Dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. che distrusse la città di Pompei, si possono ancora leggere le prime forme di pubblicità sulle porte delle case travolte da quel tragico evento. Da allora, sono stati fatti molti passi in avanti, e anche la pubblicità ha raggiunto vette altissime, anzi, è andata ancora più su.
Si chiama Cubesat, l’idea sviluppata dalla start-up russa, che nel 2020 ha intenzione di inviare a 500 km di altitudine uno sciame di piccoli satelliti. L’obiettivo sarà quello di riflettere la luce del Sole, per creare enormi cartelloni pubblicitari visibili dalla Terra.
Ogni satellite dispiegherà una vela riflettente di circa 9 metri di diametro, la luce del sole verrà riflessa su di essa ed entro il 2021 il nostro cielo sarà illuminato da messaggi pubblicitari e loghi. La pubblicità sarà visibile a circa la metà della popolazione mondiale per sei minuti ad ogni sessione di display. Le modalità d’impiego del disco orbitale permetteranno alle aziende di trasmettere diverse tipologie di annunci pubblicitari e messaggi mirati. Quanto sarà invadente?
Ci sarebbero molteplici fattori con cui la StartRocket dovrà fare i conti. È molto probabile che la comunità scientifica non veda di buon occhio un’iniziativa come questa, sono molti infatti gli studiosi che hanno già esposto varie perplessità.
Uno dei principali motivi a rendere più scettici gli studiosi è quello delle interferenze atmosferiche. La luce riflessa dei cartelloni pubblicitari potrebbe creare problemi alle ricerche nello spazio aereo terrestre e al traffico aereo.
Non meno importante è il tema legato ai detriti spaziali. Ci sono oltre 20 mila oggetti dispersi per lo spazio e continuare in questo modo a lanciare satelliti, aumenta la probabilità di collisioni e decadimento di tali oggetti sulla Terra.
I proprietari della start-up russa sono convinti che possono rendere questo progetto un servizio di pubblica utilità. In caso di calamità e situazioni di emergenza, metà del pianeta potrà essere avvisato per un eventuale evacuazione. Si pensa anche a grandi campagne elettorali che abbracciano più continenti. Sarà davvero indispensabile spingerci così in alto?
Startrocket sta definendo un piano di monetizzazione basato su un articolato modello CPM (Costo per Mille Impression). Ci sarà anche la possibilità, dettata dalla scelta futura del lanciatore, di mandare in orbita tutti i piccoli satelliti, con un solo lancio. Ciò comporterebbe una notevole ottimizzazione dei costi, cercando di rendere comparabili i costi di tale missione con quelli di una campagna tv.