il cuore della sfida tecnologica ricade proprio nella produzione di un motore performante che sfrutti un sistema completamente innovativo.
Le celle a idrogeno generano la corrente elettrica necessaria. In seguito, un convertitore permette di utilizzare la corrente per potenziare un motore elettrico. Grazie a questa energia, l’albero motore gira e con esso, di conseguenza, anche l’elica. Questo tipo di struttura favorisce ottime proprietà di rimovibilità che implicano una manutenzione più rapida. Infatti, ogni unità può essere montata e rimontata indipendentemente dalle altre. Questo rappresenta un grosso beneficio a favore della rapidità degli interventi in aeroporto che possono coinvolgere anche il rabbocco di idrogeno.
Gli ingegneri hanno studiato ogni minimo dettaglio per migliorare la prestazione. A conferma di questa cosa, le pale delle eliche in materiale composito hanno una forma che permette di massimizzare la spinta in fase di decollo e salita. Infatti, un particolare profilo caratterizza ogni pala al fine di migliorare l’efficienza. In una simile sfida, ogni dettaglio può fare la differenza per essere un passo più vicini all’obiettivo. Nulla può quindi essere lasciato al caso.
Un buon punto di partenza
L’idea della configurazione pod è senza dubbio molto interessante. Infatti, rimane una delle scelte più allettanti per gli ingegneri per effettuare un sistema di motori a zero emissioni. Tuttavia, ancora molti studi dovranno essere completati per verificarne la fattibilità e l’efficacia. Il concept trova diverse applicazioni sperimentali. E’ quindi necessario capire se è possibile ingrandire queste tecnologie per soddisfare le prestazioni richieste da Airbus per il progetto considerato.
La ricerca dell’azienda di Tolosa è appena iniziata e prevede lo studio di diverse soluzioni. Nonostante la configurazione pod porti molti lati positivi, ancora molto deve essere dimostrato. Pertanto, Airbus sta sviluppando altri progetti per capire in futuro quale sarà il più consono alle applicazioni. Lo stesso Glenn Llewellyn, VP di Zero-Emission Aircraft ha affermato:
“QUESTA CONFIGURAZIONE È UN OTTIMO PUNTO DI INIZIO PER COMPRENDERE ULTERIORMENTE LA TECNOLOGIA A IDROGENO E APPLICARLA AI VOLI COMMERCIALI. QUESTA È UNA DELLE OPZIONI MA MOLTE ALTRE SARANNO ANALIZZATE PRIMA CHE UNA SCELTA FINALE VENGA EFFETTUATA INTORNO AL 2025.”
La ricerca per un futuro incredibile è appena iniziata e il percorso previsto sembra essere entusiasmante. La sfida lanciata da Airbus rappresenta una svolta storica che a partire dal 2035 cambierà il modo di viaggiare e sarà il punto di partenza di una nuova era dell’aviazione.