VITA: Paolo Nespoli di nuovo sulla ISS

Quasi tre volte astronauta,Paolo Nespoli. Credits: esa.int

28 Luglio 2017: è questa la data decisa per l’avvio della missione VITA, che porterà, per la terza volta nella sua vita, l’astronauta Paolo Nespoli sulla ISS.

Il lancio è previsto con partenza dalla base russa di Baijkonur in Kazakhistan, a bordo della Sojuz MS 05. L’astronauta rimarrà nello Spazio fino a novembre 2017.

IL NOME

VITA: Acronimo di Vitalità, Innovazione, Tecnologia e Abilità. Ma non solo. Credits: asi.it

VITA (un acronimo che sta ad indicare VitalityInnovationTechnology e Ability), non è stato scelto a caso: è stato pensato per rivolgersi ad un pubblico più vasto. Vita è un termine universale, comprensibile in tutte le lingue, oltre quella italiana: è un concetto che unisce l’umanità (attraverso i termini vitalità e abilità) e la scienza (attraverso i termini Innovazione e Tecnologia).

Per esprimere meglio questo concetto, possiamo riprendere una citazione dello stesso Paolo Nespoli:

Essere vivi non vuol dire solo avere un cuore che batte, ma anche un cervello che funziona e mani che lavorano; vivere insieme, credere nello sviluppo, gestire correttamente le risorse, usare l’innovazione per portare questa vita su altri pianeti e migliorarla sulla Terra

IL LOGO

Il logo della nuova missione di Paolo Nespoli

Il logo VITA è stato realizzato dalla designer Elena D’Amato a partire dal simbolo Terzo Paradiso” ideato dall’artista Michelangelo Pistoletto.

Simbolo Terzo Paradiso, ideato da Michelangelo Pistoletto. Credits: asi.it

Esaminiamolo più nel dettaglio: ci sono i due cerchi laterali che rappresentano i due poli opposti relativi a ciò che è naturale e artificiale e il centro che rappresenta, per citare lo stesso Michelangelo Pistoletto, il “grembo generativo di una nuova umanità”.

Il logo è stato elaborato in modo da poter spiegare il significato che c’è dietro questa nuova missione. Possiamo notare, in particolare, da un lato il simbolo del DNA, che raffigura la natura e la scienza, e dall’altro lato un libro, che rappresenta la capacità umana di imparare e trasformare la natura stessa, la cultura e l’apprendimento. La Terra, inserita nel lobo centrale, è l’unione armonica di questi due concetti che insieme danno luogo a nuova VITA, ed è anche la pupilla dell’astronauta che osserva il nostro pianeta, simbolo dell’umanità intera.

Scopo Scientifico di una VITA

Presentazione degli scopi della missione VITA. Credits: dire.it

Gli obiettivi della missione, così come tutte le altre fatte fino ad ora, sono molteplici: la maggior parte, però, si concentreranno principalmente sull’aspetto medico-fisiologico. I contributi relativi a questa missione provengono da tutta Italia (da qui anche il rimando dei colori italiani all’interno del logo), esaminiamoli in toto:

CORM (dell’Università di Firenze) analizzerà i danni subiti dalle cellule della retina in microgravità, testando su di esse le proprietà anti-apoptotiche del coenzima Q10. Sulla Terra, queste conoscenze saranno utili negli studi contro il glaucoma e la degenerazione maculare senile.
MyoGravity (dell’Università di Pescara) porterà in orbita cellule muscolari di Paolo, e ne studierà altre a Terra in microgravità simulata: dopodiché verrà studiato quali sono le differenze che portano alla degenerazione.
NANOROS (dell’Istituto Italiano di Tecnologia), Valuterà le potenzialità di guarigione dell’ossido per i tessuti cardiaci.
SERISM (del Campus Biomedico di Roma), Molto importante per tutti coloro che soffrono di osteoporosi: verrà studiata la rigenerazione del tessuto osseo.

ARAMIS (di Thales Alenia Space e Altec, entrambe di Torino), Un’importantissima app che permetterà all’astronauta Paolo di ridurre i tempi standard di manutenzione sulla Stazione Spaziale Internazionale.
In-SITU (dell’Università di Bologna), Con la semplice masticazione di un pezzo di cotone, Paolo Nespoli potrà monitorare tutti i suoi parametri (come il cortisolo) attraverso la saliva.
Orthostatic Tolerance (dell’IRCCS San Raffaele Pisana Roma), Un esperimento sui fluidi (concentrandosi sul sistema cardiocircolatorio): un particolare allenamento che dovrebbe mitigare gli effetti del “brusco” rientro degli astronauti nell’atmosfera terrestre.

PERSEO (dell’Università di Pavia e Thales Alenia Space), Paolo Nespoli collauderà una nuova tuta (composta internamente da acqua) che avrà la funzione di impedire i danni dovuti alla radiazioni cosmiche. Avrà probabile utilizzo per le future missioni verso il pianeta rosso.
ARTE (di Argotec e Politecnico di Torino), Per quanto non ancora sicuro, si pensava di portare uno scambiatore di calore sulla Stazione Spaziale per regolare la temperatura di alcune zone attraverso l’utilizzo di quattro fluidi non tossici. Troverà utilizzo anche sulla Terra per evitare il fenomeno del ghiaccio sulle ali di un aereo.
MINI-EUSO (dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare), Un telescopio utilizzabile per mappare la Terra in UV e studiare le traiettorie dei micrometeoriti

LIDAL (dell’Univerisità di Tor Vergata di ROMA e Infn), Servirà a fornire un’idea del quantitativo di radiazioni a cui è sottoposta la Stazione Spaziale Internazionale.
Multi-Trop (dell’Università Federico II di Napoli con la partecipazione degli studenti di un liceo scientifico di Portici), Studierà il comportamento delle piante (e quindi delle radici) in condizione di microgravità. Anche questo esperimento è stato pensato per una futura missione sul pianeta Marte (in caso si vorrà tentare qualche coltivazione).