InSight: il lander Nasa che studierà le profondità di Marte

La missione InSight della NASA è decollata oggi alle 13:00 (ore italiane) a bordo di un vettore Atlas V della United Launch Alliance (ULA), per intraprendere un viaggio di 6 mesi con direzione Marte. E’ il primo lancio interplanetario che viene effettuato dalla base di Vandenberg in California. Data la location, non si potrà ottenere vantaggio dal momento angolare impresso dalla rotazione terrestre, ma fortunatamente il carico è molto leggero e l’Atlas V è un ottimo razzo, in grado di sopperire a questo problema.

Lander InSight: cuore pulsante della missione

InSight (Interior Exploration using Seismic Investigation, Geodesy and Heat Transport), un lander unico nel suo genere (e non un rover come Curiosity o Opportunity) è la prima missione che si occuperà di studiare la struttura interna del pianeta rosso, con una durata di 2 anni anni terrestri (o l’equivalente di un anno marziano) per quanto riguarda la missione principale.

Dettagli della missione. Credits: Diretta NASA JPL

Atterrando in una regione equatoriale del pianeta, Elysium Planitia, l’obiettivo primario della missione sarà quello di comprendere come i pianeti terrestri si siano formati studiando l’attività sismologica. In particolare si concentrerà sullo spessore e la struttura della crosta marziana, la dimensione del mantello e la composizione fisica del nucleo.

Strumenti scientifici senza precedenti

Payload contenente la missione InSight. Credits: NASA JPL

Per adempiere a questo compito, InSight è dotato di appositi strumenti scientifici che, per la prima volta, verranno automaticamente installati in loco in modo automatico tramite un braccio robotico.

Tra i principali strumenti di cui è dotato, abbiamo un sismometro, il Seismic Experiment for Interior Structure (SEIS) che verrà appoggiato sulla superficie marziana. Composto da diversi sensori atti a determinare sia frequenze medio-basse sia frequenze alte di attività sismica, fornirà preziose informazioni sui mars-quakes e sulle interazioni gravitazionali con la principale luna, Phobos.

Componenti del lander InSight. Credits: NASA

È presente anche l’Heat Flow and Physical Properties Probe (HP3) che scaverà pian piano dentro la superficie per ottenere informazioni riguardo il calore interno. HP3 arriverà a una profondità che varierà dai 3 ai 5 metri e ci vorranno dai 30 ai 40 giorni per completare il processo. Durante la penetrazione della superficie, verrà effettuata una pausa ogni 15 cm, in modo da ottenere un paio di dati prima di procedere.

Non può mancare l’InSight’s Auxiliary Payload Sensor Subsystem (APSS), che consiste in diversi strumenti per monitorare l’ambiente attorno al lander. Tra i più importanti abbiamo il primo magnetometro a essere portato su Marte, che monitorerà il campo magnetico marziano. Saranno presenti altri strumenti per lo studio delle condizioni atmosferiche come temperature, venti e pressioni, e sì.. ci sarà anche una camera di bordo.

Preparazione della missione. Credits: NASA

Oltre al lander stesso, InSight è dotato di uno scudo che lo proteggerà durante il viaggio verso Marte e di vari sensori per il tracciamento delle stelle e del Sole che lo aiuteranno ad auto-orientarsi. Queste manovre d’assetto saranno effettuate dai motori a bordo del lander stesso. Esatto, il lander è dotato di ben 20 motori, 12 dei quali si attiveranno durante la fase di atterraggio, e i restanti 8 comprendono 4 motori di manovra e 4 per il controllo dell’altitudine; solo quest’ultimi verranno utilizzati durante il viaggio.

Due CubeSat sperimentali

I due CubeSat della missione. Credits: NASA JPL

Durante la discesa, è atteso un picco di 7.5 g. Dopo circa 3 minuti e 45 secondi, a un’altitudine di 12 km, InSight sgancerà il paracadute, rilasciando poi lo scudo termico. La fase finale verrà guidata dai radar e a un minuto dal touchdown, avremo il momento critico durante il quale si attenderà il primo segnale dal lander. A tal proposito, verranno usati due nuovi CubeSat sperimentali (i primi CubeSat a spingersi così lontano) chiamati Mars Cube One (MarCO).

Profilo della missione. Credits: ULA on Twitter

In particolare abbiamo MarCO-A & MarCO-B, che dopo la separazione dal razzo Atlas V e da InSight, hanno aperto i loro pannelli solari e le loro antenne per la comunicazione, e saranno i primi CubeSat a operare oltre l’orbita terrestre. Essi lavoreranno indipendentemente da InSight, e sono equipaggiati con dei piccoli motori per le manovre orbitali. Effettueranno anche un flyby marziano ad una distanza di circa 3500 km e verranno utilizzati per avere una comunicazione veloce e quasi istantanea con la Terra, facendo proprio da “ponte” radio.

Essendo dei satelliti sperimentali, non è sicuro, però, che funzioneranno adeguatamente durante l’atterraggio di InSight, ma se tutto andrà a buon fine, avremo un’ottima dimostrazione di come possono essere utilizzati per le comunicazioni in missioni del genere, agevolando di molto i tempi.

L’atterraggio avverrà il 26 novembre dalle 20:00 (ore italiane) e il Mars Reconnaissance Orbiter, in orbita marziana dal 2006 ormai, sarà pronto a ricevere i primi segnali da InSight che invierà poi verso la Terra con un’ora di ritardo.