L’aggiornamento del caccia multiruolo Sukhoi Su-30SM porterà la sigla Su-30SM2, anche detto Super Sukhoi. Probabilmente, entro la fine di questo anno saremo in grado di vedere in volo il nuovo caccia da circa 40 milioni di dollari.
Il Sukhoi Su-30SM è un profondo ammodernamento del Su-30, anch’esso a sua volta una variante avanzata del Su-27, dotato di spinta vettoriale, grande autonomia e spiccata versatilità operativa. Inizialmente il Su-30SM integrava diversi componenti di origine straniera, come ad esempio l’head-up display ed i display LCD multifunzionali di fabbricazione francesi e targati Thales.
Tuttavia, dal 2018 ha avuto inizio un programma di unificazione dei componenti del Su-30SM con quelli del Su-35. Così facendo è stato possibile semplificare le operazioni di manutenzione dell’intera flotta russa e ridurne notevolmente i costi, allo stesso tempo estendere il periodo operativo del Su-30SM e aumentarne le capacità di combattimento.
Per le ragioni appena descritte si è dunque arrivati alla definizione del velivolo Sukhoi Su-30SM2. Per arrivare al nuovo caccia sono state necessarie delle modifiche molto importanti del velivolo, tra cui l’integrazione del motore turbofan AL-41F-1S, e l’utilizzo del radar N035 Irbis.
In particolare, l’installazione del nuovo motore AL-41F-1S permette di usufruire di numerosi miglioramenti dal punto di vista di performance ed economicità. Il turbofan a due alberi fornisce controllo vettoriale della spinta, controllo digitale integrato, spinta di 140 KN con post-combustori attivati (per un aumento del 16% rispetto al predecessore standard). Come accennato in precedenza, questo velivolo richiede interventi di manutenzione meno costosi, inoltre il sistema di accensione al plasma garantisce maggior durata del motore e migliore autonomia. Dunque, come desiderato dal Ministero della Difesa, i caccia-bombardieri russi della famiglia Flanker (denominazione NATO) potranno contare su un motore universale, proprio AL-41F-1S, semplificando nettamente tutte le fasi di produzione, assemblaggio, manutenzione, test.
Il caccia sarà equipaggiato da un radar Irbis Passive Electronically Scanned Array, progettato dalla Tikhomirov NIIP, una evoluzione dei radar multimodali BARS attualmente usati nei Sukhoi Su-30SM. Il radar è in grado di rilevare il target a distanze elevate, grazie anche alla maggior potenza disponibile a bordo, utilizzata per apparecchiature avioniche come ad esempio apparecchiature di guerra elettroniche.
Riguardo l’apparecchiatura avionica, il cockpit può contare su un nuovo display CRT, head-up display, capacità digitali fly-by-wire con architettura di ridondanza quadrupla. Pertanto, i computer di bordo sono in grado di ricavare quattro differenti strategie per eseguire l’azione di controllo del volo necessaria.
Molto probabilmente il Su-30SM2 sarà dotato del nuovo missile supersonico Raduga KH-32 caratterizzato da una tangenza di 40 km, una portata di circa 1000 km e una velocità massima compresa fra 3,6 e 4,5 Mach. Insomma, si tratta di un’arma esclusiva sinora utilizzata dal bombardiere strategico supersonico Tupolev Tu-22M3.
La disponibilità di tale nuovo missile da crociera supersonico, caratterizzato da peso di 5500 kg e lunghezza di quasi 12 metri, conferisce al velivolo nuove capacità, potendo difatti colpire bersagli terrestri o navali posizionati a una distanza considerevole.
Almeno 130 esemplari di Sukhoi Su-30SM sarebbero già pronti presso i reparti di volo dell’aviazione russa. Tuttavia, secondo quanto previsto dal ministro della difesa russo, questi verranno sottoposti ad operazione di adeguamento alla nuova variante, ovvero Su-30SM2. Il nuovo velivolo costituirà dunque un importante passo in avanti nella generazione dei caccia russi. Entro la fine del 2020 la Russia intende firmare un accordo per la consegna dei primi 21 esemplari del nuovo caccia di famiglia Flanker.
La produzione di questo nuovo esemplare potrà sicuramente interessare in maniera diretta i paesi membri dell’organizzazione del trattato di sicurezza collettiva (CSTO), quindi Armenia, Bielorussia e Kazakistan, ma anche i paesi già in possesso di velivoli Sukhoi, ovvero Cina, Algeria, India, Indonesia, Malaysia, Vietnam, Venezuela, e Uganda.