L’Orion Multi-Purpose Crew Vehicle (MPCV) è un veicolo spaziale con equipaggio attualmente in fase di sviluppo da parte della NASA. Secondo i piani attuali della famosa agenzia spaziale, lo scopo dell’Orion sarà quello dell’esplorazione umana degli asteroidi e degli spazi cislunari, in vista di un futuro sbarco su Marte.
Durante il periodo di presidenza di Obama, l’Orion ha rischiato di diventare una “semplice navetta di salvataggio” per la Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Tuttavia, nel settembre 2010, il Senato degli Stati Uniti votò per ripristinare i finanziamenti per missioni oltre l’orbita bassa terrestre, obbligando, quindi, una ripresa del nostro caro Orion, già in fase avanzata di sviluppo, e dello Space Launch System, un razzo vettore concettualmente simile all’Ares V.
Il primo volo di collaudo di una capsula Orion, senza equipaggio, è avvenuto il 5 dicembre 2014; il veicolo è stato lanciato da Cape Canaveral con un razzo Delta IV Heavy e ha compiuto due orbite terrestri raggiungendo un’altitudine di 5700 km prima di ammarare nell’Oceano Pacifico, al largo della California. La missione, attualmente, in fase di elaborazione prevederà, invece, un vero e proprio equipaggio (per la prima volta dalla sua “nascita”), e un nuovo razzo Space Launch System (SLS).
L’ “adattatore” dell’Orion per lo Space Launch System della NASA è stato attrezzato ed è pronto per recarsi al Kennedy Space Center dell’agenzia in Florida, tramite il Super Guppy. Costruito presso il Marshall Space Flight Center dell’agenzia di Huntsville (Alabama), l’adattatore si unirà allo stadio della propulsione criogenica dell’Orion – uno stadio composto da idrogeno liquido/ossigeno liquido che darà alla navicella la spinta necessaria per arrivare fino alle profondità dello spazio. Le scatole quadrate, all’interno dell’adattatore, sono spazi di montaggio per 13 piccoli satelliti, che verranno rilasciate nello spazio per poter adempiere alle proprie missioni.
Come già annunciato a inizio articolo, scopo di questa nuova missione sarà quello di ospitare un vero e proprio equipaggio per esplorare i meandri del nostro sistema solare. Dovendo affrontare delle severe condizioni esterne, mantenendo, al contempo, al sicuro l’intero equipaggio è stato predisposto un apposito modulo, il pressure vessel, composto da sette grosse parti in lega di alluminio che vengono saldate assieme per dare luogo ad una robusta e leggera capsula a tenuta d’aria. Per questa “mission” saranno effettuate simulazioni di manovre orbitali per Rendezvous, ossia delle particolare manovre che hanno il semplice obiettivo di avvicinare due oggetti in volo nello spazio (solitamente una navicella spaziale e una stazione orbitante intorno alla terra).
Chiudiamo l’articolo, come al solito, con un forte augurio che questo progetto veda presto la luce e, inoltre, con una citazione di Mike Hawes, vice presidente della Lockheed Martin e program manager del programma Orion:
La nuova astronave è il più complesso veicolo spaziale mai costruito, e la sua produzione sarà più efficiente di quella relativa a qualsiasi altra capsula. Il guscio a pressione, per esempio, è del 30% più leggero di quello impiegato per la missione EM-1 e ha l’80% di parti in meno
Fonti: nasa.gov