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Polvere interstellare

Credits: NASA/JPL-Caltech

Con polvere interstellare si indica quel complesso di piccole particelle di materia che, assieme ai gas, è contenuto nel mezzo interstellare, lo spazio tra le stelle all’interno delle galassie. Per estensione, si indicano con tale nome anche le polveri contenute negli spazi interplanetari.

La scoperta della polvere fu, agli inizi del 900, una scoperta davvero epocale: rappresentò, infatti, una vera e propria svolta, in quanto fino al IX secolo si pensava che lo spazio interplanetario fosse privo di materia. Nel 1942 Bart Jan Bok formulò l’ipotesi che le polveri rappresentassero fasi preliminari delle protostelle.

Date queste premesse, c’era ancora un mistero che aleggiava intorno alla polvere interstellare: Qual è la loro composizione chimica? Qual è la loro “ricetta”?

Ebbene, grazie alla sonda Cassini (nata dalla collaborazione delle NASA, ESA e ASI), il mistero non è più tale: i componenti principali sono magnesio, calcio, ferro e silicio, ma non c’è traccia di ghiaccio. Inoltre gli elementi come il carbonio e lo zolfo, nonostante siano più reattivi, non sono abbondanti.

Frank Postberg, scienziato specializzato nello studio del nostro sistema solare, si è espresso in merito a questa scoperta:

I risultati di queste misure sono sorprendenti. I 36 grani di polvere interstellare hanno una composizione chimica molto simile, un mix degli elementi più importanti che formano le rocce. Nonostante una particella di polvere abbia una massa che sia inferiore al millesimo di miliardesimo di grammo, l’intero mix di elementi che compongono il cosmo si trova al suo interno, a eccezione dei gas molto volatili

Scoperta incredibile, quanto anche la metodologia della stessa: gli scienziati, infatti, mai potevano aspettarsi di poter scoprire tramite Cassini la composizione chimica delle polveri, e men che meno potevano aspettarsi che la loro “ricetta” fosse simile ad alcune rocce terrestri.

Altobelli, il project manager dell’ESA, si è espresso così:

La lunga durata della missione Cassini ci ha permesso di usare la sonda come un osservatorio di micro-meteoriti, fornendoci un accesso privilegiato all’osservazione della polvere che arriva da fuori il Sistema Solare come non era mai stato possibile fino ad oggi

Insomma, ci ritroviamo ancora una volta a ringraziarti, Cassini. Grazie del servizio reso al mondo scientifico e all’umanità!