Samantha Cristoforetti: la prima donna italiana a diventare astronauta ESA
Prima donna italiana a diventare astronauta, Samantha Cristoforetti inizia la sua carriera dopo aver superato le selezioni ESA ed essere stata scelta per la missione Futura. Come racconta nel suo libro, Diario di un’apprendista astronauta, il percorso per arrivare nello spazio è stato lungo. Ogni fatica è stata però ripagata. Infatti, come lei stessa afferma “quando i motori del razzo si sono accesi si è realizzato il grande sogno della mia vita”.
Il percorso di Samantha Cristoforetti in aeronautica
Samantha Cristoforetti si è laureata in ingegneria meccanica all’Università Tecnica di Monaco di Baviera, specializzandosi in propulsione aerospaziale e strutture leggere. Durante gli anni universitari ha lavorato ad un progetto sperimentale di aerodinamica a Tolosa e ha scritto la tesi a Mosca, sui propellenti solidi per razzi. La sua carriera inizia nell’accademia aeronautica di Pozzuoli: partendo dal ruolo di pilota riesce ad arrivare fino al grado di capitano. In questo periodo si distingue come allieva modello, ottenendo l’ambito premio della sciabola d’onore, dedicato agli studenti che riescono ad eccellere all’interno della classe per tre anni consecutivi. Due anni dopo, ha ottenuto anche la laurea con il massimo dei voti in Scienze Aeronautiche presso l’Università Federico II di Napoli.
In seguito, Samantha Cristoforetti si specializza negli Stati Uniti seguendo il programma Euro-NATO Joint Jet Pilot Training (ENJJPT). Diventa così pilota di guerra e viene assegnata a uno squadrone appartenente al 51° Stormo di Istrana, in Italia. A dicembre 2019 ha annunciato il suo congedo dall’Aeronautica Italiana.
Le selezioni per diventare astronauta
Nel 2009 supera le selezioni per entrare a far parte del programma di addestramento astronauti dell’ESA. Il processo per entrare a far parte degli astronauti dell’ESA si articola in più fasi ed è altamente selettivo. Una prima selezione avviene basandosi su dei criteri di base. I candidati devono avere competenze in ambito scientifico ed è preferibile, anche se non obbligatorio, aver effettuato degli studi in campo aeronautico e astronautico. È necessaria un’ottima conoscenza della lingua inglese e parlare altre lingue straniere rappresenta un vantaggio (ad esempio il russo che è la seconda lingua ufficiale a bordo della Stazione Spaziale Internazionale). In seguito, i candidati prescelti affrontano dei test psicologici e a dei colloqui. Questa componente è ritenuta fondamentale per entrare a far parte del percorso di addestramento. È fondamentale una buona capacità di riflessione e, soprattutto, un’ottima abilità a lavorare in gruppo e in condizioni di tensione.
Samantha Cristoforetti riesce a superare tutte le fasi della selezione per diventare astronauta, distinguendosi tra 8500 candidati e considerata tra i sei migliori. Questo le consente, cinque anni dopo, di diventare la prima donna astronauta italiana, oltre che la terza europea dopo Helen Sharman e Claudie Haigneré.
L’addestramento ESA
Superate le selezioni ESA, Samantha Cristoforetti inizia l’addestramento in vista della sua prima missione nello spazio. La durata della preparazione è stata di più di due anni e ha avuto luogo principalmente presso il centro di addestramento russo degli astronauti, Star City. Le attività svolte riguardano le manovre delle navicelle, sia in condizioni normali che in condizioni di emergenza, esercitandosi con i simulatori di navigazione e di gravità. Inoltre, gli astronauti si preparano anche per le attività extra veicolari, prendendo dimestichezza con le tute spaziali. Non mancano i corsi di addestramento sanitario, fondamentali per conoscere le pratiche di pronto soccorso e la strumentazione medica in assenza di gravità. Concluso il periodo di addestramento, diventa astronauta di riserva ESA e ottiene le qualifiche necessarie per le attività extra veicolari. Inoltre, ha conseguito la certificazione per essere ingegnere di bordo della navicella Soyuz, ruolo che ricopre nella sua prima missione.
La missione Futura
La prima missione a cui ha partecipato Samantha Cristoforetti è la missione Futura, seconda opportunità di volo di lunga durata per l’Agenzia Spaziale Italiana. Questa prevedeva il raggiungimento della Stazione Spaziale Internazionale con un veicolo della Soyuz, a bordo del quale Samantha Cristoforetti è stata designata come ingegnere di volo. La partenza è avvenuta il 23 novembre 2014 dal cosmodromo di Baikonur e l’astronauta italiana è rimasta nello spazio per 200 giorni, rientrando sulla Terra l’11 giugno 2015.
Tra gli obiettivi di questa missione erano presenti esperimenti riguardanti la fisiologia umana e le analisi biologiche. Samantha Cristoforetti è stata la prima a testare il programma Drain Brain, sviluppato da Paolo Zamboni e utilizzato in telemedicina per le diagnosi gravitazionali del ritorno venoso cerebrale. Durante la missione gli astronauti hanno lavorato anche a studi riguardanti la stampa 3D in assenza di gravità. I risultati di quest’ultima attività hanno permesso di sperimentare la possibilità di stampare pezzi di ricambio per la Stazione Spaziale Internazionale senza dover dipendere dagli invii dalla Terra.
Dopo la missione, Samantha Cristoforetti ha svolto compiti tecnico-manageriali presso il Centro Europeo degli Astronauti (EAC). Per anni, inoltre, ha guidato un team di studenti che si occupa dello sviluppo di nuove tecnologie per le missioni lunari. Attualmente è rappresentante degli equipaggi ESA nel progetto “Lunar Orbital Platform-Gateway”.
Diario di un’apprendista astronauta
Oltre alla brillante carriera come astronauta, Samantha Cristoforetti è anche autrice di un libro, Diario di un’apprendista astronauta, dedicato alla figlia. In queste pagine ha raccontato la vita a bordo della Stazione Spaziale Internazionale e il percorso che l’ha portata a diventare astronauta e andare nello spazio.
Si è impegnata, inoltre, nella divulgazione scientifica, come dimostra la scelta di tenere un diario riguardante la sua prima missione, Futura. Durante il periodo di addestramento, infatti, ha deciso di scrivere un diario che inizia 500 giorni prima della partenza e termina 200 giorni dopo. Queste pagine, scritte in inglese e tradotte poi in altre lingue, sono state condivise online, in modo tale da permettere a tutti gli appassionati di seguire gli sviluppi della preparazione e della missione stessa.