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Missione PERSEO

Credits: ansa.it

Ricordate quando abbiamo parlato degli effetti delle radiazioni cosmiche sugli astronauti? All’epoca parlammo del Progetto PERSEO (incluso nella missione VITA di Paolo Nespoli): un dimostratore tecnologico “indossabile”, in forma di giacca (composta internamente di acqua), che l’astronauta può indossare per mitigare gli effetti nocivi della radiazione cosmica.

Ma che cos’è, nel dettaglio, PERSEO?

Non è altro che un “vestiario” con un sistema di quattro contenitori integrati e connessi tra loro da tubi e valvole di controllo, riempita con circa 22 litri dell’acqua potabile disponibile a bordo della ISS. I contenitori, vuoti al lancio, si espandono fino a offrire uno spessore di circa 7 cm di acqua, che funge da scudo per la radiazione, in particolare in corrispondenza delle zone più sensibili, come le ossa del torace e la colonna vertebrale, ricche di midollo osseo.

A oggi, in caso di tempeste solari, agli astronauti viene chiesto di rifugiarsi in una zona dell’habitat spaziale, sospendendo ogni attività. È possibile che, proprio durante uno di questi eventi solari, si renda necessario l’intervento degli astronauti al di fuori di questo rifugio: indossando la giacca di PERSEO, l’astronauta può beneficiare della schermatura aggiuntiva offerta dagli spessori di acqua, e svolgere operazioni di emergenza limitando il rischio di essere esposto a un livello troppo alto di radiazioni.

realizzazione missione perseo
Credits: meteoweb.eu

IL CONTRIBUTO DI PAOLO NESPOLI

Ora che abbiamo chiarito i dettagli, possiamo dichiarare con orgoglio che il giorno 7 Novembre 2017 Paolo Nespoli ha finalmente eseguito la sessione sperimentale di tale progetto, gettando ottimismo tra le file degli organizzatori del futuro della “difesa spaziale”. Lo scopo di questa sessione era quella di verificale il grado di “comodità” di questa giacca una volta che fosse piena d’acqua, per poi compilare un questionario su come migliorare quest’ultimo.

Si esprimono a riguardo Giorgio Baiocco e Andrea Ottolenghi, dell’Università di Pavia, coordinatori del progetto:

Il successo della sessione sperimentale ha dimostrato come sia possibile, per le future esplorazioni spaziali, adottare una strategia di radioprotezione personale degli astronauti, a complemento della protezione offerta dalle pareti dell’habitat spaziale. Il tutto ottimizzando l’uso di risorse già disponibili come l’acqua, senza aumentare carichi di lancio da terra, e senza alcuno spreco

PS: Si avvisano i signori complottisti che, dopo l’utilizzo, l’acqua contenuta nella giacca viene immessa nel sistema di recupero delle acque presente a bordo della ISS. “Nessuna risorsa è stata sprecata nella realizzazione di questa missione” (semicit.)

 

Fonti:
– asi.it
– ansa.it