La settantunesima edizione del ‘International Astronautical Congress’, ribattezzata quest’anno come ‘Cyber Space Edition’, ha visto all’interno del suo programma la firma degli Accordi Artemis. I primi nove paesi coinvolti sono Australia, Canada, Giappone, Lussemburgo, Emirati Arabi Uniti, Regno Unito, Stati Uniti e Italia. La firma di Riccardo Fraccaro, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, costituisce una conferma per il nostro Paese, dopo aver sancito il Joint Statement qualche settimana fa.
Sostanzialmente gli accordi Artemis vanno a implementare e rinforzare il trattato ‘Outer Space Treaty’ del 1967; i punti cardine su cui vertono tali accordi sono: esplorazione pacifica, trasparenza, interoperabilità, assistenza d’emergenza, registrazione degli oggetti spaziali, pubblicazione di dati scientifici, preservare il patrimonio, risorse spaziali, suddivisione delle attività e detriti orbitali.
Gli accordi Artemis riguardano letteralmente “principi per la cooperazione nell’esplorazione civile e nell’utilizzo di Luna, Marte, comete e asteroidi per scopi pacifici”. Dunque, tali accordi riguardano la prossima spedizione lunare prevista per il 2024 e le future missioni di esplorazione e colonizzazione marziana. Possiamo comprendere meglio i principi che costituiscono le fondamenta di tali accordi mediante la prima sezione degli accordi ufficiali.
Il programma Artemis della NASA porterà l’umanità nuovamente verso la Luna nel 2024. Allo stesso tempo esso ci preparerà, volendo citare Neil Armstrong, per il prossimo passo da giganti: l’esplorazione del pianeta rosso. Sono passati quasi 50 anni da quando gli ultimi astronauti hanno passeggiato sulla superficie lunare durante il programma Apollo.
Da quel momento ad oggi, l’esplorazione dello spazio profondo ha visto decenni pieni di progressi tecnologici e scoperte scientifiche. Durante questi ultimi 20 anni, diversi esseri umani hanno vissuto e lavorato a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, ruotando sopra le nostre teste ad una quota di circa 410 km e ad una velocità di 7,7 km/s. È arrivato il momento di prepararsi per il giorno in cui viaggeremo verso mete ancora più lontane nel Sistema Solare, saremo pronti?