Purtroppo, il lanciatore Vega ha determinato la fine prematura della missione VV17 di Arianespace. Si tratta del secondo guasto negli ultimi tre lanci effettuati dal vettore, in questo caso il malfunzionamento dell’ultimo stadio del Vega si è verificato subito dopo il lift-off del razzo.
La missione targata Arianespace ha avuto inizio il 16 novembre alle 20:53 con il decollo dalla base spaziale a Kourou, Guiana Francese. Le fasi iniziali del lancio sembravano proseguire regolarmente. Tuttavia, successivamente si è notato che il vettore iniziava a divergere dalla propria traiettoria pianificata, in corrispondenza dell’entrata in funzione del motore Avum appartenente all’ultimo stadio.
Appena due ore dopo il lancio, l’azienda Arianespace ha confermato l’esito fallimentare dello stesso dichiarando: “otto minuti dopo il lift-off della missione Vega VV17, in seguito alla prima ignizione del motore Avum dell’ultimo stadio, è stata identificata una deviazione dalla traiettoria prestabilita, determinando così la perdita della missione. Stiamo proseguendo nell’analizzare i dati di telemetria al fine di determinare le cause dell’evento”.
Il razzo di Avum (Attitude and Vernier Upper Module) è alimentato a propellente liquido (tetrossido di azoto e dimetilidrazina asimmetrica) ed è utilizzato come ultimo stadio del lanciatore per inserire il carico pagante in orbita ed eseguire le manovre necessarie (kick maneuver). AVUM è alto 2,04 metri, ha un diametro di 2,18 metri e un peso di 1.265 chilogrammi, di cui fino a 577 di propellente.
In questo caso il motore sarebbe dovuto entrare in operazione per cinque volte in una finestra temporale di un ora e 45 minuti, per poi liberare il payload consistente in due satelliti. Tale ultimo stadio è il risultato della collaborazione di diverse aziende. Avio si occupa dell’integrazione di Avum, la struttura è fornita dalla Airbus Defence and Space, mentre il sistema propulsivo è installato dalla compagnia ucraina Yuzhnove.
Come predetto, il guasto determina la seconda failure in tre lanci per Vega segnando un campanello d’allarme non indifferente. Tutto ciò avviene dopo i promettenti ed iniziali 14 lanci avvenuti con successo. In particolare, in luglio 2019 si verificò un guasto strutturale nel secondo stadio a propellente solido di Vega, ciò causò la perdita del satellite di imaging terrestre appartenente agli Emirati Arabi Uniti.
Dopo tale incidente, Vega tornò in operazione il 2 settembre con la missione VV16 nella quale sono stati portati in orbita 53 piccoli satelliti. Questo lancio ha subito notevoli ritardi causa pandemia globale e condizioni metereologiche avverse.
Con il fallimento della missione in questione, sono stati persi due satelliti europei da ricerca scientifica. Il primo satellite è Seosat Ingenio, ovvero il primo satellite da osservazione terrestre targato Spagna. Lo spacecraft d 750 kg costruito da Airbus Defence and Space per fornire diversi servizi in campo civile. Il secondo satellite è Taranis, ovvero Tool for the Analysis of RAdiation from lightNIng and Sprites, costruito dall’agenzia spaziale francese CNES per studiare i fenomeni elettromagnetici generati dai temporali nell’alta atmosfera (i cosiddetti TLE, Transient Luminous Events). Il satellite di 175 kg avrebbe dovuto operare per almeno 2 anni a una altitudine di circa 670 km, posizionandosi in un’orbita elio sincrona (come il suo compagno di viaggio) in maniera da facilitare le operazioni di osservazione.
Prima del lancio del 16 novembre, la missione VV18 era prevista per la prima parte del 2021. Tale missione riguarda principalmente il satellite da imaging Pleiades-Neo 1, insieme ad altri piccoli satelliti. A questo punto, occorrerà attendere i prossimi aggiornamenti di Arianespace, per capire le cause dell’ultimo fallimento e poter pianificare al meglio le prossime attività.