DART: sistema di difesa planetario contro gli asteroidi
Quante volte abbiamo visto fake news su asteroidi che avrebbero dovuto impattare contro la Terra? Quanti film americani avevano questo come soggetto? Per quanto possa apparire come catastrofismo cinematografico, e per quanto la probabilità che avvenga sia davvero scarsa, il problema “asteroidi” è reale. È proprio per questo motivo, quindi, che la NASA ha deciso di intervenire attraverso la missione DART (Double Asteroid Redirection Test).
Missione DART
La missione DART è un progetto congiunto tra la NASA e il Johns Hopkins Applied Physics Laboratory (APL), ed è in fase di sviluppo sotto l’egida dell’Ufficio di coordinamento della difesa planetaria della NASA. La sonda spaziale dimostrerà gli effetti cinetici di un veicolo spaziale impattato in un asteroide (impatto cinetico): dimostrazione che ha come scopo, come già accennato, quello di verificare la fattibilità della protezione del pianeta Terra da corpi estremamente pericolosi.
La missione ha lo scopo di verificare se un impatto di un veicolo spaziale potrebbe deflettere con successo un asteroide in rotta di collisione con la Terra (in questo caso specifico, si schianterà a circa 6 km/s utilizzando un sofisticato software di navigazione per garantire la precisione del punto d’impatto).
Il veicolo spaziale utilizzerà il sistema di propulsione solare NASA Evolutionary Xenon Thruster – Commercial (NEXT-C) come mezzo per raggiungere il suo obiettivo programmato (con energia proveniente da pannelli solari che stabiliscono la propulsione elettrica solare, per quanto concerne la propulsione primaria). Il lancio di DART è previsto tra la fine di dicembre 2020 e il maggio 2021.
La missione E65803 Didymos
Gli scienziati hanno stimato l’esistenza di circa 25.000 asteroidi nel Sistema Solare, dato che ha portato, quindi, i funzionari della NASA a sviluppare, necessariamente, un piano efficace qualora un corpo celeste minacciasse la Terra.
DART è un dispositivo di impatto che non ospita nessun carico utile scientifico se non: un sensore del Sole, un localizzatore di stelle e una telecamera con apertura di 20 cm per supportare la navigazione autonoma. L’impatto del DART (500kg per 6 km/s) produrrà una variazione di velocità dell’ordine di 0.4 mm/s, cosa che porterà a un piccolo cambiamento nella traiettoria dell’asteroide e, contemporaneamente, a un grande spostamento di percorso (alla lunga).
Complessivamente, DART dovrebbe alterare la velocità dell’orbita di Didymoon di circa mezzo millimetro al secondo, determinando un cambiamento del periodo orbitale di forse 10 minuti. Nell’arco di milioni di chilometri, la traiettoria trasformerebbe una collisione con un asteroide o una cometa realmente legati alla Terra in un risultato sicuro. Grazie alla massa “irrisoria” e l’uso della propulsione solare elettrica, il costo totale del progetto si manterrà, orientativamente, sui 250 milioni di dollari.
L’obiettivo della missione è 65803 Didymos, un sistema di asteroidi binari in cui un asteroide è orbitato da uno più piccolo (con 75m di raggio), distante 1.1km dal primario, che sarà proprio il target del nostro veicolo spaziale (corpo che è stato denominato Didymoon, inteso come “luna” di Didymos); l’asteroide principale, invece, ha un diametro di circa 800m. Per gli ipocondriaci e paranoici: Didymos non è un asteroide in possibile rotta verso la Terra, quindi non vi sarà alcuna possibilità che l’esperimento di deflessione possa creare un rischio di impatto.
Fonti:
- nasa.gov
- reccom.org