Dopo il rinvio del 27 Maggio, l’appuntamento con la storia è soltanto rimandato,il 30 Maggio si appresta a finire negli annali dell ‘esplorazione spaziale moderna. Alle 21.22 ora italiana partirà dalla piattaforma di lancio 39A del Kennedy Space Center la missione Demo-2 di NASA e SpaceX. In caso di ulteriore rinvio, la finestra successiva sarà disponibile Domenica 31 alle 21.00 ora italiana
Lo scopo della missione è quello di portare due astronauti della NASA, Robert “Bob” Behnken e Douglas “Doug” Hurley, sulla Stazione Spaziale Internazionale utilizzando il razzo Falcon 9 e la capsula Dragon 2 (o Crew Dragon)
In questo articolo vogliamo raccontarvi cosa rende questo lancio così speciale e quali sono le tecnologie e le risorse dietro a questo appuntamento con la storia.
Le ragioni dietro alla grande attesa per il lancio di Sabato sono molteplici, per analizzarle bisogna guardare al contesto sempre più variegato che circonda l’ industria spaziale.
Attualmente le missioni di trasporto di persone o cose verso la ISS fanno parte della “routine” delle principali agenzie spaziali sul pianeta. Nonostante la NASA sia la più rappresentativa tra queste, oltre che una delle più ricche, ormai dal lontano 2011 nessun razzo statunitense ha trasportato un equipaggio verso la stazione spaziale internazionale. Ciò che renderà speciale la missione Demo-2 sarà proprio il fatto che per la prima volta dalla dismissione dello Shuttle un razzo americano porterà degli astronauti in orbita, per di più da suolo Americano.
Un altro aspetto da non ignorare di questa missione è il fatto che sia frutto del lavoro di un azienda privata come SpaceX. Questo rende merito, oltre che al lavoro degli ingegneri, anche alla felice intuizione della NASA di delegare ad aziende private, tramite cospicui investimenti, la ricerca e lo sviluppo nell’ ambito dei voli commerciali. Questo ha permesso, sia la creazione di sistemi di lancio sempre più economici, sia di concentrare le risorse dell’agenzia spaziale statunitense su progetti di altro tipo, come l’approdo su Marte.
Se la Demo-2 è considerata a ragione una missione storica per tutto il comparto privato dell’industria spaziale,non poteva esserci protagonista più azzeccato del Falcon 9. L’ormai famoso razzo riutilizzabile di SpaceX è divenuto un’ icona del settore e i suoi atterraggi hanno fatto sognare milioni di appassionati.
La sua promessa iniziale, quella di ridurre grazie alla riusabilità i costi di missione, è stata mantenuta alla grande. Senza dubbio il grande successo commerciale del razzo (tra i più usati attualmente per le missioni di rifornimento della ISS) ha reso SpaceX una superpotenza dell’ industria spaziale e ha permesso anche lo sviluppo di tutti i progetti che hanno portato alla missione Demo-2. Il concetto di riusabilità, già introdotto dallo Space Shuttle, è stato portato a sublimazione da un razzo il cui primo stadio può essere reso di nuovo operativo con una manutenzione relativamente bassa e con un’ affidabilità del sistema che aumenta di missione in missione grazie all’accresciuto know-how degli ingegneri. La versione che verrà utilizzata per questa missione è la “Block 5”.
Era il lontano 2014 quando in una pomposa conferenza stampa Elon Musk e soci presentarono la Versione 2 della capsula Dragon, la prima che l’azienda avesse mai mandato nello spazio. Da allora tra modifiche e esperimenti più o meno riusciti, la capsula ha raggiunto gli standard necessari a poter trasportare un equipaggio umano.
Solo negli ultimi mesi, infatti, la Dragon 2 (o Crew Dragon) ha completato tutti i test di sicurezza che la NASA richiede per permettere a una navicella di trasportare i suoi astronauti. In una di questi, il “taxi spaziale”, come fu definito dallo stesso Musk, ha già raggiunto la ISS durante la missione Demo-1 del Marzo 2019 che è valsa alla navicella il suo primo volo orbitale. Nel Gennaio del 2020 invece è avvenuto l’abort-test in volo che è valso la definitiva idoneità al trasporto passeggeri.
