Alle ore 12:15 UTC (13:15 italiane) dell’11 Novembre 2019 inizierà il transito del pianeta Mercurio, il più vicino al Sole tra i pianeti del sistema solare; questo spettacolo non si ripeterà prima del 2032.
La prospettiva della Terra, contestualizzata come 3° pianeta per la distanza dell’orbita rispetto al Sole, consente di osservare solo due transiti di pianeti davanti al sole: quello di Mercurio e Venere; il primo si ripete molteplici volte in un secolo, mentre il secondo è decisamente più raro: il prossimo, infatti, è previsto non prima del 2117 (l’ultimo si è verificato il 2012).
La causa dell’enorme differenza di tempo nella ripetizione di questi due eventi è da ricercarsi nell’inclinazione dell’orbita di tali pianeti; infatti, mentre Mercurio e la Terra hanno inclinazioni comparabili (i.e. 7 e 7.25 gradi), l’inclinazione di Venere è di 3.39 gradi.
È evidente, quindi, come l’allineamento corretto tra i due pianeti richieda tempi differenti.
Un fenomeno analogo, e ancora più suggestivo, è quello dell’eclissi lunare: il nostro satellite, passando tra la Terra ed il Sole, oscura completamente i raggi solari, mostrando la corona (regione misteriosa e normalmente non visibile del Sole).
Altri transiti sono stati osservati da sonde o rover nel sistema solare; ne è un esempio il rover Curiosity che ha osservato il Sole dalla superficie marziana, durante il passaggio di una delle lune del pianeta rosso (Phobos), o la sonda Cassini che ha registrato il passaggio della luna ghiacciata Dione, davanti al pianeta Saturno.
Il primo transito di pianeti fu previsto nel 1631 da Johannes Keplero una ventina d’anni prima. Sebbene il telescopio fu inventato alla fine del 1500, Keplero morì prima di poterlo osservare.
Negli anni che seguirono, altri astronomi, come Gassendi ed Halley, capirono che attraverso i transiti si poteva misurare accuratamente la distanza tra il Sole e la Terra; la tecnica per fare ciò si basava sull’utilizzo del fenomeno della parallasse: osservatori disposti in punti diversi della superficie terrestre, misurando la variazione di posizione apparente del pianeta rispetto al disco del Sole, potevano ottenere una stima del diametro apparente.
Sebbene oggi i moderni sistemi radar permettano di ottenere una stima molto più accurata della distanza tra i corpi celesti, è possibile sfruttare i transiti per studiare esosfere ed esopianeti; con il miglioramento delle tecnologie di osservazione, infatti, è stato scoperto che la Luna e Mercurio, inizialmente creduti senza atmosfera, sono circondati da una atmosfera di gas molto sottile, chiamata esosfera.
Il pianeta che attraversa la superficie della stella consente di effettuare un rilevamento della quantità assorbita ed emessa della luce solare, per ottenere una buona stima della densità di questa sottile atmosfera
L’osservazione dei transiti di Mercurio e Venere ha fatto comprendere come il passaggio di un pianeta davanti la sua stella poteva essere rilevato misurando eventuali diminuzioni di luminosità della stella. I telescopi spaziali Kepler e TESS, utilizzando questa tecnica, hanno rilevato più di 10000 esopianeti, su 200000 stelle campionate, vicini al nostro sistema Solare.
Il passaggio del pianeta inizia alle ore 13:35 italiane (4.35 a.m PST) e dovrebbe durare più di 5 ore; la maggior parte dei luoghi abitati riuscirà a osservare lo spettacolo, a eccezione di Australia, Alaska e buona parte dell’Asia.
Durante il passaggio, la NASA trasmetterà foto scattate dal Solar Dynamics Observatory e le pubblicherà sul suo sito internet.
ATTENZIONE:
Per osservare il Sole bisogna munirsi di lenti certificate per evitare danni permanenti alla vista