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USCV-1: primo volo operativo con equipaggio per Crew Dragon

USCV-1 crew dragon

Credits: forumastronautico.it

Come avevamo detto qualche giorno fa, il 31 Ottobre 2020 è previsto il lancio di USCV-1, ovvero la prima missione operativa con un velivolo statunitense, dopo quasi 10 anni dal ritiro dello Space Shuttle. Ma dopo il grande successo di DM-2, come mai questa missione è così importante? Oltre a essere un velivolo certificato, sarà una missione internazionale grazie alla presenza di Soichi Noguchi, veterano di una missione STS e una Soyuz appartenente al corpo astronauti giapponese.

Tutto liscio con DM-2? Quasi.

Crew Dragon pochi istanti prima di ammarare nell’Atlantico. Crediti: NASA/CORY HUSTON

Crew Dragon Endeavour ha mostrato, in due occasioni, un comportamento inaspettato, pur non mettendo in pericolo i due astronauti Bob e Doug. La prima anomalia riguarda lo scudo termico, più nello specifico la parte esterna a contatto con i ganci che tengono il trunk ancorato alla capsula pressurizzata, che, per via del flusso turbolento causato proprio dalla forma di questi ganci, ha mostrato un’abrasione più marcata rispetto al resto del materiale ablativo.

Un nuovo tipo di scudo termico è stato testato presso l’Ames Research Center della NASA in California e sarà equipaggiato su Crew Dragon Resilience (USCV-1). Gli ingegneri SpaceX hanno anche notato che i paracadute si sono aperti leggermente in ritardo rispetto alle previsioni; tuttavia, il problema sembrerebbe risolto dopo un leggero allargamento del filtro dell’aria del sistema barometrico.

USCV-1: la nuova era del programma ISS

USCV-1 Crew Dragon
Credits: aliveuniverse.today

L’operatività di Crew Dragon introduce una bella novità rispetto alla Soyuz: la possibilità di trasportare 4 astronauti contro i 3 nella capsula russa; questo permette non solo di ammortizzare i costi di lancio ma di aumentare anche la quantità di ricerca che viene condotta a bordo della Stazione Spaziale Internazionale.

È anche interessante notare che da ora in poi ci sarà sempre almeno una Dragon attraccata alla stazione; con CRS-2 (navette cargo commerciali della NASA), il nuovo Cygnus di Northrop Grumman e il Cargo Dream Chaser di SNC, arriverà anche Cargo Dragon 2.0: quest’ultimo sfrutterà le migliorie apportate con Crew Dragon, come delle finestre e la possibilità di caricare il materiale dalla porta laterale. CRS-21, inoltre, tornerà prima di USCV-1 e farà da banco di prova per il nuovo heat shield.

L’amministratore della NASA Jim Bridenstine ha fatto notare, durante una conferenza stampa, che molto probabilmente a gennaio i membri dell’equipaggio della Expedition 64 vedranno arrivare una piacevole sorpresa: Boeing CST Starliner nel suo ultimo volo di prova prima di quello con equipaggio.

Durante la stessa conferenza stampa una giornalista chiede al capo della NASA in che modo tutto ciò ripagherà i contribuenti; Bridenstine risponde affermando che il business dell’orbita bassa terrestre si sta aprendo a sempre più aziende creando tantissimi posti di lavoro, un vero e proprio mercato che fino a 10 anni fa nessuno immaginava.

La possibilità di lanciare dagli Stati Uniti potrebbe portare a pensare che gli americani voleranno con Dragon e Starliner e i russi con Soyuz. Niente di più sbagliato. Gli equipaggi della capsula russa continueranno a essere internazionali come lo saranno quelli delle capsule americane; ovviamente, essendo prodotti nuovi, le agenzie spaziali dei due paesi stanno discutendo in che modo differenziare gli equipaggi ma è solo una questione di tempo.

I nati dopo il 31 ottobre del 2000 non hanno vissuto un istante senza presenza umana nello spazio.

La data scelta per questa missione non è casuale ma cade esattamente 20 dopo della storica TM-31, la missione Soyuz che condusse un astronauta e due cosmonauti alla ormai leggendaria Expedition 1, la prima missione di lunga durata sulla ISS. 20 anni di presenza umana ininterrotta nello spazio. La stazione, oltre a produrre tantissima scienza, fa da banco di prova per testare nuove tecnologie per l’esplorazione spaziale umana e con la fine del programma ISS previsto per il 2030 è il momento di iniziare volgere lo sguardo più in alto, to boldly go where no man has gone before. Buona fortuna a USCV-1.

A cura di Giuseppe Anastasio.