Visitare la Luna, esplorarla, viverci, è il sogno di ogni amante dello spazio. E così come in ogni sogno, nonostante tutti i vantaggi e le possibilità che può aprirci, ci si scontra contro la dura realtà, ben più complessa di quel che pensiamo. Ma ormai, dopo millenni sulla Terra, l’uomo è pronto per affrontare questa scommessa, sì, estremamente rischiosa, ma a cui non possiamo proprio rinunciare. Bisogna iniziare la colonizzazione della Luna per poter realizzare le future missioni interplanetarie.
La nostra impresa non è affatto semplice, però rincuora il fatto che una fase è stata realmente già compiuta: si parla naturalmente della Missione Apollo 11, che portò per la prima volta l’uomo sulla Luna. Questa volta, la nostra sfida è quella di costruire una base provvisoria sul suolo lunare, che risulta essere estremamente dispendiosa e con poco guadagno nell’immediato.
Ma superato questo scoglio, man mano che la colonia aumenterà di dimensione e complessità, la base comincerà a diventare autosufficiente. Abbastanza autosufficiente da permetterci di ricavarne un guadagno e un vantaggio reale, e di concedere l’accesso a un numero maggiore di individui. Questo porterà la colonia a estendere i propri campi di occupazione anche a mestieri non strettamente scientifici e ingegneristici.
Da lì, sogniamo di veder nascere il primo bambino extra-terrestre della nostra specie che seguirà in una rivoluzione sociale drastica in seno all’umanità. Ma forse ci stiamo spingendo un po’ troppo in là col tempo, meglio tornare sui nostri passi all’inizio del sogno.
I vantaggi che ci portano a considerare di progettare la base sono molteplici: innanzitutto, i costi contenuti. Infatti, la vicinanza con la Terra fa della Luna una meta non troppo difficile a cui arrivare. Certamente i materiali per costruire la base dovranno arrivare dalla Terra, e dovranno essere pochi e leggeri, per evitare dispendi inutili visto l’alto costo di costruzione dei razzi e del carburante.
C’è da considerare che una volta in funzione, la base consentirà la partenza dei razzi dalla superficie lunare, dove la gravità sarà un sesto di quella terrestre. Questo vorrà dire un minor costo per spedire sonde verso altri pianeti, e in un secondo momento per le future missioni su Marte. Ciò sarà possibile estraendo dai poli della Luna il ghiaccio, che oltre a idratare gli astronauti e a far crescere piante in ambienti controllati, fornirà idrogeno e ossigeno, e di conseguenza carburante per i razzi.
Le risorse della Luna non finisco qui. Si potrebbero installare miniere per materiali sia rari che comuni sulla Terra: Nickel, Oro, Palladio, Titanio, etc., diminuendo le emissioni delle estrazioni terrestri. Addirittura potremmo estrarre un particolare isotopo dell’elio (elio-3), che costituirebbe un ottimo sostituto al trizio (estremamente raro sulla Terra) per i reattori sperimentali a fusione nucleare. Anche l’acqua sembra non essere una risorsa così difficile da trovare come ha annunciato la NASA lo scorso 26 ottobre.
Purtroppo la nostra missione non è solo complessa, ma presenta inevitabili difficoltà tecniche. Ad esempio, le temperature estreme della superficie della Luna, date dall’assenza di un’atmosfera. Se nel giorno lunare si potrebbero installare pannelli solari, e costruire strutture in grado di resistere alle temperature altissime, nelle notti lunari il freddo non lascerebbe scampo, e costringerebbe gli astronauti a tornare sulla Terra periodicamente, almeno finché la base non sarà abbastanza avanzata da poter costruire una centrale elettrica che sostenga la presenza prolungata sul suolo lunare.
Un altro problema fondamentale è che il corpo umano non è perfettamente “calibrato” per la vita sulla Luna. Ciò significa che l’indebolimento osseo sarà una conseguenza evitabile solo con esercizio fisico continuo. Inoltre, l’assenza dell’atmosfera non ci fornisce schermature per le radiazioni dello spazio (che andranno incluse nelle strutture, complicando il quadro operativo), né per le meteore che non saranno fermate dall’attrito con l’aria come sulla Terra, e le cui velocità saranno disastrose per strutture non protette adeguatamente tramite difese naturali o artificiali che siano. Poco incoraggiante, ma ancora più eccitante.
I tanti e complessi problemi che oscurano lo sguardo al nostro sogno quasi scoraggiano, ma c’è da dire che la storia dell’uomo è sempre stata costellata di ostacoli quasi insuperabili, ma dietro l’angolo vi è sempre stata una soluzione reale, fattibile anche se complessa, e superarla voleva dire avanzare, migliorarsi, creare. Questo è il senso evolutivo della specie umana. Il suo perpetuarsi è il risultato di infiniti piccoli traguardi, di tasselli messi l’uno dopo l’altro, di errori e di tante cose che neanche sapevamo di non conoscere. Ciò non ha mai fermato l’uomo, e mai lo farà.
A cura di Luigi Marchese