Home » Sentinel 6: arma contro l’innalzamento dei mari
Satellite Sentinel 6

Credits: sentinel.esa.int

L’innalzamento del livello dei mari dovuto ai cambiamenti climatici è una realtà che nessuno oserebbe rifiutare; il nostro pianeta sta andando incontro a dei disastri ambientali che potranno essere bloccati solo con un repentino cambio di direzione. L’evoluzione dell’ingegneria aerospaziale non è solo atta ad abbandonare il pianeta ma anche per aiutarlo: sotto questa filosofia, nel 1998, nacque il programma “Copernicus” dell’agenzia spaziale europea (ESA); per ovviare ai cambiamenti climatici e monitorare il livello dei mari, il prossimo satellite del programma sarà Sentinel 6.

Il satellite Sentinel 6

Satellite Sentinel 6
Credits: spaceflight101.com

I satelliti lanciati in questi anni nello spazio hanno confermato l’innalzamento del livello degli oceani negli ultimi anni; infatti, dal 1993 al 2018 l’innalzamento dei mari ha mantenuto una media di circa 3.2 mm all’anno, con un’accelerazione non trascurabile soprattutto negli ultimi periodi (4.8 mm annui). Con questo panorama, la missione Copernicus, il cui obiettivo primario è la sorveglianza globale, ha dato la sua risposta con il nuovo satellite Sentinel 6. Ha commentato Guido Levrini, Project Manager del programma Copernicus, ad askanews:

Non è la prima volta che lanciamo un satellite di questo tipo; ovviamente è un satellite più sofisticato dei precedenti ma s’inserisce in una lunga serie, per l’altimetria e per il monitoraggio dello stato degli oceani

La tecnologia di Sentinel 6, infatti, la rende un erede naturale del suo antecedente Sentinel 3, il cui obiettivo era quello di fornire dei dati proprio sugli oceani; oltre a presentare una nuova tecnologia, il satellite disporrà di un’orbita più elevata delle sue solite, con un’altitudine pari a 1336 km.

Ha commentato la missione anche Simonetta Cheli, responsabile strategie, programmi e coordinamento alla direzione osservazione della Terra dell’ESA:

È una sentinella su cui lavoriamo con la Nasa, con il Jpl (Jet propulsion laboratory) in particolare, dove la NASA fornisce uno strumento a bordo del satellite e anche l’opportunità di lancio e poi con il Noaa (National Oceanic and Atmospheric Administration), l’agenzia meteorologica americana, che si prenderà in carico la distribuzione dei dati nel continente americano

Un’altra particolarità di questo satellite è il suo lancio, previsto per Novembre 2020: per la prima non verrà adoperato un vettore Europeo ma di SpaceX.

Come vedete, non sempre l’aerospazio è adoperato per guardare “to infinity and beyond” ma anche per dare uno sguardo dall’alto al nostro pianeta. La situazione non è delle migliori ma non è mai troppo tardi per cambiare rotta.