CubeSat italiano: protagonista nelle missioni su Marte

L’uomo andrà su Marte e l’Italia darà il suo contributo. Il primo lancio del nuovo razzo della NASA, lo Space Launch System (SLS) previsto nel 2018, porterà in orbita lunare il nano satellite ArgoMoon, un CubeSat per lo spazio profondo prodotto dall’Argotec di Torino, insieme alla capsula Orion e ad altri dodici piccoli satelliti scientifici.

L’ArgoMoon, prodotto in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), è l’unico progetto europeo presente nella prima missione dell’SLS, selezionato attraverso un bando internazionale. Permetterà di scattare foto per il controllo dello stato della missione e testerà innovativi sistemi di comunicazione.

Il primo passo per raggiungere il pianeta rosso

Rappresentazione dell’SLS che porterà nello spazio il CubeSat italiano e la capsula Orion. Credits: NASA/MSFC

L’Exploration Mission-1 (EM-1) sarà la prima missione dell’SLS e la seconda della navetta Orion. Avrà come obiettivo quello di raggiungere la Luna, seguendo una rotta simile a quella compiuta dall’Apollo 8 nel 1968, e farne ritorno per studiare gli asteroidi e i dintorni lunari in vista di un futuro sbarco su Marte.

Il vice amministratore del Programma per i Sistemi di Esplorazione della NASA, Bill Hill, ha spiegato l’importanza di questo nuovo vettore:

Questo razzo ha la potenza senza precedenti di inviare l’Orion nello spazio più profondo insieme a 13 satelliti, il cui costo di trasporto sarà così minimo

 

L’SLS è derivato in parte dallo Space Shuttle ed è un vettore ultra-pesante con capacità in orbita bassa di circa 70 tonnellate e altro 70 metri nella sua prima versione, il Block-I. Il razzo permetterà alla NASA di riprendersi l’indipendenza di accedere allo Spazio, oggi delegata a lanciatori privati.

Descrizione della missione e il ruolo del CubeSat. Credits: www.flyorbitnews.it

La capsula Orion, parte fondamentale della missione, è stata sviluppata dalla NASA in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e materialmente costruita da Lockheed Martin. La navetta è stata progettata per un equipaggio di 2-6 persone e il suo primo volo di collaudo è avvenuto il 5 dicembre 2014, occasione nella quale compì due orbite terrestri prima di ammarare nell’Oceano Pacifico. Dopo il secondo volo senza equipaggio, è prevista la prima missione manned tra il 2021 e il 2023 e una seconda missione con equipaggio entro il 2026 verso un asteroide.

Il CubeSat italiano: un nano satellite senza precedenti

Il team italiano che ha sviluppato il CubeSat “ArgoMoon”. Credits: Argotec

L’ArgoMoon è un nano satellite poiché pesa solo 14 Kg, a differenza dei satelliti tradizionali che arrivano a qualche tonnellata. La sua principale peculiarità, che lo distinguerà dai CubeSat costruiti finora (che lavorano in orbite basse molto vicine al nostro pianeta), è che opererà nel “Deep Space”, cioè, andrà in orbita translunare.

Il suo obiettivo principale è quello di fornire un feedback dall’esterno delle condizioni della navicella, la quale non sarà in grado di inviare a Terra i dati di telemetria. Il piccolo satellite dovrà, quindi, scattare delle foto da mandare successivamente al centro di comando della missione.

Nell’EM-1 verranno portati in orbita tredici CubeSat, incluso quello italiano. Tra i payloads selezionati c’è lo Skyfire, che effettuerà un fly-by della Luna per osservare la composizione della superficie del satellite; il Lunar IceCube e il Lunar Flashlight che cercheranno depositi di acqua e ghiaccio; il LunaH-Map, che andrà alla ricerca di idrogeno nei crateri posti vicino al polo sud nel lato nascosto del satellite; il Near-Earth Asteroid Scout, che scoverà asteroidi adatti a future missioni umane; il BioSentinel, che tramite l’uso del lievito analizzerà l’impatto delle radiazioni spaziali sugli organismi viventi; e infine, il CuSP, una “stazione meteorologia spaziale” per misurare i campi magnetici.