Iran: aereo ucraino precipita subito dopo il decollo
Il 2019 non è stato un anno molto proficuo per la nota azienda Boeing; infatti, la sua linea dei 737 Max è stata interrotta dopo due incidenti aerei, distanziati da pochi mesi, che ha portato alla morte più di 300 passeggeri. Come ben sappiamo, quello è stato solo l’inizio del tracollo che ha costretto l’intero direttivo dell’azienda aerospaziale a far dimettere il suo CEO Dennis Muilenburg. La linea negativa sembra non volersi interrompere neanche nel 2020: un Boeing 737-800 è precipitato subito dopo il suo decollo dall’aeroporto Khomeini di Teheran (Iran), trascinando con sé più di 170 passeggeri.
L’aereo “colpevole”
L’aereo dell’Ukraine International Airlines, era un Boeing 737-800, bimotore, usato per voli a breve e medio raggio; secondo le fonti, l’aereo sarebbe precipitato circa 3 minuti e 42 secondi dopo il decollo (si sono persi i contatti con l’aeroporto alle 6:14 del mattino), per poi precipitare in un campo alla periferia della capitale dell’Iran. La compagnia aerea ha specificato che il velivolo era nuovo, costruito nel 2016, e che aveva effettuato tutti i controlli tecnici, passando la revisione il 6 gennaio. Il presidente ucraino ha dichiarato l’apertura di un’inchiesta per disastro aereo.
Aria di guerra
Le cause dell’incidente non sono ancora state ufficializzate; l’ambasciata ucraina ha subito “tinto di giallo” le cause dell’incidente: inizialmente attribuite a un guasto di uno dei motori, la stessa ambasciata ha subito ritirato le sue affermazioni iniziali:
Una commissione chiarirà le informazioni sulle cause del disastro aereo. Ogni dichiarazione sulle cause dell’incidente prima delle conclusione della commissione non è ufficiale.
Ambasciata Ucraina
L’unica cosa certa, per ora, è che l’Iran non consegnerà a Boeing le scatole nere dell’aereo caduto; il capo dell’aviazione civile iraniana Ali Abedzadeh ha annunciato che non è ancora chiaro in quale Paese l’Iran invierà le scatole nere in modo da analizzare i dati.
Per avere notizie certe, non ci resta che attendere; intanto, date le condizioni “stabili” su cui verteva il 737, non sono mancate teorie un po’ più particolari a riguardo che hanno spinto diversi aerei a modificare la propria rotta commerciale.