Blue Moon: il lander che ci porterà sulla Luna
La corsa alla Luna si fa sempre più pressante: l’obiettivo è di arrivarci nel 2024 con il programma Artemis, che porterà “la prima donna e il prossimo uomo” sulla Luna; per tale scopo, la NASA si è affidata a diverse aziende per la realizzazione delle capsule e dei lander che accompagneranno gli astronauti sulla superficie lunare.
Recentemente, le varie compagnie si sono rese conto che la qualità e i tempi di realizzazione dei vari componenti della missione sarebbero sicuramente migliorati unendo le forze, piuttosto che con una spietata concorrenza. Ecco i principali attori di questo accordo:
- Blue Origin: azienda a capo del progetto, ha da poco presentato il lander lunare Blue Moon e il propulsore BE-7, che permetteranno agli astronauti di scendere sulla superficie. La società, fondata da Jeff Bezos, si occupa principalmente di voli suborbitali ed è stata in grado di realizzare anche lanciatori riutilizzabili;
- Lockheed Martin: prima dell’accordo era diretta concorrente di Blue Origin e aveva realizzato il suo modello di lander; questo era basato in larga parte sulle specifiche e sul design della capsula Orion, realizzata precedentemente dalla compagnia stessa per conto della NASA. I suoi obiettivi si sono spostati al realizzare la parte di ascesa del lander, ossia quella che permetterà di ripartire dalla superficie per tornare in orbita, integrandola con la parte superiore realizzata da Blue Origin;
- Northrop Grumman: si occuperà del trasferimento del lander a una bassa altitudine e baserà le sue tecnologie su quelle già testate e funzionanti di Cygnus, navetta cargo che serve la ISS.
- Draper: si occuperà dell’avionica di bordo e dei computer di guida necessari per la discesa; questa azienda ha già grande esperienza in questo settore: basti pensare che lavorò ai computer delle prime missioni Apollo.
Il lavoro per riportare gli uomini sulla Luna in così pochi anni è veramente tanto e le aziende hanno capito che non avrebbero potuto portare avanti i loro progetti come rivali: come ulteriore buona motivazione per la collaborazione, la vice presidente di Lockheed Martin Space, Lisa Callahan, ha dichiarato:
“Metterci insieme, usando sistemi esistenti su cui il governo ha già investito e noi abbiamo già investito, sembrava il modo migliore per usare i soldi pubblici americani”.
Nei progetti della NASA c’è anche una stazione spaziale orbitante attorno alla Luna, chiamata Gateway: il suo scopo sarebbe quello di accogliere gli astronauti arrivati dalla Terra e permettere loro di scendere sulla superficie, utilizzando i lander e le navette di trasferimento ad essa connessi.
Ormai è certo: l’umanità tornerà finalmente sul nostro satellite, con una mentalità di progettazione molto diversa rispetto a quella degli anni ‘60, più collaborativa e volta alla sicurezza degli astronauti.