Home » CHEOPS: un occhio verso i pianeti extrasolari
Telescopio CHEOPS

Credits: astronautinews.it

Nuove conferme da parte del mondo spaziale: l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha recentemente annunciato che il piccolo telescopio spaziale CHEOPS (CHaracterising ExOPlanets Satellite) verrà lanciato nell’autunno 2019 (più precisamente tra il 15 ottobre ed il 14 novembre 2019). Il lancio avverrà dallo spazioporto europeo di Kourou nella Guyana francese, per mezzo di un vettore russo Soyuz gestito da Arianespace, che avrà anche a bordo un satellite italiano della costellazione Cosmo-SkyMed.

CHEOPS consiste in un progetto di un telescopio spaziale per lo studio di pianeti extrasolari, tramite il metodo del transito (che consiste nella rilevazione della diminuzione di luminosità della curva di luce di una stella quando un pianeta transita di fronte alla stella madre). La missione è stata selezionata per la “Small Class” del “Cosmic Vision Programme” nel 2012 tra 26 proposte, organizzata mediante una collaborazione tra ESA e Swiss Space Office. Il progetto è gestito dall’Università di Berna, mentre per la costruzione è stata selezionata la Airbus DS.

CHEOPS: LA MISSIONE

Telescopio CHEOPS
Credits: esa.int

Il lancio porterà il nostro piccolo satellite in un’orbita eliosincrona a 700 km di altezza, con un’inclinazione di 98° rispetto all’equatore, dove opererà per almeno quattro anni. Il payload scientifico di CHEOPS è un telescopio molto compatto, poco più di 30 cm di diametro e di lunghezza, che dedicherà le sue osservazioni alla misura della luce che giunge da stelle i cui pianeti sono stati individuati da altri strumenti, da terra o dallo spazio. Il telescopio sarà alimentato tramite pannelli solari che gli fornirà un’alimentazione di circa 60W. Lo scopo della missione è quella di misurare le dimensioni di esopianeti (distanti 1-6 raggi terrestri, ossia la distanza tra la Terra e Nettuno) la cui massa è già nota, permettendo di determinarne la densità e di conseguenza la classificazione come gassoso o roccioso. Tutte queste informazioni ci daranno modo di scoprire l’intera storia evolutiva di questi pianeti.

Fonti: ESA; Astronautinews.