Nella versione che porterà il primo equipaggio sulla ISS, la Crew Dragon sarà alta più di 8 metri ed avrà un volume interno di più di 9 m^3 che permetterà alla navicella di trasportare fino a 7 astronauti ed un carico massimo al lancio di 6 tonnellate. Una parte di questo carico è contenuto nel tronco pressurizzato il quale, rivestito di pannelli solari, funge anche da powerhouse per l’ elettronica della capsula. Il tronco è l’ unica parte non riutilizzabile in quanto viene staccato poco prima dell’ arrivo nell’ atmosfera a contatto con la quale brucerà.
La capsula invece è dotata di un sistema di rientro tramite Splashdown (la navicella rientra in mare accompagnata da dei paracadute) ed è una delle poche attualmente in attività che utilizza questo sistema che minimizza i danni garantendo la riusabilità. Nel progetto iniziale di Elon Musk, la capsula doveva essere in grado di rientrare a terra verticalmente atterrando su delle gambe estraibili. La NASA ha preferito bocciare questa soluzione che, seppur scenica, avrebbe creato dei rischi ritenuti inutili. La data di rientro non è stata ancora stabilita con certezza e dipenderà dal tempo necessario a effettuare i vari test sulla capsula. Verosimilmente non si andrà oltre il mese di Settembre.
Ancor più futuristici, sono gli interni della capsula. Il design è minimale e i comandi sono quasi totalmente affidati ad un’ interfaccia touch che garantisce un’ estrema leggerezza. A questa sono affiancati dei sistemi analogici di backup da usare in caso di emergenza. In questo video una panoramica dell’ interno della capsula.
La CrewDragon dovrebbe raggiungere la Stazione Spaziale Domenica 30 Maggio, dopo circa 19 ore di volo. Ecco un grafico esplicativo della traiettoria e delle manovre di attracco
Chi sono i due astronauti che saliranno sulla CrewDragon? Robert “Bob” Behnken è un ingegnere meccanico che lavora per la NASA dal 2000. Ha avuto la fortuna di viaggiare sullo SpaceShuttle Endeavour. Conta 708 ore nello spazio di cui 37 al di fuori della ISS. Doug Hurley, la sua carriera in NASA comincia nel 2000 dopo alcuni anni da pilota sperimentale militare. Ha viaggiato anche lui a bordo dello Shuttle e ha accumulato quasi 30 giorni nello spazio.
Tra gli elementi più strabilianti della missione ci sono di sicuro le nuove tute dell’ equipaggio. Il loro utilizzo non è da confondere con quello delle gigantesche tute da passeggiata spaziale che tutti conosciamo. Esse, al contrario, sostituiranno le vecchie tute arancioni della NASA e serviranno per mantenere al sicuro gli astronauti da eventuali depressurizzazioni della cabina. Nonostante il loro nuovo design minimale e da sci-fi abbia da subito attratto le attenzioni dell’opinione pubblica che ne ha riconosciuto il grandissimo valore estetico, le principali novità sono quelle funzionali: le nuove tute permetteranno agli astronauti maggiore confort e mobilità durante tutte le fasi della missione.
Ma si sa, Elon Musk oltre ad essere un visionario è un uomo di marketing ed anche questa volta non ha perso occasione per far parlare delle sue creature. Infatti, i due astronauti raggiungeranno la rampa di lancio a bordo dei due Tesla Model X custumizzate per la NASA. Quale occasione migliore di un lancio epocale per farsi un po’ di sana pubblicità?
Nel video in fondo, le prove generali della Demo-2 con le Tesla e le nuove tute di SpaceX
Tutto l’ evento potrà essere seguito sul canale Youtube di SpaceX