Il 27 Marzo 1977, due Boeing 747 si scontrano all’aeroporto di Los Rodeos di Tenerife: è il più grave disastro aereo nella storia dell’aviazione generale, 583 persone persero la vita. Gli investigatori effettuarono diverse ricostruzioni grafiche per comprendere meglio la dinamica dell’incidente, grazie soprattutto ai dati recuperati dalle scatole nere.
Il Boeing 747-121 della Pan Am, il ‘Clipper Victor’, era partito dall’aeroporto internazionale di Los Angeles con a bordo 380 persone, tra passeggeri ed equipaggio. L’altro velivolo coinvolto, un Boeing 747-206B, il ‘Rhine’ della KLM, compagnia di bandiera olandese, era invece decollato da Amsterdam verso le isole Canarie.
Curiosamente entrambi i velivoli non erano diretti a Tenerife, ma all’aeroporto di Gran Canaria, il più grande delle isole Spagnole. Il dirottamento dei voli verso Tenerife, così come avvenne per tutto il traffico diretto verso l’sola, fu dovuto ad una bomba scoppiata presso l’aeroporto di Las Palmas, capitale delle Canarie.
Il capitano del velivolo Pan Am, a causa del ritardo accumulato precedentemente, richiese di poter attendere sul circuito di attesa al di sopra dell’aeroporto. La richiesta fu respinta a causa della minaccia di un secondo attentato e l’equipaggio fu costretto a dirigersi verso l’altro aeroporto.
Lo scalo regionale di Tenerife, con una sola pista di decollo, un’unica corsia di rullaggio ed un piccolo terminal non era attrezzato per gestire la mole di voli precedentemente diretta verso Las Palmas.
L’enorme traffico in arrivo richiese una soluzione drastica per gestire la situazione: fu necessario utilizzare come parcheggio la pista di rullaggio, causando gli aerei in procinto di decollo ad usare la pista principale per rullare e posizionarsi ad uno degli estremi.
Dopo aver impostato la nuova destinazione i Boeing della KLM e Pan Am atterrarono all’aeroporto di Tenerife, rispettivamente, alle ore 13:38 e 14:15. Nell’attesa che l’aeroporto di Las Palmas riaprisse, i due velivoli erano parcheggiati l’uno a fianco dell’altro sulla pista di rullaggio, in attesa di rifornimento.
Jacob Van Zanten, capitano del velivolo KLM ed icona della compagnia (il suo viso era addirittura sugli opuscoli distribuiti in cabina), decise di far sbarcare i passeggeri nel terminal.Victor Grubbs, capitano del Pan Am, non potendo utilizzare il terminal già stracolmo, permise ai propri passeggeri di poter scendere nel piazzale per sgranchirsi le gambe.
Alcune ore dopo, mentre ormai l’aeroporto era coperto da una fitta nebbia, fu annunciata la riapertura dello scalo di Las Palmas. Il jumbo della Pan Am, con sufficiente carburante e passeggeri già imbarcati, era quindi pronto a partire ma dovette attendere la fine del rifornimento del 747 della KLM, la cui coda bloccava l’ingresso alla pista di appena qualche metro.
Terminato il rifornimento il 747 KLM accese i motori ed imboccò la pista per posizionarsi all’estremo opposto e procedere con il decollo. Dopo alcuni minuti anche il 747 della Pan Am ricevette autorizzazione al rullaggio ed imboccò la pista per poi uscire ed accodarsi al KLM.
L’equipaggio del Pan Am, in seguito a distorte comunicazioni dalla torre di controllo, comprese di aver ricevuto come uscita la numero 4 invece della 3, poiché quest’ultima era molto difficile da imboccare data la stretta virata a sinistra di oltre 120°. La mancanza di un radar a terra, l’inesperienza della torre nel gestire tali moli di traffico e la fretta degli equipaggi di riprendere il proprio volo furono cruciali nel disastro aereo di Tenerife.
Ricevuta l’autorizzazione al decollo, proprio mentre l’ingegnere di volo esponeva le proprie preoccupazioni sull’eventuale presenza del jumbo della Pan Am sulla pista, il capitano Van Zanten diede massima potenza. Appena un attimo dopo, dalla cabina del jet olandese, si iniziarono a scorgere i fari del Pan Am che imboccava l’uscita numero 4. Istintivamente il capitano tirò bruscamente la cloche nel vano tentativo di evitare il 747 americano.
La cabrata repentina fece strisciare la coda sull’asfalto ma non fu sufficiente ad evitare il jet in uscita dalla pista. L’alta velocità, appena superiore a 300 km/h, rese lo schianto violentissimo: il jumbo della Pan Am prese immediatamente fuoco mentre il KLM stallò pochi secondi dopo, a causa dei danni riportati, e si schiantò a terra a qualche centinaio di metri di distanza. I serbatoi pieni lo fecero scoppiare al momento dell’impatto con la pista.
Il bilancio del disastro aereo di Tenerife fu aggravato dalla mancanza di prontezza dei soccorritori. La scarsa visibilità, scesa a soli 100 metri al momento dell’incidente, rese impossibile comprendere la tragica situazione. Solo dopo 20 minuti i pompieri giunti a spegnere l’incendio divampato dal jumbo KLM (su cui nessuno era rimasto in vita), si accorsero dell’altro velivolo.
Dopo il disastro aereo di Tenerife, l’aviazione generale cambiò radicalmente. Tra le modifiche più rilevanti vi fu l’introduzione di frasi specifiche nella comunicazione ATC (Air Traffic Controller) e l’ottimizzazione del CRM (Crew Resources Management), per cui l’equipaggio era tenuto a ribattere eventuali decisioni del capitano, proprio come aveva cercato di fare, sebbene troppo tardi e con insuccesso, l’ingegnere di volo a bordo del jet olandese.