La vita da astronauta, si sa, è molto stressante. Nessuna esperienza può equiparare lo snervamento che può procurare una missione spaziale: la tensione del lancio unita alla lunga permanenza che si prospetta all’interno di una “scatola” orbitante, un bel bicchiere di vino per stemperare il tutto non guasterebbe affatto. Il ragionamento non fa una piega, vero? Ebbene, l’alcol è vietato da tutte le agenzie spaziali attualmente esistenti.
Molti se lo saranno chiesto, altri non ci avranno mai pensato, ma ci sono molti motivi e curiosità che hanno spinto alla proibizione dell’alcol a quote così alte:
Daniel Huot, portavoce della NASA, dichiarò alla BBC:
L’utilizzo di alcol e altri composti volatili è tenuto sotto controllo sulla Stazione spaziale internazionale, a causa dell’impatto che le loro componenti possono avere sul sistema di riciclo dell’acqua della struttura
Sulla Stazione Spaziale internazionale, è presente un sistema di riciclo che lavora in due modi: urina e vapore acqueo atmosferico. Qualunque presenza di alcol non farebbe altro che contaminare l’intero equipaggio, motivo per cui sono vietati anche prodotti come colluttorio, dopobarba o deodoranti. Oltre il fattore scientifico interviene anche una questione molto più prosaica: l’uso di alcolici, quindi liquidi e gas, per via della microgravità causerebbero…rutti particolarmente ingrati ai nostri astronauti, senza parlare del vomito che potrebbe fluttuare qui e là nella Stazione.
Gli astronauti fanno parte di personale estremamente addestrato e con una responsabilità enorme: controllano una base di un valore per 100 miliardi che si muove alla velocità di 7.67 km/s. Nessun errore è ammesso. Proprio per queste condizioni al contorno, l’equipaggio deve essere assolutamente sobri 12 ore prima del decollo.
L’alcol, inoltre, potrebbe causare problemi politici. Immaginate una convivenza di un equipaggio tra astronauti astemi, musulmani o mormoni… Esatto, non sarebbe un bello spettacolo. La vita sulla ISS è già abbastanza stressante senza inutili e ulteriori motivi di lite.
Certo che ci è arrivato. Alcuni brand, come la whisky Suntory, hanno approfittato per mandare nello spazio alcolici per motivi scientifici: nella fattispecie, hanno studiato gli effetti della microgravità sull’alcol per migliorare gli attuali processi di invecchiamento e fermentazione.
Nella realtà, ovviamente, abbiamo avuto delle eccezioni a queste regole:
Buzz Aldrin tenne una piccola cerimonia di comunione prima dell’allunaggio, consumando un sorso di vino con Armstrong in un momento di pausa con le comunicazioni con il centro di controllo; l’Agenzia Sovietica, invece, era molto più tollerante sulla politica “zero alcol”, permettendo consumazioni molto esigue trattandole alla stregua di “medicina anti stress”.
Perché il verbo al passato? Successivamente anche la Russia vietò totalmente gli alcolici (causando una protesta molto vivace del personale).
La vita degli astronauti è molto più dura di quanto si poteva pensare. Ancora convinti di voler andare nello spazio?
Fonti: rivistastudio.com; focus.it