Il 10 Aprile BepiColombo ha compiuto un flyby della Terra, la prima di 8 manovre di gravity-assist per dirigersi verso Mercurio, di cui ne studierà i 5 principali misteri.
Durante il passaggio intorno alla Terra, due strumenti a bordo del Mercury Planetary Orbiter (MPO) – uno dei due che compongono la missione Europea e Giapponese – hanno effettuato 5 registrazioni audio.
Il primo dei due strumenti è un accelerometro ad alta sensibilità sviluppato in Italia, presso l’Istituto di Fisica dello Spazio Interplanetario (IFSI). La sua funzione è quella di misurare le accelerazioni inerziali agenti sul MPO per valutare le traiettorie della manovre a gravity-assist durante l’intera missione.
Lo strumento ha effettuato una prima registrazione mentre BepiColombo iniziava il flyby della Terra. In particolare la registrazione copre una distanza della sonda dalla Terra che va da 256 393 km a 129 488 km.
La registrazione, 8 ore di missione compattate in meno di 1 minuto, è stata processata dall’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) per creare il seguente audio.
La prossima registrazione riguarda invece la fase in cui BepiColombo raggiunge la distanza minima dalla Terra, per la precisione è stata girata su una distanza dalla Terra che va da 27 844 km a 13107 km.
Anche quest’audio è stato processato dall’INAF e copre una manovra di circa 1 ora.
L’ultimo audio copre i 34 minuti seguenti, nei quali BepiColombo si è trovato oscurato dalla Terra.
Durante la registrazione si distingue l’ingresso in eclissi, avvenuto a 16 496 km dalla Terra e in allontanamento. Mentre la registrazione termina a 31 785 km di distanza, l’uscita dall’eclissi è avvenuta intorno a 24 861 km.
Durante il periodo di eclissi è stato inoltre possibile controllare la calibrazione di alcuni strumenti a bordo, per la prima volta non in vista con la luce solare.
Altre due registrazioni sono state effettuate dal magnetometro a bordo del MPO.
La prima, che copre 8 ore della missione, rivela il suono generato da BepiColombo durante l’attraversamento del campo magnetico terrestre.
La regione di attività del campo magnetico è delimitata da un “urto” (Bow shock), zona in cui le linee di forza incontrano il vento solare.
Dopo la prima zona a valle dell’urto, una regione in cui domina la presenza di plasma turbolento, è possibile distinguere l’incremento progressivo dell’intensità del campo magnetico durante l’avvicinamento.
L’ultimo audio copre la stessa fase di quello precedente ma non è stato filtrato. In questo caso si possono ascoltare in sottofondo il sistema di ruote d’inerzia (per il controllo dell’assetto). In particolare si iniziano a distinguere dopo l’uscita dalla regione turbolenta.