Finalmente abbiamo le prove della presenza di acqua in forma di vapore sulla superficie di Europa, uno dei 79 satelliti di Giove. La scoperta è stata condotta da un team del NASA Goddard Space Flight Center in Maryland, grazie a osservazioni dal telescopio Keck delle Hawaii.
Sulla luna di Giove erano già stati trovati, in passato, i mattoni fondamentali della vita come alcuni importanti elementi chimici; l’unica variabile mancante era l’acqua liquida che Lucas Paganini, lo scienziato a capo della ricerca, spiega essere “molto difficile da trovare lontano dalla terra”.
Hubble, nel 2013, aveva individuato idrogeno e ossigeno, componenti dell’acqua, ma il fatto che ci fossero pennacchi di vapore era un’ipotesi ancora da confermare. Grazie a degli studi spettrografici si sono evidenziate le frequenze di luce infrarossa che le molecole d’acqua rilasciano dopo essere state colpite dai raggi solari, non lasciando nessun dubbio sulla composizione dei geyser.
Gli scienziati sono stati in grado di registrare attraverso il telescopio un rilascio di acqua sotto forma di vapore corrispondente a 2360 kg per secondo, cioè quanto basta per riempire una piscina olimpionica in pochi minuti. Le osservazioni e i risultati delle ricerche sono state riportate dal team di Paganini sul giornale scientifico Nature Astronomy il 18 novembre scorso.
Europa era stata avvicinata già da diverse sonde, a partire dalle Pioneer negli anni 70, e dalle fotografie è sempre parso come un pianeta interamente ghiacciato, attraversato da delle specie di crepe. Da studi successivi era emerso che Europa possedesse anche una piccola atmosfera composta da ossigeno, una rarità al di fuori della terra. Inoltre Europa pare possedere anche una tettonica a placche e alcuni minerali chiamati fillosilicati che spesso sono associati a materiale organico. Per essere davvero certi dei dati ottenuti sarà fondamentale svolgere osservazioni da molto più vicino: la missione Europa Clipper della NASA ha proprio questo scopo. Il lancio è previsto per il 2022 e gli obiettivi sono proprio confermare la presenza di acqua sotto al ghiaccio e analizzare la composizione chimica del satellite, grazie ai suoi spettrometri di massa.
La conferma della presenza di acqua liquida, assieme a tutte le informazioni che già avevamo, alimenta quella piccola speranza di poter trovare fuori dal nostro pianeta qualcosa di vivo: certo non stiamo parlando di esseri intelligenti, ma trovare dei semplici batteri sarebbe ugualmente straordinario.