Fotovoltaico: la Cina porterà una centrale solare nello spazio

Nel 1975 la popolazione mondiale raggiunge i 4 miliardi di individui, raddoppiando in 35 anni e toccando la propria velocità di crescita più elevata. Come immaginerete, più individui implicano più esigenze: il fabbisogno energetico, infatti, al pari della popolazione sulla Terra, è in costante aumento, principalmente compensato con energie rinnovabili.  Negli ultimi anni, in particolare, il fotovoltaico si è rivelato la migliore soluzione per contribuire alla fornitura elettrica in maniera pulita.

Da tempo, però, si è ipotizzato che sarebbe ben più efficace raccogliere l’energia solare direttamente dallo spazio e la Cina vuole confermare questa teoria: ha, infatti, annunciato il piano di voler costruire una stazione energetica solare che orbiterà a 36mila chilometri dalla superficie terrestre.

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L’idea della Cina

Chiariamo un concetto: l’idea, di per sé, non è una vera e propria novità. Il concetto del fotovoltaico spaziale fa la sua comparsa negli Stati Uniti con il programma del California Institute of Technology (Caltech) e in Giappone attraverso le ricerche dell’agenzia per l’esplorazione aerospaziale (Jaxa, Japan Aerospace Exploration Agency). La Cina, ovviamente, dopo aver raggiunto il lato nascosto della luna, non poteva non dire la sua a riguardo. Sotto queste condizioni al contorno, la nazione cinese ha ideato una stazione solare di diversi GW di potenza, la cui energia elettrica verrà convertita in un fascio di microonde e inviata a una stazione ricevente sulla superficie terrestre, dove saranno riconvertite in elettricità da immettere nella rete.

Vantaggi e Svantaggi

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I vantaggi di una simile tecnologia sono alquanto evidenti: eventuali celle spaziali riuscirebbero a fornire un grosso quantitativo di energia in maniera costante, senza alcun timore delle interferenze dovute all’atmosfera o delle perdite di efficienza nelle ore notturne. Quale sarebbe la sfida? Portare un simile colosso nell’orbita prevista (stiamo parlando di circa mille tonnellate) e studiare gli effetti scatenati sull’atmosfera dalle radiazioni a microonde che verrebbero diffuse.

Il piano, per ora, consiste nel costruire un impianto dimostrativo di minori dimensioni da collocare nella stratosfera entro il 2025, per poi sviluppare, dopo il 2030, un sistema pilota più grande arrivando, infine, a piazzare nello spazio una stazione da almeno 1 GW intorno al 2050. Per ora, non ci è concesso sapere come la Cina intenda risolvere le difficoltà logistiche di questo progetto, anche se il problema “dimensioni” sarà, forse, possibile ovviarlo mediante l’utilizzo di robot e stampa 3D.

Indubbiamente per diventare superpotenze nello spazio bisogna saper sognare e pensare in grande: resta da vedere se tutto ciò è destinato a rimanere fantascienza o a trasformarsi in realtà.

Fonti: energiaoltre.it; pro.hwupgrade.it