Venere è da sempre considerato il pianeta gemello della Terra, per le dimensioni e la massa abbastanza simili; in realtà, le differenze che possiamo notare sono molte, a partire dalla densissima atmosfera ricca di anidride carbonica che genera pressioni di 92 atmosfere al suolo e un accentuato effetto serra. Si possono raggiungere delle temperature di 460°C sulla superficie e piove acido solforico: un vero inferno.
Venere, però, potrebbe non essere sempre stato come lo vediamo ora: già da tempo, gli scienziati hanno teorizzato che in passato, probabilmente, ospitava acqua liquida in superficie e temperature più vicine a quelle terrestri. Un team di ricercatori guidato da Michael Way, del Goddard Space Flight Center della NASA, ha condotto una serie di simulazioni provando finalmente la validità di questa teoria. La raccolta dei dati riguardanti Venere è sempre stata complicata a causa della densa atmosfera che ci rende invisibile la superficie. Le informazioni che possediamo derivano principalmente dalle missioni Venera e Vega sovietiche e dai progetti Mariner e Pioneer Venus statunitensi. Le 5 simulazioni effettuate sono state realizzate con i dati ad oggi disponibili che purtroppo sono mancanti di numerose informazioni, quali le misurazioni riguardanti la presenza di gas nobili nell’atmosfera.
I risultati sono comunque interessanti: Venere avrebbe avuto “un clima stabile per miliardi di anni con un ciclo silicio-carbonio simile a quello della Terra“, concludono gli studiosi nell’abstract dell’articolo, che potete trovare a questo link:
https://meetingorganizer.copernicus.org/EPSC-DPS2019/EPSC-DPS2019-1846-1.pdf
Queste prove hanno anche una rilevanza per quanto riguarda gli studi sui pianeti extrasolari: il fatto che un tempo Venere avesse un clima temperato ci dimostra che anche pianeti relativamente vicini alla propria stella potrebbero avere acqua liquida.
Link allo studio originale: https://arxiv.org/ftp/arxiv/papers/1608/1608.00706.pdf