Il 12 aprile 1961, alle 9:07 ora di Mosca, dalla base spaziale di Bajkonur in Kazakistan decollava la Vostok 1, prima navicella spaziale con equipaggio umano. I 108 minuti che seguirono la videro compiere un’orbita completa intorno alla Terra per poi atterrare con successo. Questa svolta epocale ha reso Jurij Gagarin il primo uomo ad andare nello spazio.
“Gagarin: Primo nello spazio“, un film biografico del 2013 che porta la firma di Pavel Parkhomenko, che racconta la storia di Jurij Gagarin, figlio di un falegname e di una mungitrice, e di come, a soli 27 anni, sia riuscito a entrare nella storia come primo uomo a essere arrivato nello spazio.
Il film, in generale, si presenta davvero molto bene: oltre a descrivere l’intero addestramento a cui si è dovuto prestare Gagarin e le ultime ore prima del lancio, ha incastrato molto bene, e con un fluidità al limite del disarmante, diversi Flashback di diverse parti della sua giovinezza che ci mettono al corrente delle sfumature della sua personalità. Per dirla in breve, il film riesce bene a narrare “l’uomo nascosto dietro il mito“.
L’unica critica che muoverei al film è quella di presentare uno stampo eccessivamente “nazionalista”: il ragazzo che insegue il sogno di essere il primo ad osservare dal vuoto il “Pianeta blu“, come lo definì dalla capsula, ma che, ugualmente, gioisce per i trionfi dei colleghi, di fatto rivali, bordeggia il concetto di “santino sovietico”. E ammetto che ho guardato con un po’ di sospetto la scelta di non parlare della morte di Gagarin, avvenuta 7 anni dopo la riuscita della missione durante una esercitazione con il suo MiG-15UTI.
Per tirare le somme, è un film che, a mio avviso, è assolutamente da aggiungere alla vostra collezione di cinematografia aerospaziale. Nel caso l’aveste già visto, lasciate un commento per dirmi cosa ne pensate!
Vi lascio con questa piccola, ma intramontabile, perla:
La Terra è blu […] Che meraviglia. È bellissima. (Jurij Gagarin)