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Freedom: il primo satellite geostazionario open source

Freedom cubesat

Credits: asc-csa.gc.ca

Non solo le aziende fanno il futuro. Alcune volte anche studenti come quelli del team del giovane Marco De Vellis possono fare la differenza nell’ambito spaziale! Senza ulteriore indugio, vi introduciamo al loro progetto “Freedom“:

Freedom Cubesat
Logo del Progetto Freedom

Raccontateci un po’ del progetto Freedom. 

Lo scopo di questo progetto è di costruire un cubesat 4U per mandarlo in orbita geostazionaria e per poter raccogliere la maggior quantità di dati possibile. 

Il progetto è nato dalla difficoltà di poter trovare in rete dati aggiornati e accessibili a tutti, in particolar modo quelli provenienti dallo spazio; tutto ciò che verrà raccolto dai nostri satelliti sarà, invece, open-source e accessibile quasi in tempo reale: è questo il contributo principale che il nostro progetto vuole dare al mondo della ricerca. 

Il vostro sarà il primo picosatellite in orbita geostazionaria: quali sono i motivi di questa scelta?

La scelta dell’orbita geostazionaria è dovuta ai suoi numerosi vantaggi, primo tra tutti quello di poter raccogliere dati ancora più di qualità, in quanto focalizzati unicamente sull’Europa. Fondamentale nella scelta è la possibilità che l’orbita ci darà modo di effettuare un downlink dei dati ogni tre ore, rispetto al giorno necessario per raccogliere i dati in una LEO (Low Earth Orbit). 

Con l’utilizzo di un’orbita geostazionaria, quindi, possiamo garantire un aggiornamento dei dati quasi in tempo reale, rendendo possibile anche una loro applicazione in campo meteorologico; inoltre, considerata la maggiore altezza dell’orbita rispetto a quella della LEO, sarà possibile far durare la missione più a lungo anche senza l’uso di propulsori aggiuntivi.

Riusciremo a conseguire il risultato attraverso numerose collaborazioni, molte delle quali con compagnie italiane: la nostra speranza è quella di poter ispirare altri gruppi di ricerca della nostra nazione per dare, insieme, un piccolo contributo affinché l’Italia ottenga, anche in questo campo, la visibilità che si merita.

Con quali strumenti vi relazionate con il nostro pubblico?

Di recente, abbiamo aperto una pagina Instagram, @freedom.cubesat, sulla quale postiamo giornalmente dettagli e aggiornamenti sul nostro progetto. Attraverso i social media, è nostra intenzione creare una community appassionata che, come noi, voglia vedere la scienza avanzare e condividerla con chiunque voglia imparare. Per chi ci voglia contattare, è possibile scriverci alla nostra mail, freedom.cubesat@gmail.com e registrarsi all’iniziativa dal nostro sito.

Qual è il prossimo obiettivo del vostro progetto?

Il 20 luglio partirà una campagna su Kickstarter per finanziare i costi della missione che permetterà a tutti di dare il proprio contributo per lo sviluppo di questo progetto. Tutti quelli che effettueranno una donazione potranno prendere parte al progetto in prima persona, avendo accesso ai progressi della missione e ad altri premi.

Un grosso in bocca al lupo a questi ragazzi, sperando che la loro grande forza di volontà sarà presto premiata!